La Donna Camel

La letterina non l'ho scritta


La letterina di Natale non l'ho mai scritta.Uno, perché a me i regali non li portava mica Nabbo Natale ma Gesù bambino e io, che ero pignola fin da piccola, pensavo che appena nato mica sapeva leggere, io ci avevo messo degli anni a imparare.Due non sapevo che si potesse scrivere, non me l'avevano detto, era tutto molto vago, anche l'attesa mi sembra che fosse più piccola, due o tre giorni al massimo, senza quasi nessun preavviso. Anzi, mi pare di ricordare che delle volte a caso io o mia sorella o mio fratello ci svegliassimo nel cuore della notte, è oggi natale? È natale mamma? La andavamo a chiamare, magari mandavo lui che era più piccolo e io ero più furba e sospettavo che si sarebbe arrabbiata.È natale mamma? Ma no, è il dieci agosto! Fila a letto! Ti ha picchiato? Gli chiedevo. No, ha gridato piano.Tre non mi ricordo di aver mai creduto a Gesù bambino o Babbo Natale. Non perché non ci abbia creduto, sia chiaro, ci ho creduto eccome e mi ricordo con precisione il momento dello svelamento, e le raccomandazioni di non rovinare la festa ai miei fratelli, e il dito indice sul naso e shhh. Anzi, a dirla tutta, questa complicità di condividere un segreto con i grandi era proprio la parte migliore di tutta la faccenda. Il fatto è che l’amnesia infantile ha cancellato quello che c’era prima, salvo qualche sprazzo, come un cappello rosso da ferroviere col fischietto per mio fratello, che una volta aveva guidato un treno davvero e nessuno ci credeva, una serie di pentolini per me e per mia sorella, i miei di rame e i suoi di alluminio, così veri che la mamma ci aveva fatto bollire il tè per il papà. E prima ancora, forse c’ero solo io con una sorellina nella culla, mio papà spennellava la colla da un pentolino su cartone o tavolette di legno e carta colorata, io che avrei voluto toccare ma non potevo. Poi mi hanno messo a letto e la mattina, miracolo!, c’erano le figurette appese a quella strana costruzione che stava su da sola, il diavolo, la principessa, il soldato, arlecchino e poi non so, erano tanti e non so altro. Non mi ricordo di averci mai giocato, ma son sicura che qualche rappresentazione ci sarà pur stata, e difatti poi lo rifacevo io, con altro pubblico e altri personaggi.
Il macinino del caffè non me lo ricordavo mica, per esempio, molto versosimile. Mi ricordo invece mia nonna, seduta in cucina, che faceva girare il suo, un rumore gracchiante, e lo teneva fermo tra le cosce. I pentolini non eran quelli che si vedono nella foto, ne devo aver ricevuti molti altri ma non vuol dire, ho ricevuto anche altri pianoforti a coda eppure non sono diventata musicista.(Buon Natale)