CIAO A TUTTI

L'ALTRA ME STESSA


Passeggiavo in una dolce serata primaverile lungo un viale di gelsomini, la luna alta nel cielo e le stelle brillanti all'orizzonte, il profumo inebriante di primavera... Sotto la luce la mia ombra, lunga, nera, annebbiata, proiettata su un muro di mattoni, sembrava si volesse staccare da me. Urlante, scalpitante, con un'anima propria, stretta in un corpo non suo, costretta dalle abitudini della vita, dalle ipocrisie, rinchiusa nella sua fragilità, con un'unica voglia: volare via! Mi camminava a fianco silenziosa, tetra, persa nella sua oscurità, sempre più sottile, più impalpabile...Aveva conosciuto la delusione d’amore, il tradimento… contorta, contrita, afflitta, eppure camminava diritta, fiera, aspettava la vendetta, la bramava, la meditava….L’occasione si presentava in una tiepida serata estiva, complice il cielo nero della notte, un piccolo borgo medievale, le verdi campagne intorno celate dall’oscurità, il canto dei grilli, due birre, una piccola clio parcheggiata lungo un sentiero. Ero io quella ragazza in compagnia di quel ragazzo, che rideva, si divertiva, aveva trovato un po’ di felicità negli occhi di lui… Poi d’un tratto la luna tra le nuvole: di nuovo LEI la mia ombra, con i fianchi snelli, le lunghe gambe, impalpabile, inafferabile, inaddomesticabile. Un istante, solo un istante per staccarsi dal mio corpo sicura di sé, consapevole… si avvicinava lentamente a lui, labbra sulle labbra, mani con mani, corpi su corpi. Potevo sentire l’odore del mare misto ai profumo di fiori di limone che lui emanava, potevo sentire le sue mani calde sul mio corpo… Io consapevole, lei senza cuore né anima né sangue né emozioni, eppure palpitante, viva, soddisfatta del suo operato. Le nuvole lentamente ricoprivano la luna e LEI silenziosamente svaniva leggiadra ed appagata, io rimanevo lì tra le braccia di quell’uomo tra mille pensieri e sensazioni con un grande vuoto dentro.