Lingue e Oblio

[ Vingt-troisième Ligne ]


 Oltre l'oblio ed il tempo, nel deliquio e nella certezza, nel paradosso e nell'iperbole, tra bave di vento rescindi i giorni e lapidi i pensieri con un osculo. Qualsivoglia notte, si fa così inseguimento convulso, perdifiato di lemmi, oncia stornata dal tuo essere madido sulle vocali, quelle melliflue d'umori, quelle che dietro agli occhi oltremodo fradici di gaudio, a bocca a bocca, soffiate dentro alla saliva con dispnea gnaulano e con battiti tachicardici di sequenze vertebrali ci olezzano sinapsi e polpastrelli. Così sul mio collo lasci sdrucciolare le labbra, arrestandole sul pulsare della giugulare, e lì ausculti il chiamarti del mio sangue, della tua inedia i denti già sanno, come del tuo agguantarmi la bocca per svuotarla e poi stiparla, del dilaniarci la lingua e nel nostro ninnolarsi d'amore metterla a tacere, del nostro brandirsi e affidarsi in nessun ordine alcuno ma farlo sino alla dipartita del respiro. Spasmodicamente accadendo, di volta in volta, favellando con fremiti di ossequiosi sussurri nel tripudio di un bucolico amore, fibrillandoci cuore e midollo in continuum aderirsi. LaLigneNoir