La Donna Camel

Il primo viaggio insieme di Gordon Comstock


Le due moto riposano all'ombra, tra sentori di benzina e olio bruciato. Quando la serranda si alza, le cromature sorridono al sole d'aprile. Il nostro cuore, lo sentiamo, inizia a battere più svelto.Quel giorno il cielo pioveva una pioggerellina sottile e indifferente. Trovammo a fatica un parcheggio in un piazzale fangoso. La sala d'attesa aveva luci al neon. Uomini e donne in numero pari. Tutti li' per lo stesso motivo, eppure nessuno rivolgeva la parola al suo vicino. Il casco, i guanti, la chiave nell'accensione; il rombo del mio motore dai due cuori d'acciaio. Mi sorridi, e scalci sull'avviamento. Una nube azzurrina riempie l'aria di emozioni.A meta' mattina tocco' a me. Ero al telefono con l'ufficio quando l'infermiere mi chiamo', e chiusi la conversazione con una scusa qualunque. Non ascoltai le istruzioni: non era la prima volta. Non fu facile. Ci volle un po' prima che potessi consegnare il campione e tornare alle mie preoccupazioni. Vai avanti tu, io ti seguo. Troppe strade, semafori e incroci, ma alla fine ci ritroviamo a viaggiare tra profumi d'erba e di terra fresca. Puntiamo verso le montagne, la dove il cielo e' davvero blu. Ai lati della strada, tutte le gradazioni del verde. Una volta, ancora bambino, sentii l’insegnante di religione dire che Dio aveva colorato i prati di verde per amore degli uomini, perché il verde riposa la vista. Io pensai che il verde riposa la vista proprio perché è il colore dei prati, e per colpa di questo piccolo inganno smisi di credere in Dio. Tua madre era davvero bella dopo l'anestesia, i capelli biondi e il camice azzurro. La sfiorai con un bacio sincero. Speriamo sia la volta buona, pensammo senza osare parole. Le strada inizia a salire. Le curve si susseguono in un ritmo largo e solenne. Lassu' in cima brilla ancora la neve, a coprire lo smeraldo dei prati. La luce colpisce feroce la visiera del casco. Ti vedo accelerare, e ti lascio prendere lo spazio che vuoi. Due giorni dopo, l'impianto. Ancora qualche giorno, e finalmente ecco la conferma: ci sembro' la piu' bella e incredibile delle notizie. Quella sera, a cena, fantasticammo di dolci sciocchezze. Ancora non sapevamo che nome darti. L'aria si fa piu' fredda, e le curve piu' strette. Ora il verde sfuma nei colori dell’inverno appena terminato. Non tocchi mai il freno, lo vedo. So che potresti andare piu' forte, ma non osi. Apro il gas e in un attimo sono al tuo fianco. Mi sorridi e acceleri. Ora si fa sul serio. In curva ti vedo piegare con bella sicurezza. Se io avessi una moto come la tua non riuscirei a starti dietro. Aria frizzante, resina di pino e cielo blu. Vorrei che queste curve non finissero mai. Nove mesi dopo. Paura e meraviglia. Credo di aver pregato. Universo di possibilita', tu nei miei sogni non avevi ancora un volto, ma solo sguardi e sorrisi. La vegetazione si fa rada e asciutta. Ora ai lati della strada scorrono le nuvole. La velocita' ha lasciato il posto alla meraviglia. Tutto intorno e' montagna inondata di luce. Ti fermi, e io mi fermo accanto a te. Ti togli il casco e scuoti i capelli. Figlia mia! Mi sorridi, e il mondo dentro di me non ha piu' confini. Gordon è stato di parola e ha mandato il racconto per l'eds, non dico niente altro, il racconto parla da solo. Gli altri noi:Angela con Opera numero 1Michele Azzeccagarbugli con La sciarpaMelusina con Un mare d'erbaHombre con O' nipote mascalzoneIo con La Prinz verdeLillina con Fili spezzatiCalikanto con Onda verdeDario con ConsigliGabriele con Due distinti signori...Pendolante con Cambiamenti cromaticiIl Pendolo con L’ego di DioMelusina bissa con Telefono casaMelusina supera se stessa con Kate G.Singlemama con La scatola verde