La Donna Camel

Poesia del blog-compleanno


Quando è venuto a trovarmiil fantasma dei blog passatisi è seduto sul bordo del mio lettoaveva una camicia consumata e gli occhi fondi come buchiprendete pure tutti gli stereotipi di un luogo dove è assente, o quasi, ogni fantasiaecco, esatto, era cosìmi ha fatto vedere sul soffittole diapositive dei post passatiaveva accesso al database di liberoo li aveva scaricati sul suo hard diskvai a saperenon diceva nientema aveva il dito alzatoe io ho capitola citazione era facile pure per meche me la tiro da grande intellettualema scava scavasotto la crosta del comunec'è solo sabbiapuoi chiederlo al bagnino.Se aspetti una risposta, caro miogli ho detto col pensieroresterai delusoancora non so nientequalcosa vorrà dire se dopo quattro anni sono qui inamovibile come un macigno di calcarepiù sarcastica che ironicasempre ingenua e saputellairrimediabilmente borghese metropolitana con una punta di radical scicadoro la campagnama nei poster di hopper così nitidi e precisipreferisco il realismo alla realtà è più pulito e molto meno faticosol'apparenza funziona quasi ugualei buoni sentimenti di una firmasotto qualche petizionepiuttosto che un'ora vera e delusioneuna foto mi rappresenta più di menon so più perché andavo in barca a velai viaggi il volo le bombole da suba dirla tutta non so più perché facevo troppe coseeccetto scriverequello lo so: è il mio gioco preferitoo almeno me lo dico.Guardo davanti come se avessi tutto ancora da fare invece è ormai l'ora del plaidla radiolina un libro il gatto sulle gambela sedia a dondolo vicino alla finestra(ancora uno stereotipo, la colpa è del fantasmache mi mostra le scene sul soffittodel resto la vita è un luogo comunel'arte no, vabbèma che c'entra l'arte con me?)Dovrei contare i punti e passare alla cassa per convertire le poche fiches rimastema se non ho fatto mai quel che dovevonon vedo perché adessocosì continuo a buttare gettoni sul tappetogodo la tachicardia che mi riscalda mentre spillo le carte e speroil colpo grosso o almeno una sorpresa una buona mano purché sia subito adesso ora che se aspettare non mi è mai piaciuto attualmente è diventato una torturala notte incalza e pure la metafora mi ha rotto.Sembra che io abbia fatto tantoun gran rumore più che altromai niente di definitivogiocoma rischio pocobuttati bianca mi dicevanoeh magarisono ancora qui sul bordoa tastare l'acqua con il piedequando l'ho fattoche spanciatemi son mezza affogataancora come allorami agito e faccio un bel casinoalzo il pelo sulla schiena per sembrare più grossaspalanco gli occhi e mostro i denti stortiruggisco e tuonoper spaventare la paurama di solido, di verosolo un successoposso mettere a bilancioquei due bei pezzi di carne e sangue sìmi son riusciti benequando non ce la farò piùandranno avanti loroe il nulla è battuto ai supplementari.(Il lieto fine fa parte del clichéuna finzionela fine è fine al femminilee dopo non c'è altronon mi scuso nemmenoè tutto ovviolo spettro scuote la testaprende attol'alba entra dalla finestracol profumo delle brioches dal bar di sotto.Allegria.)