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Grazie Gerardo.


































































































 
 

 

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Storie di scorie... e di vicoli ciechi

Post n°87 pubblicato il 05 Agosto 2008 da mizar_s_light
 

NO ALLE BERLUSCORIE!
Dall'Italia al resto del mondo

Con lo psiconano al governo c'era da aspettarselo, ci ha provato gia 5 anni fa a Scanzano ed ora eccolo tornare all'attacco, con armi più efficaci. Non pistole, fucili, esercito... quelli forse dopo, per ora si avvale di segreti militari e giochi di potere e chissà, potrebbe riprovare la strada del decreto legge.... 

Gia nella sua precedente legislatura, infatti, con un decreto legge (il n. 314 del 14 novembre 2003) aveva provveduto ad individuare Scanzano Jonico, precisamente una miniera di salgemma situata in località Terzo Cavone, quale deposito unico nazionale di scorie radioattive di seconda e terza categoria (pensate che per quest'ultime il tempo di "inertizzazione" stimato è di di 150.000 anni!).
In particolare si intendevano stoccare 90mila metri cubi di scorie radioattive derivanti dalle centrali nucleari dismesse all'indomani del referendum del 1987, oltre a materiale derivante dalle attività dell'industria nucleare, come preparazione di cariche per centrali e reattori nucleari o trattamento del "combustibile" nucleare. L'individuazione della miniera di salgemma di Terzo Cavone (tra l'altro contesa dai primi anni '80 per l'installazione di un deposito sotteraneo di gas liquido) è motivata dalla necessità che le scorie non vengano a contatto per... l'eternità con acqua, agenti atmosferici e con alcun essere vivente. La presenza del salgemma evidenzia la mancanza di infiltrazioni d'acqua. Gli studi grossolani dei tecnici individuati dal governo però, non avevano fatto i conti con la sismicità di tutta le regione, oltre che con diversi altri fattori di carattere tecnico. Dopo due settimane di rivolta e di blocchi da parte di un'intera popolazione il decreto fu riscritto e pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 9 Gennaio 2004. La decisione fu rimandata ad un anno dall'emanazione della legge, ossia al 10 Gennaio 2005, ma non se n'è saputo più nulla, almeno fino a qualche giorno fa...


Sfogliando la Gazzetta del Mezzogiorno qualche giorno fa infatti ho trovato quest'articolo:

Indiscrezioni hanno rivelato che ancora una volta la Basilicata, la provincia di Matera in particolare, sia tra i luoghi individuati per stoccare definitivamente le scorie nucleari italiane . Per ora né conferme né smentite, i politici (o politicanti) locali che siedono in parlamento sono cauti, siano essi al governo o all'opposizione.
Sempre secondo le sopracitate indiscrezioni, (o notizie coperte dal segreto militare?) l'area prescelta questa volta per ospitare il sito unico non è più la miniera di salgemma sul litorale ionico ma l'area dei calanchi lucani compresa tra Craco, Tursi, Valsinni e Rotondella, nei cui pressi i Lucani pagano gia il loro "tributo" al Paese, data la presenza del centro di ricerche Enea di Trisaia di Rotondella, al cui interno sono stoccati attualmente 1.700 chilogrammi di uranio, torio e plutonio, (oltre ai prodotti di fissione) di provevnienza Statunitense, giunti negli anni '60 dal reattore di Elk River, Minnesota, e mai più tornati al mittente.
Una regione ed una comunità, la nostra, che tenta di perseguire le strade delle agricoltura, fondata su produzioni locali, oltre che del turismo balneare, culturale, storico-religioso ed enogastronomico, avendone tutte le carte e le potenzialità, dopo il fallimento della politica delle cattedrali nel deserto dell'industria chimica, che ha gia avvelenato la Valbasento oltre ad aver provocato numerosi morti.  Ancora una volta chi dovrebbe tutelare e supportare lo sviluppo minaccia di condannare ad un triste destino un'intera regione.

                                                                                                             

Per quanto è dato sapere, sono stati presi in considerazione altri siti Italiani nei quali stoccare per sempre le scorie, ma nessuno ha soddisfatto tutti i requisiti necessari in quanto l'intero territorio nazionale è a rischio sismico, dove più dove meno, inoltre non ci sono aree distanti centinaia di chilometri dai centri abitati data la conformazione della penisola. Pensate che il sito di stoccaggio, nella sciagurata ipotesi in cui dovesse essere creato, dovrebbe essere iperventilato dall'interno verso l'esterno in quanto le scorie continuano a produrre calore, un sistema che dovrebbe continuare a funzionarie per migliaia di anni, così come le segnalazioni di sicurezza per impedire che dopo secoli, o millenni  (semmai...) qualcuno possa scavarci.

Il problema dello stoccaggio e della messa in sicurezza delle scorie nucleari appare tanto insormontabile quanto lontano da una possibile soluzione anche in virtù del fatto che in tutto il mondo i rifiuti radioattivi continuano ad accumularsi in maniera sempre più cospicua anno dopo anno. Basti pensare che gli Stati Uniti producono annualmente 2300 tonnellate di rifiuti radioattivi e nella sola Francia si produce una quantità annua di nuove scorie pari a tutte quelle presenti in Italia. Il solo smantellamento di una centrale nucleare alla fine della sua vita operativa produce una quantità di scorie di quasi tre volte superiore a quella prodotta durante i 40 anni della sua attività. Oggi gli Stati Uniti, la prima potenza economica, politica e nucleare del pianeta, non possiedono ancora un sito unico, si sta pensando al monte Yucca che sorge nel Nevada meridionale, circa 160 km a nord ovest di Las Vegas, nella famigerata Area51, ma ad oggi, a parte quelle sotterrate impunemente durante la guerra fredda, le 104 centrali nucleari statunitensi continuano a produrre scarti radioattivi senza che essi abbiano una destinazione. Sempre negli Stai Uniti si era pensato al sito di Carlsbad, nel New Mexico, in Germania invece la scelta era caduta sulla località di Goldeben, nel nord del paese 120 km a sud-est di Amburgo, in riva all'Elba; entrambi localizzati in miniere sotterranee di salgemma ed accomunati dallo stesso destino: sottoposti per anni a lunghe inchieste pubbliche, sono stati bocciati.
Alcuni paesi, tra cui la Francia, hanno scelto di separare il plutonio contenuto nei combustibili utilizzati, un processo, denominato "ritrattamento", che rilascia una quantità di radioattività superiore di diversi ordini di grandezza a quella di una centrale nucleare  e che comunque non è efficace in quanto aggiunge il problema della gestione del plutonio e moltiplica i flussi di scorie. 
A livello globale è stata più volte dimostrata l'assoluta assenza di mezzi e di conoscenze tecnico/scientifiche per affrontare un problema che travalica di gran lunga le capacità operative degli esseri umani, tanto che attualmente non esiste nel mondo alcun sito di stoccaggio definitivo per scorie altamente radioattive, in nessuno dei 31 paesi nucleari. La grande maggioranza del combustibile utilizzato - che aumenta di circa 12.000 tonnellate all’anno e che, a livello mondiale, arriverà a 200.000 tonnellate nel 2010 - è conservata in vasche prossime ai reattori o in impianti di ritrattamento.

Tutto questo la dice lunga sulla scellerata proposta del nostro amabilissimo psiconano di reintrodurre il nucleare in Italia e di percorrere la strada dell'energia pulita (!) prodotta dall'atomo. Come si fa a definire pulito un ciclo se non è completo e se termina con una montagna di rifiuti altamente pericolosi? Produrremmo energia e contestualmente rifiuti tossici che al massimo saremmo in grado di sotterrare aspettando che perdano la loro radioattività tra migliaia di anni... questa è l'eredità per i nostri figli? Il mondo non si accorge di percorrere un vicolo cieco, o forse ha solo gli occhi coperti da tantissime banconote... e continua a propinarci tante belle bugie

IL MIO E' UN CATEGORICO ED INDISCUTIBILE NO ALLE SCORIE, NO AL NUCLEARE, NO AGLI INTERESSI ECONOMICI DI POCHI A DISCAPITO DI TUTTI!

Fonti:

ScanZiamolescorie.org
Luogocomune.net
Peacelink.it
Cartografareilpresente.org

 
 
 
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INFO


Un blog di: mizar_s_light
Data di creazione: 08/12/2007
 

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MIZAR

Zeta Ursae Majoris

Dall'arabo Miz'ar (cintura) è la stella centrale del "timone" della costellazione del Grande Carro, porzione dell'Orsa Maggiore e si trova a 60 anni luce dalla terra.
Il suo nome originario era Mirak, fu ribattezzata nel sedicesimo secolo da Giuseppe Scaligero.
Sua compagna inseparabile è Alcor, distante dalla terra 80 anni luce, più difficilmente visibile data la vicinanza ad una stella molto più luminosa, tanto che gli arabi la chiamavano Al-Suha "La trascurata". Nelle notti senza luna e fuori dalle città la si può vedere brillare debolmente, sopratutto se si cerca di non guardare direttamente Mizar. Nell'antichità la capacità di saper individuare nel firmamento le due stelle era considerata segno di buona vista.

I moderni telescopi hanno scoperto che il sistema Mizar-Alcor è tra i più complessi e tra i più affascinanti di quelli conosciuti. Entrambi gli astri infatti si dividono in sistemi multipli, Mizar è in realta una coppia strettissima di due stelle, Mizar A e Mizar B, che sono a loro volta una doppia ed una tripla, Alcor invece è una doppia.

Il motivo per cui Mizar è il mio nick e la luce di Mizar è il nome del mio blog è insito proprio in questa breve descrizione. Il suo sembrare un unica stella alla sola vista essendo in realtà un sistema molto complesso rispecchia la mia personalità ed il mio modo di pormi con gli altri. La prima impressione che trasferisco al mio interlocutore è sempre fuorviante rispetto alla mia vera essenza, la mia personalità è molto variegata e complessa e spesso mi piace "giocare" a far trasparire un lato piuttosto che l'altro. Mi piace essere poliedrico.
La luce di Mizar è una metafora del mio pensiero, perchè come la sua luce è il frutto e la somma delle luci delle stelle che la compongono, così il mio pensiero è il risultato dell'interazione di tutte le componenti della mia personalità.

Ed io non le conosco tutte...

 

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01 Febbraio 2009 - Diga San Giuliano - Matera

 

 

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