La Donna Camel

Comunque anche Leopardi diceva le parolacce


Leggo sempre il blog del mestiere di scrivere, non è la prima volta che ne parlo qui. Per me è come un coltellino multiuso, mi serve per trovare ispirazione per il lavoro, per tenermi informata, per allargarmi la mente e scrocchiarmi le nocche.Proprio oggi Luisa Carrada mi fornsce qualche nuovo attrezzo:"La lotta è a quello che Antonelli chiama il «perbenismo linguistico», dove si corregge «sono andato» con «mi sono recato». Eppure anche i grandi scrittori usavano un registro colloquiale, per esempio nelle lettere, e infatti Antonelli sarà in libreria tra poco con una Libellula Mondadori dal titolo Comunque anche Leopardi diceva le parolacce. «Basta leggere gli epistolari di Carducci, Monti, ma anche di Canova e Crispi per esempio, per capire che avevano la capacità di usare lingue diverse, anche confidenziali. Bisogna far passare l’idea che conoscere la propria lingua non significa parlare come un libro stampato, ma possedere una varietà di registri linguistici da usare in varie situazioni. L’e-taliano va bene se è uno dei tanti, diventa preoccupante, se resta soltanto quello». Antonelli pensa che non sarà «un attimino» a rovinare la lingua italiana («a parte che Manzoni scrive: “si fermò un momentino sulla riva”») e neppure gli anglismi («in tutti i dizionari non sono più del due per cento e d’altronde nel Settecento la quantità di francesismi era altissima, poi sono caduti da soli»)."Nel mio piccolo, pure io a casa mia, cioè qui in questo blog, mi metto le pantofole linguistiche.