La Donna Camel

"Scrivere son mica buoni tutti"


(...)il sognatore a occhi aperti nasconde accuratamente agli altri le proprie fantasie, giacchè ha motivo di vergognarsene. Aggiungo ora che, anche se ce le comunicasse, non riuscirebbe a procurarci piacere alcuno con le sue rivelazioni. Tali fantasie, quando le apprendiamo, ci destano una certa ripugnanza, o tutt'al più ci lasciano freddi. Quando invece il poeta ci rappresenta i suoi drammi o ci racconta ciò che noi siamo inclini a interpretare come suoi personali sogni a occhi aperti, proviamo un vivissimo piacere che sembra provenire da molte fonti confluenti. Come il poeta riesca a fare ciò, è il suo particolarissimo segreto; la vera ars poetica consiste nella tecnica per superare la nostra ripugnanza, la quale è certo in connessione con le barriere che si elevano fra ogni singolo Io e gli altri. Possiamo supporre due mezzi di questa tecnica: il poeta addolcisce il carattere della sua fantasticheria egoistica alterandola e velandola; e ci seduce mediante il godimento puramente formale, e cioè estetico, che egli ci offre nella presentazione delle sue fantasie. Tale godimento, che ci viene offerto per rendere con esso possibile la rivelazione, da fonti psichiche più profonde, di un piacere maggiore, può essere detto "premio di allettamento o piacere preliminare". Io sono convinto che ogni piacere estetico procuratoci dal poeta ha il carattere di un tale piacere preliminare, e che il vero godimento dell'opera poetica provenga dalla liberazione di tensioni nella nostra psiche. Forse contribuisce non poco a tale esito il fatto che il poeta ci mette in condizione di gustare d'ora in poi le nostre fantasie senza quel rimprovero e senza vergogna. (S. Freud, Il poeta e la fantasia, 1907 - vol 5 pag. 375)