Creato da: lorenzo_na il 05/08/2008
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« Bancarotta di StatoLa strage degli innocenti »

La storia siamo noi

Post n°97 pubblicato il 08 Novembre 2009 da lorenzo_na
 

Un giorno di 20 anni fa centinaia di persone decisero di fare la storia buttando giù un muro di silenzio e di vergogna. Oggi altri muri si ergono intorno a noi

Venti anni fa, il 9 novembre del 1989, il Die Mauer, il muro che per 28 lunghissimi anni ha diviso il la Germania, l’Europa e il mondo occidentale in due blocchi contrapposti cadde. E cadde senza fare nemmeno una vittima, senza che il sangue di un solo uomo fosse versato.
Una “rivoluzione di velluto” che nessuno avrebbe immaginato potesse accadere fino a 24 ore prima, un miracolo. O un “Irrtum”, un errore, semplicemente un fraintendimento per il vetusto apparato della Deutsche Demokratische Republik  (la Ddr), ultimo avamposto del sistema sovietico in Occidente. muro
La Guerra fredda era iniziata quaranta anni prima, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale: l’USA e l’URSS, l’est e l’ovest, contrapposti in una spirale di paura, una corsa agli armamenti e come unico deterrente la terribile minaccia di una guerra nucleare da entrambe le parti. Un incubo che trovò la sua soluzione come spesso accade altrove, lontano da quella cortina di ferro e mattoni nel cuore della vecchia Europa. Tutto ebbe inizio a Danzica, in Polonia, con lo sciopero nei cantieri navali e la fondazione del sindacato Solidarnosc, una miccia da cui poi si è scatenato tutto, un regalo dei ribelli dell'est Europa insomma. Ma alcuni storici indicano ancora prima l’invasione sovietica dell’Afganistan come l’inizio di tutto, spostando ancora più lontano l’epicentro della propria analisi.
Una rivoluzione comunque subita dal basso più che indotta da strategie di politica internazionale, che comunque non si sarebbe potuta realizzare senza il coraggio ed il tacito assenso di George Bush padre, Helmut Kohl e soprattutto del “traditore” Mikhail Gorbaciov. Figlia di quella notte di vent’anni fa piena di euforia e di buoni propositi è la globalizzazione, un mostro finanziario che non abbiamo saputo controllare, scoppiato in una crisi finanziaria che ha travolto tutti i paesi occidentali.
Ma lo spettro di quegli antichi fantasmi che portarono poi alla costruzione del muro oggi li vediamo riaffacciarsi altrove. In Palestina oggi c’è un muro bel più alto ed invalicabile di quello di Berlino, un muro che questa volta non divide due super potenze, ma due religioni, due civiltà. La corsa agli armamenti dell’Iran è una diretta conseguenza di questa contrapposizione ed è un vecchio adagio che purtroppo conosciamo bene. Ma come fu per il muro di Berlino e per i berlinesi anche la soluzione di questo problema va ricercata altrove e non nella striscia di Gaza, dove sia i palestinesi che gli ebrei sono vittime di un sistema più grande di loro. Il passato purtroppo non aiuta perché la storia personale dei due popoli sembra legittimare entrambi alla permanenza in quella regione. Due destini per una sola terra verrebbe da dire. Quindi la risposta è da ricercarsi solo nel futuro ed è una rivoluzione che dovrà partire da lontano, e questa volta non potrà prescindere dall’impegno di tutti.
Questo scontro tra civiltà, tra occidente ed est asiatico, tra cristiani e mussulmani, potrà cessare solo scardinando il rapporto tra politica e fede e nella coesistenza di Stati laici (non laicisti). La Costituzione europea va nella direzione giusta, ma il principio fondamentale della laicità fu sottoscritto dai più importanti paesi europei compresa l’Italia già nel 1950, con la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Chi oggi grida allo scandalo per la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, che ha stabilito l'illiceità della norma che impone i crocifissi nelle aule della scuole pubbliche italiane, semplicemente non sa che l’Italia (ed era un governo democristiano) ha sottoscritto quel documento più di quaranta anni fa.
“La Convenzione stabilisce l'equidistanza di ogni Stato rispetto a ogni religione e il diritto di ogni genitore a vedere i suoi figli istruiti nel rispetto di questo principio di equidistanza. Il crocifisso nelle aule, esprimendo una maggior vicinanza dello Stato a una religione specifica, violerebbe questo principio, tanto più che il crocifisso viene ostentato in un contesto particolarmente influenzabile come quello dei minori”. (da L’Espresso).
La legge non ammette ignoranza, insomma, nemmeno quella dei nostri politici che in verità fingono di non sapere per un bieco tornaconto propagandistico. Comunque la sentenza della Corte Europea non nega “le radici cristiane”, come si sente dire da vari pulpiti (basta andarsi a leggere il documento, noi lo abbiamo fatto), anzi fa notare che un vero attacco alla Chiesa cattolica sarebbe stato accettare le tesi del governo italiano, che svuotano di ogni valore religioso il crocifisso riducendolo a un banale simbolo della tradizione locale, quasi folcloristico, tipo una pizza o un mandolino (in alcuni passaggi i legali del governo sostengono addirittura che il crocifisso lo si può lasciare lì perché tanto non lo guarda nessuno).
La religione è una cosa seria, ma deve attenere alla sfera personale del singolo. La scuola italiana è una scuola pubblica, non una scuola cattolica, serve per educare non per evangelizzare ed i bambini di altre confessioni o atei entrando in una classe devono avere gli stessi diritti di quelli cattolici. E’ così in tutti i paesi avanzati e la nostra Costituzione non è meno chiara di quella degli altri riguardo a tali argomenti. Non tutti sanno che l’introduzione del crocifisso in classe fu voluta nel lontano 1924 durante il periodo fascista. In pratica si stabiliva che “ogni scuola deve avere la bandiera nazionale, ogni aula il crocifisso e il ritratto del Re”.
Poi il 25 marzo 1985 i Patti Lateranensi del 1929 sono stati modificati ed il principio secondo cui la religione cattolica era la sola religione dello Stato italiano è stato abolito. Inoltre “la Corte costituzionale italiana nella sua sentenza n. 508 del 20 novembre 2000 ha riassunto la sua giurisprudenza riguardo a questi argomenti affermando i  principi fondamentali di uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di religione (articolo 3 della Costituzione) e di eguale libertà di tutte le religioni dinanzi alla legge (articolo 8) e ha stabilito quindi che l’atteggiamento dello Stato deve essere segnato da equidistanza e imparzialità, indipendentemente dal numero di membri di una religione o di un’altra (..) Una tale posizione di equidistanza e di imparzialità è il riflesso del principio di laicità che per la Corte costituzionale ha natura 'di principio supremo' e che caratterizza lo Stato in senso pluralista. Le credenze, culture e tradizioni diverse devono vivere insieme nell’uguaglianza e nella libertà“ (dalla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo).
Ma tutte le carte di questo mondo non potranno comunque mai superare un limite che è tutto culturale, oseremmo dire antropologico. L’Italia stenta da questo punto di vista a stare al passo con le altre nazioni data l’influenza esercitata dal Vaticano sulla vita pubblica nazionale. A settembre di quest’anno con un documento indirizzato alle conferenze episcopali di tutto il mondo la Chiesa Cattolica ha gettato la maschera,  dichiarandosi contraria all’ora di religione quale “studio del fatto religioso di natura multiconfessionale o di etica e cultura religiosa”.
Il problema come si vede non è il crocifisso nella aule, ma una guerra di religioni e di popoli, e il Vaticano rivendica le radici cristiane dell’Europa chiudendo le porte all’insegnamento delle altre confessioni. I nostri politici recitano da par loro solo una parte, scadendo a volte nel parossismo più ridicolo (vedi la sfuriata di La Russa in televisione). Ma noi siamo convinti che la strada da seguire sia un’altra, quella segnata dal buon senso e dalla ragione. Gli stessi che portarono venti anni fa centinaia di persone comuni a scavalcare quel muro come la cosa più naturale di questo mondo e a fare la storia. Oggi sarà più difficile perché dovranno cadere molti muri prima che un bambino palestinese ed un ebreo si stringano la mano, muri che abbiamo dentro ognuno di noi.

pubblicato su
http://www.tuttiinpiazza.it/rubriche/globalmente/la_storia_siamo_noi/la_storia_siamo_noi.asp

 
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Commenti al Post:
avamposticulturali
avamposticulturali il 08/11/09 alle 21:37 via WEB
Salve, ho scritto un ampio commento dal titolo: Chiesa – 8x1.00 ICI Sovvenzioni – TUTTA LA VERIA’ http://blog.libero.it/controchiesa/view.php?nocache=1257633079
(Rispondi)
 
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