La Donna Camel

Una finestra senza tende


Questa volta te lo dico prima, così se ti va magari un salto ce lo fai anche tu. Si tratta del nuovo libro di Paolo Cognetti, New York è una finestra senza tende, Laterza. Esce oggi e domenica 21 marzo verrà presentato alla Scighera.Dal (bel) blog di Davide Musso rubo questa cosa che Paolo dice del suo libro. (Io ancora non l'ho letto)"(...) Poi non è stato tutto così semplice. Per un certo periodo mi sono sentito inadeguato al compito. Basta entrare in una libreria di New York e cercare la sezione "guide locali", per rendersi conto che esistono centinaia, forse migliaia di libri su quella città. C'è una guida per ciclisti, una per proprietari di cani, una per genitori di bambini, una per allevatori di api. C'è una guida alle serie televisive ambientate a New York, e una bellissima guida sul cinema newyorkese. Ci sono autobiografie e libri fotografici e innumerevoli chiavi di lettura sull'urbanistica, l'architettura, la storia sociale della città. Credo sia il luogo più raccontato al mondo, e io chi ero per prendere la parola? Ma alla fine ho scoperto che, per qualche mistero, il libro che avevo in mente io mancava. Nessuno ha mai raccontato il viaggio di un lettore a New York. Non esiste nemmeno una storia della letteratura newyorkese. Così ho cominciato a pensare a un diario, o un racconto, o una strana guida che contenesse allo stesso tempo la città e le sue storie: le strade, i palazzi, gli otto milioni di abitanti, i ponti e i grattacieli, più tutti i personaggi e le infinite pagine di carta, il luogo reale e quello immaginario che si fondevano in uno solo quando stavo lì.Nel libro c'è un capitolo sulle due città gemelle dell'Ottocento, Brooklyn e New York, prima che si unissero con la costruzione del ponte, e sulle vite parallele dei due scrittori che le cantarono: Herman Melville e Walt Whitman. C'è un capitolo sul Lower East Side, il quartiere degli emigranti, e sull'epopea della letteratura ebraico-americana. C'è un capitolo sul Greenwich Village e la Beat Generation, e un altro in cui me ne vado in giro per Manhattan a Natale pensando a Salinger e al giovane Holden. E poi Paul Auster, Grace Paley, Chaim Potok, Hubert Selby Junior.Insieme al libro c'è anche un documentario ricavato dalla serie che realizzammo nel 2004. Si intitola "Il lato sbagliato del ponte" ed è un viaggio attraverso Brooklyn al seguito di quattro scrittori: Jonathan Lethem, Rick Moody, Colson Whitehead e Shelley Jackson. Parla dell'anima segreta di New York, o come cantava Lou Reed della scelta di camminare sul lato selvaggio. Il film è all'origine del libro e sono orgoglioso che ne faccia parte.E poi che dire, sono davvero contento di averlo scritto. Spero che almeno un pezzetto di quello che ci ho messo dentro arrivi a qualcuno. Io posso solo ringraziare le persone che mi hanno portato laggiù, Marco e Anna, e Giorgio che è venuto con me, Bob e Jimmy che mi hanno sempre fatto sentire a casa, Valeria che ha letto e scritto, Nadia che ha condiviso questo amore."
(Se non lo sai, Paolo ha cambiato blog: adesso lo trovi qui