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La Luce di Mizar

 
 

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Le suggestive foto dei Sassi che vedete in questo box sono state scattate da Gerardo Fornataro, che mi onora della possibilità di arricchire e valorizzare il mio blog con i suoi lavori.
Grazie Gerardo.


































































































 
 

 

« Le avventure di Mizar 2 ...La masseria San Francesco »

Le avventure di Mizar 2 - Il ritorno - II parte

Ovvero: la maledizione del cercatore di funghi  

Accidenti... 
Vista da qui il suo stato di abbandono è ancora più evidente.
Le finestre sono ora buchi scuri e squadrati sulle pareti grige, ora cornici per il cielo grigio/azzurro... ma non erano previste schiarite? 
Poso nuovamente il cavalleto, do un'occhiata in giro e scatto qualche altra foto.

 

Foto 3

Uhm... non è questo il lato che voglio.
Devo andare sul lato opposto,entrando nel giardino interno e superando l'edificio passandogli di fianco.
Ci penso su un attimo, riprendo il telefonino "prende" ... e basta, questa volta.
Ok, provo ad avvicinarmi.
Quando sono ad una decina di metri dall'entrata noto sulla mia destra un piccolo deposito, con due porte alle estremità. E' grande qualche metro quadrato, non di più. Si intravedono delle scritte con vernice rossa. Sbircio al suo interno, so già cosa aspettarmi,
non sarebbe la prima volta del resto.
Invece c'è solo una data, scritta su una delle pareti interne con numeri alti quasi un metro, "1952".
Non c'è nient'altro di interessante qui. Ne esco fuori e noto un uliveto che confina con la masseria sul lato destro, diviso solo da un muretto a secco.
Si, fa proprio al caso mio.
Scavalco il muretto e supero la masseria, passando attraverso un tratto invaso da erba alta e carica d'acqua che costeggia il confine del giardino interno, rimanendo comunque abbastanza lontano, in maniera da poter notare movimenti strani.
In corrispondenza del lato corto della masseria mi fermo nuovamente, il cielo offre timidi squarci di sereno. Scatto un altro paio di foto... oh al diavolo, non sono arrivato fin qui per andar via prorio ora! Poi tutta quella storia è una balla ne sono certo.
Arrivo sul fondo della lama, sul cui costone sorge il complesso, e riprendo a salire il pendio opposto. L'uliveto ha lasciato posto nuovamente alla boscaglia di querce.
Taglio in diagonale portandomi a ridosso del muro perimetrale esterno ed eccola finalmente... è spettrale ma allo stesso tempo affascinante. Sembra creata per il set di un film dell'orrore. Assi di legno ad una delle finestre, porte scardinate. Nessun segno di presenze umane, anche recenti, stato di degrado pressochè totale... Mette i brividi.
Riapro il cavalleto, seleziono il bilanciamento del bianco ottimale, la nitidezza, provo lo zoom... mi tremano un po'le mani... non è una novità. In realtà sono teso come una corda di violino, ma riesco a rimanere concentrato sul display della macchinetta fotografica, dando le spalle alla selva. Le nubi si stanno diradando, ma il sole è basso sull'orizzonte e la luce non è tanta.
Ci sono dei rami spogli nell'inquadratura che non permettono di vedere tutto l'edificio senza elementi di disturbo...

 

Foto 5

...daranno quell'effetto un p'o macabro.

Dopo un po' mi risollevo, per istinto giro la testa alle mie spalle... solo io. Guardo giù, oltre il muretto.
Da lì si che verrebbero delle belle foto
L'inquadratura sarebbe pulita e potrei scattare dal basso verso l'alto, dando l'impressione che sia più grande di quello che in realtà è.
Quando ho ormai deciso di andarci vicno si alza improvvisamente il vento, che prende ad ululare tra i rami semi spogli degli alberi e tra le aperture della masseria. Si sente un tonfo provenire dal suo interno. Sembrerebbe un pezzo di legno caduto per terra. Un asse? Una porta? Un gatto o un topo che ha fatto cadere qualcosa?
Guardo in alto, farà buio in mezz'ora, ed io devo rifare tutta la stradina nel bosco ancora... ho fatto quello che avevo da fare, meglio togliere il disturbo va.
Un po' mi dispiace, ma non ho proprio voglia di fare il temerario, sarà pure una cazzata ma resta il fatto che qui non c'è anima viva per chilometri.
Un ultimo sguardo di timore misto a delusione, e riprendo la strada percorsa all'andata con le orecchie tese a percepire ogni rumore. Il silenzio è rotto ogni tanto solo dagli echi degli spari e dal vento che muove gli alberi.
Arrivo alla macchina, ci faccio un giro attorno, nulla di strano.
Mentre mi rimetto alla guida ripenso a tutto quello che è successo... e se mi fossi soltanto fatto suggestionare dal racconto del cercatore di funghi? E se invece ci fosse stato davvero qualcuno e mi fossi avvicinato? 
Insoddisfatto riparto, sotto un cielo che si apre in ampi squarci di sereno ed il sole che, quasi sotto l'orizzonte, tinge le nubi ancora rimaste di rosa.
Giunto al bivio con la s.s. 7 mi viene in mente... "ma si, se sono  fortunato faccio in tempo".
A poche centinai di metri c'è un'altra masseria, Diana Bellavista, restaurata di tutto punto ed adibita a sala ricevimenti, che conserva ancora tutte le fortificazioni... è aperta!
Vado via solo quando è ormai buio pesto, la delusione ha lasciato il posto alla soddisfazione.
Devo lavorarci un po' sù al pc, ma sono certo di aver scattato delle belle foto...

e non mi sbagliavo.

 

Fine

 
Rispondi al commento:
eos62
eos62 il 05/12/09 alle 21:53 via WEB
Ciao Giuseppe ..non ti sbagli sia le foto che il post sono troppo belle!un abcione carissimo
 
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Un blog di: mizar_s_light
Data di creazione: 08/12/2007
 

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MIZAR

Zeta Ursae Majoris

Dall'arabo Miz'ar (cintura) è la stella centrale del "timone" della costellazione del Grande Carro, porzione dell'Orsa Maggiore e si trova a 60 anni luce dalla terra.
Il suo nome originario era Mirak, fu ribattezzata nel sedicesimo secolo da Giuseppe Scaligero.
Sua compagna inseparabile è Alcor, distante dalla terra 80 anni luce, più difficilmente visibile data la vicinanza ad una stella molto più luminosa, tanto che gli arabi la chiamavano Al-Suha "La trascurata". Nelle notti senza luna e fuori dalle città la si può vedere brillare debolmente, sopratutto se si cerca di non guardare direttamente Mizar. Nell'antichità la capacità di saper individuare nel firmamento le due stelle era considerata segno di buona vista.

I moderni telescopi hanno scoperto che il sistema Mizar-Alcor è tra i più complessi e tra i più affascinanti di quelli conosciuti. Entrambi gli astri infatti si dividono in sistemi multipli, Mizar è in realta una coppia strettissima di due stelle, Mizar A e Mizar B, che sono a loro volta una doppia ed una tripla, Alcor invece è una doppia.

Il motivo per cui Mizar è il mio nick e la luce di Mizar è il nome del mio blog è insito proprio in questa breve descrizione. Il suo sembrare un unica stella alla sola vista essendo in realtà un sistema molto complesso rispecchia la mia personalità ed il mio modo di pormi con gli altri. La prima impressione che trasferisco al mio interlocutore è sempre fuorviante rispetto alla mia vera essenza, la mia personalità è molto variegata e complessa e spesso mi piace "giocare" a far trasparire un lato piuttosto che l'altro. Mi piace essere poliedrico.
La luce di Mizar è una metafora del mio pensiero, perchè come la sua luce è il frutto e la somma delle luci delle stelle che la compongono, così il mio pensiero è il risultato dell'interazione di tutte le componenti della mia personalità.

Ed io non le conosco tutte...

 

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01 Febbraio 2009 - Diga San Giuliano - Matera

 

 

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