La Donna Camel

Capitolo secondo: Più gente entra più bestie si vedono


(La puntata precedente nel box in alto a sinistra) Con noi sarebbe venuta anche I., la sorella di B, e tre suoi amici con una Jeep. Sul camper avrebbero viaggiato anche W e G, in totale facevamo una bella carovana di tre macchine e dieci persone. Ed e' così che ci immortala la prima foto dell'album, scattata dalla mamma di J al momento della partenza. Ci imbarcammo a Genova e in 24 ore eravamo in Tunisia: dopo avere espletato lunghissime e soffocanti pratiche doganali eccoci pronti per esplorare l'Africa. Due parole sul viaggio in traghetto solo per menzionare che, in coda per la cena al self-service, noi ragazze avevamo adocchiato un tipo veramente notevole: alto, biondo, occhi azzurri, abbronzato, insomma, sembrava finto tanto era bello. Allora B, con la sua solita faccia tosta, gli si avvicinò con noncuranza e provò una frase banale in inglese - lui pensava sempre a tutto e a tutti. Lo sventurato rispose. Per farla breve H, il fenomeno, era tedesco bavarese e insieme a ML, altro bel fustacchione teutonico, si proponeva di affrontare un giro simile al nostro. Da quel momento la carovana si allungò di una macchina e non erano gli ultimi che B avrebbe rimorchiato: ad un certo punto ci siamo trovati ad essere in sei mezzi e diciassette persone. Ma eravamo a Tunisi appena scesi dal traghetto. Prima tappa: Monastir, accampamento notturno sul mare, bagno a mezzanotte e il giorno dopo visita al paese, che era proprio come uno si poteva immaginare: i venditori di granaglie con le grandi ceste esposte davanti alla bottega, le case imbiancate di calce, le donne quasi tutte velate, con una specie di mantello bianco che fasciava la testa come un foulard e veniva tenuto chiuso davanti al viso con la mano. Nell'insieme pero' piuttosto turistico. Ci spostammo quasi subito per Gabes, sempre sul mare, e ci sistemammo sulla spiaggia, ben lontano dal centro abitato, creando un campo fortificato come quelli dei pionieri del Far West con tutte le macchine in cerchio attorno ai tavolini. A questo punto nel gruppo si registrava il massimo delle presenze, essendosi aggiunta una coppia di Genova e uno strano terzetto tedesco amburghese: la bella U con i suoi due fidanzati. Dopo il breefing, in inglese maccheronico of course (nel senso di di corsa ;), decidemmo di fermarci alcuni giorni per acclimatarci e prepararci ai trasferimenti piu' duri che sarebbero seguiti. Una mattina - era forse l'alba - strani rumori, scalpicci e versi inquietanti attraversarono il sottile tessuto della tenda. In quel momento tutta la letteratura avventurosa sui predoni del deserto che sgozzavano gli uomini e violentavano le donne o viceversa, a seconda dei gusti, si insinuò come una gelida mano dentro i nostri sacchi a pelo. E' vero che l'unione fa la forza, ma quando M mise la testa fuori per capire di cosa si trattasse, un po' turbati lo eravamo... (continua) (Lo so, ho usato un mezzuccio da telenovela d'appendice: restate connessi e saprete tutto!)