TraLeStelleDell'Orsa

Woda woda


Un miraggio, il caldo saliva al cielo e frantumando l'aria la dipingeva di una promessa beffarda. Il riflesso dell'acqua era già abbastanza nitido per dargli la sensazione che potesse scivolargli tra le dita ed affrancare l'urlo della lingua gonfia, l'eco delle gocce che cadevano al suolo suonava gli ultimi scricchiolii di una mente sull'orlo della follia, che si incrinava inesorabile verso l'oblio del nulla. Non sapeva da quanto tempo camminasse, era sopravvissuto al freddo della seconda notte dopo che si era risvegliato nel bel mezzo del deserto, quale poi... Non aveva idea di dove si trovasse, che si chiamasse Sahara, Teneré o chissà cosa un deserto rimaneva null'altro che un deserto. I nomi servivano solo a dargli una collocazione sulle mappe e sui libri di scuola. Ricordava solo una gran botta alla nuca dopo l'ultimo scontro con le truppe Etiopi, ed ora sotto un sole implacabile si sentiva evaporare e diventare parte di quel miraggio. Forse sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto, ironia del destino. Da bambino aveva assistito al fenomeno della fata morgana che dava l'illusione di unire due mondi così diversi, un continente ed un isola con storie diverse, mondi diversi. Ora nulla più rimaneva dello stupore fanciullesco che lo pervase quel giorno, quella che aveva di fronte era la scena ultima prima che il sipario si chiudesse... o forse quell'immagine era dipinta sul sipario già chiuso.Cadde, senza opporre resistenza, la sabbia incandescente gli graffio il volto scottato dal sole. Le ultime cose che vide furono due gocce d'acqua, di quel blu ciano che molti mesi prima aveva macchiato la sua tavolozza, prima che un pennello lo cospargesse sulla tela su cui prendevano forma i ghiacci del nord... poi le palpebre si chiusero, sulle gocce, sull'acqua e sul ghiaccio. E fu il buio.