La Donna Camel

Nero di Natale


Scriviamo un racconto nero. Nero di genere, noir, polar, hard boiled (che a me non so perché mi fa venire in mente il riso in bianco troppo cotto, quello molle) o gotico alla moda dei lupi mannari, vampiri e altri sarchiaponi. Ma anche no, se non ti va. Basta quel tubino elegante delle feste (io me lo metto a capodanno se riesco a perdere gli ultimi due tre chili che mi mancano per rientrarci) insomma una cosa nera o in nero, materiale o metaforica, ci capiamo signò. Di sicuro ci mettiamo un po' di cioccolato e una sorpresa, funziona con l'ovetto Kinder perché noi no? E poi lo sai cosa mi piacerebbe stavolta? Mi piacerebbe proprio tanto? Quello che voglio da te? Voglio che mi ci metti un particolare davvero originale o un corto circuito descrittivo, le discese ardite e le risalite, come quelle pazze descrizioni di Chandler che mi sono venute in mente pensando al riso molle bollito. Una cosa colorita e un po' fuori dai gangheri, tipo che lei aveva un cappotto ritagliato da una coperta da cavallo particolarmente chiassosa, oppure lui era un uomo sui quaranta, non più alto di un metro e settanta e non più largo di un barile di birra, o che dal taschino della giacca zampillava un fazzoletto, o anche nel nastro del cappello erano infilate un paio di piume colorate di cui non si sentiva alcun bisogno. E queste sono tutte metacitazioni, sappilo. Dicono che non ci sia niente di nuovo da scrivere ma non è vero, pensa a Borges e alla Biblioteca, pensa a Masterpiece alla domenica sera su Rai tre (magari l'hai evitato come la peste ma ne hai sentito parlare o cinguettare: non saresti qui.) Lo sai che c'è ancora da scrivere il libro con tutte A maiuscole tranne una f minuscola, pagina ventidue, riga quattrordici, sesta posizione: interessa? Vuoi scriverlo tu? Insomma osiamo, dai, cerchiamo qualcosa di nuovo, a volte basta un'espressione inedita ben riuscita per rendere memorabile un piccolo scritto (questo pesce caga come un orso!). Poi sì, lo so, c'è il rischio della comicità involontaria, se cadi dall'alto ti fai più male, ti spacchi la faccia. Ma uffa. Se non si sale almeno un po' si vedono sempre gli stessi banali subpanorami: coraggio, siamo tra amici, al massimo rischiamo uno sberleffo. Io ce la metto la faccia. Tu? Vietato usare: improbabile, intrigante. Recarsi è permesso con riserva, solo se si tratta della trascrizione di un rapporto delle forze dell'ordine. Finisce il 17 dicembre a mezzanotte. E' un martedì. Scrivi sul tuo blog e poi vieni qui e dillo a me, ma intanto cita il prossimo tuo. Se non hai un blog mandami il testo in mail, te lo pubblico io ma ti avviso: finirà che prima o poi te lo fai.EDITSe vuoi un esempio, per sapere come va svolto l'esercizio e quale può essere la migliore maniera di metterci tutto e di metterlo a frutto, vai a leggerti questo di qui Hombre.