Non esiste la persona perfetta, ma esiste quella che amiamo, o ameremo, magari quella che ci amerà.
Viviamo in un mondo dove parole e silenzio cercano di coesistere. Ma puntualmente non lo fanno. E’ l’eterna dialettica tra cuore e mente, la mente parla e come, se è il caso ti strilla dentro fino a renderti sordo, e il cuore.. il cuore è quello che sente anche se fingi di non sentire.
Parole… parole… parole… Non sono che definizioni di cose che esisterebbero ugualmente se non le chiamassimo per nome…. Il nome di ogni cosa dovrebbe rimandarci a un immediato riconoscimento, un’immagine, un odore, una sensazione legata al ricordo, piacevole o meno che sia.
Ma un nome dovrebbe durare un istante perché solo un istante dura qualsiasi ricordo.
S c h i e n a, una parola come un’altra…Troppo lunga… basta un sospiro per farla riaffiorare tra le mani.
E un suono.. un suono è un suono che non vale la pena pronunciare perché il suo corpo si delinea nell’aria e non nella sostanza… noi cerchiamo la sostanza, ma è di aria che viviamo.
Prendiamo fiato per dare voce a un’emozione, e a volte il fiato si ingoia per paura di lasciare uscire un’emozione, e a volte decidiamo deliberatamente di trattenerla come per paura che sfugga via, o che sfugga semplicemente al nostro controllo.
…Come ho paura che mi sfugga tutto quello che provo in questo momento, e specifico tutto perché è un tutto fatto di un sacco di cose.
E questo che non esprimo mi sta riempiendo fino a colmarmi, e il ricordo confuso di me che timidamente cercavo di essere parte per una piccola parte di quel pezzettino di te che per la prima volta mi hai lasciato intravedere, forse anche senza rendertene conto.
Sogno uno sguardo che mi hai buttato dentro e che ancora non mi hai dato, e so che prima o poi lo guarderò con i miei occhi dove tu vedi… “il mare”… e probabilmente non riuscirò a dire niente, e spero ugualmente di riuscire a dirti tanto.. quel tanto di cui mi fai sentire pieno, senza un motivo senza una storia senza una meta… ma le mete a volte, anzi quasi sempre, ci restano sconosciute fino all’ultimo, ma non per questo dobbiamo perderci il paesaggio lungo il cammino…
Quante volte abbiamo goduto del camminare senza sapere dove andare, senza per questo smettere di andare… e questo andare per me è un etereo venire, raggiungerti e strapparti avidamente qualche ora del tuo vagare…
Posso palpare gli attimi in cui abbiamo vagato insieme, senza trovare una soddisfacente spiegazione ma con soddisfazione rinunciare per una volta alle spiegazioni, che cercarle non ha mai risolto niente…
Mi fai venire voglia di vivere infiniti istanti senza senso, perché il senso spesso sfugge ma le sensazioni restano… restano quando sei lontana eppure ti sento vicino.
E non perché tu me lo abbia mai specificatamente confessato, ma perché forse sono troppo presuntuoso da essermi cucito addosso alcuni gesti che valgono più di 1000 parole.
Mi prendi da lontano e con niente mi tieni attaccato alla distanza di un graffio…
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