TraLeStelleDell'Orsa

Feria del libro


Come già scrissi in un post di qualche settimana fa, le ferie sono per me il momento in cui finalmente posso tuffarmi anima e corpo in un buon libro, senza orari che possano impormi di smettere, senza la paura che la notte trascorra ed io non ho ancora chiuso occhio.
Sono due quelli riposti fino a questo momento, entrambi ricevuti in regalo per il mio compleanno. Il Destino del Cacciatore, l'ultimo di Wilbur Smith, è stato il primo, letto nei ritagli di tempo dell'ultima settimana di lavoro. Una nuova avventura nel cuore dell'Africa, un altro viaggio in luoghi disegnati con i contorni dell'eden che non manca di mostrare isole di inferno, generate, come sempre, dall'unico animale al mondo in grado di generarle: l'uomo. Il secondo è Io sono Dio di Giorgio Faletti.
Anche se non riesco a fare a meno di ricordarlo come un poliziotto panciuto circondato dai culi scoperti e le tette al vento della ragazze di Drive in, devo proprio dirlo, come scrittore mi piace un sacco. A parte l'infelice Pochi inutili nascondigli, che ho fatto davvero fatica a leggere, tutti gli altri libri sono stati avvincenti ed imprevedibili e questo non è stato da meno, con un finale sorprendente,  nonostante qualche dubbio che passa comunque in secondo piano se considerato nella  totalità dell'opera. Ne sono stato totalmente rapito, così tanto da leggerlo in tre giorni, così tanto da divorare le ultime quattrocento pagine in mezza giornata, rimanendo sveglio fino alle tre e mezza del mattino.Non sono bravo a fare recensioni, lo avrete capito, per cui voglio soltanto riportare due brevi stralci che dalla carta si sono stampati nella mia mente. Il primo, fortemente attuale:Di solito la gente abbinava alla deturpazione fisica una propensione alla malvagità direttamente proporzionale. Senza riflettere che il male per nutrirsi deve essere seducente, accativante. Deve attirare a sé il mondo che ha intorno con la promessa della bellezza e la premessa del sorriso.Il secondo, cha apre i ringraziamenti finali:La fine di un romanzo è come la partenza di un amico: lascia sempre un poco di vuoto. Fortunatamente, il percorso ne fa rincontrare di vecchi e ne fa conoscere di nuovi.Ed è vero, è quel vuoto di essersi immedesimato nei personaggi, di aver vissuto le emozioni descritte dai caratteri stampati e di essere arrivato al termine della storia. Un vuoto da colmare, conoscendone di nuovi, leggendone di nuovi. Venerdì partirò per una breve vacanza, nel frattempo un'altra storia avrà già sostituito questa, e chissà che non ritorni anche la mia voglia di scrivere, assopita ormai da troppo tempo.In questi ultimi giorni passerò a salutarvi e a darvi l'arrivederci al mio ritorno.Il blog, ora chiude per ferie. A presto.