La Luna di Eva

Compagna di stanza


Dove cazzo sei stata, ti pare l’ora di tornare a casa? - disse la SolitudineHo fatto il solito giro in centro e alla chiusura dell’ultimo negozio mi sono diretta al centro commerciale, l'unico posto aperto dove trovare altri occhi che riflettano un po’ della mia stessa luce - risposi ioStolta, e ingrata! Io mi sacrifico tutto il giorno per farti trovare la casa come piace a te e tu mi ripaghi con questa moneta Mi morsi le labbra, accesi la prima siga del secondo pacchetto e le risposiVeramente pensi che io ti debba qualcosa? Vivi da troppi anni dentro queste mura e ormai la tua presenza è tanto insopportabile quanto inopportuna. Pagassi almeno una parte dell’affitto, ma sei buona solo a consumare le mie notti. E se non fosse che ormai hai fatto amicizia con Vodka e Marlboro, qua staresti sul cazzo a tutti. Nemmeno lo specchio ti sopporta più.Puttana! Come ti permetti di dirmi queste cose? Ma se non mi lamento nemmeno quando rientri ubriaca  in piena notte in compagnia di quegli uomini sempre diversi, ma anche troppo uguali per ricordane il nome il giorno dopo… E nemmeno mi avverti prima! - rispose la SolitudineSpero disperatamente che tu te ne sia andata altrove, ma non succede mai. Credimi se potessi ti ucciderei ma so che non è possibile, e anche lo fosse so che ne pagherei un prezzo anche più alto - risposi prendendo dal tavolo un bicchiere dimenticato quasi pieno prima di uscireMagari lo facessi! Almeno avresti dimostrato di avere un briciolo di coraggio e per una volta, anche ultima, avresti il mio rispetto - rispose la Solitidine Finii la vodka, spensi la sigaretta nel bicchiere. Presi la Glock 9x21 che portavo in borsetta e gliela puntai controLei mi sorrise avvicinandosi, mi prese dolcemente la mano destra nella sua, e premette il grilletto per me.(© Eva Lunardi)