Otto anni... come vola il tempo. Il 17 Gennaio 2001 finiva quello che per molti era un inferno cominciato a marzo dell'anno prima. Per me invece è stata un'esperienza indimenticabile. Certo io sono stato fortunato, dopo un brutto mesetto di addestramento ad Avellino fui trasferito a Bari, a 60 km da casa, in una caserma che sembrava un parco. Le compagnie erano degli edifici bassi tra i giardini ed i pini, che si ergevano alti a creare fresche ombre sullle panchine ed un paio di fontane. Io ero al magazzino della mensa e questo mi permise di non fare mai file, né guardie o piantoni e di mangiare sempre benissimo. Non so se sia una fortuna per i ventenni di oggi che la naja sia stata abolita. Io l'ho fatta senza troppe difficoltà è vero, ma anche quando ne parlo con i miei coetanei, che hanno trascorso quei dieci mesi in caserme normali, sento parole tinte di un leggero velo di nostalgia, raramente mi hanno riferito di esperienze traumatiche.Le amicizie, i dialetti, le notti senza dormire, le bevute... si finiva spesso sulle scale della compagnia, mio cugino dopo qualche tempo si portò dietro la chitarra e c'era quel ragazzo di Senise che in dialetto mi diceva Flash, candall a' canzon'... e la canzone era questa:
L'alba del terzo 2000
Otto anni... come vola il tempo. Il 17 Gennaio 2001 finiva quello che per molti era un inferno cominciato a marzo dell'anno prima. Per me invece è stata un'esperienza indimenticabile. Certo io sono stato fortunato, dopo un brutto mesetto di addestramento ad Avellino fui trasferito a Bari, a 60 km da casa, in una caserma che sembrava un parco. Le compagnie erano degli edifici bassi tra i giardini ed i pini, che si ergevano alti a creare fresche ombre sullle panchine ed un paio di fontane. Io ero al magazzino della mensa e questo mi permise di non fare mai file, né guardie o piantoni e di mangiare sempre benissimo. Non so se sia una fortuna per i ventenni di oggi che la naja sia stata abolita. Io l'ho fatta senza troppe difficoltà è vero, ma anche quando ne parlo con i miei coetanei, che hanno trascorso quei dieci mesi in caserme normali, sento parole tinte di un leggero velo di nostalgia, raramente mi hanno riferito di esperienze traumatiche.Le amicizie, i dialetti, le notti senza dormire, le bevute... si finiva spesso sulle scale della compagnia, mio cugino dopo qualche tempo si portò dietro la chitarra e c'era quel ragazzo di Senise che in dialetto mi diceva Flash, candall a' canzon'... e la canzone era questa:
