La Donna Camel

scrivere con la mano sinistra


abbiamo due stendini pieghevoli sul balcone, ma le lenzuola e le cose grosse le mettiamo ad asciugare in quello fisso che c’è in bagno, sopra la vasca. i panni asciugano prima e meglio se si lasciano ben aperti.così l’altra mattina ho tirato giù una coperta grande che era asciutta e mi dava fastidio. l’ho messa da parte e ho fatto la doccia. poi l’ho portata in camera, volevo metterla a posto subito perché lo so come va a finire, sono una che accumula vestiti sulle sedie, faccio dei mucchioni che stan lì da una stagione all’altra, non ci sarebbe nemmeno bisogno di avere gli armadi, fossero tutti come me. ma questo succede solo se ci lascio qualche pezzo come esca, per esempio una coperta va bene, poi arriva magari una camicia di seta semipulita usata sono un’oretta, una gonna da stirare e il resto viene attratto dal magnetismo dei vestiti sulla sedia e nemmeno me ne accorgo. ma non questa volta. stavolta la metto via subito, non l’appoggio giù nemmeno un momento così son sicura. c’è già la sedia davanti all’armadio, non devo fare altro che aprire l’anta in alto e salire, lo faccio subito cosi come sono. alzo un piede e mi do una bella spinta. aziono i muscoli delle gambe che ho allenato in lunghe passeggiate, accompagno lo slancio con un bel colpo di reni senza nemmeno appoggiarmi, ho le mani occupate dalla coperta grande, la devo stendere in alto ben piegata sopra le altre.dunque una bella spinta di gambe e sono in piedi sulla sedia, anzi son su con un piede solo perché non riesco nemmeno a poggiare anche l’altro che sento uno schianto come quando metti il tacco su un bastone di traverso su un sasso, un craccare di legno insomma, non sto lì a sottilizzare il tipo di legno secco o verde, stagionato o giovane perchè è proprio in quel preciso momento che  il piede nudo affonda nella crepa, i componenti laterali della sedia si aprono, tornando ai principi primi che la componevano, la base sprofonda, le mie mani in alto mulinanti non si risolvono a lasciare la coperta in favore di un appiglio più solido, l’equilibrio vacilla e io mi trovo proiettata indietro lungo una parabola discendente rovesciata senza avvitamento come una tania cagnotto decisamente più curvy. non c’è l’acqua sotto ma il pavimento della mia stanza, e anche se ci fosse stata avrei ottenuto un punteggio molto basso visto che sono arrivata giù con la mano destra per prima, poi il culo e poi tutto il resto. credo che avrei alzato uno spruzzo da squalifica, se ci fosse stata l’acqua. invece non c’era, dunque ho alzato un urlo, anzi due o tre, molto forti e moto acuti, a causa della pressione del mio peso non indifferente concentrata tutta insieme e tutta nello sesso tempo sulla breve superficie del mio polso destro.e niente, il resto te lo lascio immaginare, corsa in ospedale, radiografia, anestesia, riduzione, gesso provvisorio, promessa di operazione risolutiva e chi lo sa cosa mi riserva il prossimo futuro. è per questo che scrivo con la sinistra e mi fa fatica mettere le maiuscole.