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Post n°166 pubblicato il 27 Settembre 2010 da lorenzo_na
Il cantante Angelo Mazzella in un video interpreta un capo clan che ordina omicidi ed uccide il rivale in amore. Proteste e sdegno sul web, qualcuno scrive "Mi scuso a nome dei napoletani per questo imbecille. Non siamo tutti così." Il mare a Napoli fa da sfondo alla monnezza. Ma il fetore non sale solo dai sacchetti dell’immondizia. Andando su YouTube c’è da provare vergogna per un video postato in questi giorni. Un sedicente cantante neomelodico, tale Angelo Mazzella (in arte Zuccherino) ha prodotto un video per il suo ultimo successo di quartiere “Comme se fa”. In questo squallidissimo video “l’artista” è un camorrista riverito e temuto che ordina omicidi e dispensa pistole ai suoi uomini. La storia di corna ed amanti che immancabilmente fa da corollario a questo schifo non ha importanza alcuna, quello che spaventa e disarma è l’immagine vincente della camorra che questo video promuove. La questione è reale e non è limitata solo a qualche delinquente incallito. Il problema è antropologico e riguarda una sottocultura strisciante e saldamente radicata anche tra chi non è appartenente o vicino a nessun clan. Inutile far finta di niente o cercare di sminuire e circoscrivere l’argomento tacciando simili porcherie come l’opera di un deficiente isolato. Nel repertorio di questi improbabili cantanti della cosiddetta musica neomelodica non è raro trovare canzoni che inneggiano e celebrano la vita da camorrista. Un clamoroso successo ebbe qualche anno fa “O’ latitante” di Tommy Riccio, ma più recentemente un tale Nello Liberti in “O’ capo clan” canta “Il capo clan è un uomo serio e non è davvero cattivo/ Il capo clan non sbaglia, perché per la famiglia è il capo e deve saper comandare (…) E’ capo è sa vivere e noi dobbiamo rispettarlo.” Forse qualcuno sorriderà ascoltando queste canzoni, ma il successo che questo genere di musica riscuote da tantissimi anni, con la sua visione distorta e corrotta della vita di tutti i gironi, è preoccupante. La cultura popolare è sempre megafono e specchio di coloro a cui è rivolta, a differenza della cultura di elitè che è espressione, il più delle volte, del percorso personale di un singolo artista. Ed il quadro umano che esce dalla musica neomelodica, ed in alcune canzoni in particolare, è davvero poco edificante. N on si può che provare vergogna e schifo. Come forse l’avrà provata la mamma di Giuseppe Avolio, arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di essere il sicario di Teresa Buonocore, che si è lanciata dal secondo piano del suo appartamento di Portici. Ma la signora Flora non è riuscita nel suo intento di suicidarsi ed è ricoverata in gravissime condizioni al Loreto Mare. Napoli invece non sappiamo quando ancora sopravviverà a se stessa e ai suoi figli ingrati.
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