Creato da: lorenzo_na il 05/08/2008
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Mastella annuncia "Mi candido a sindaco di Napoli, e faccio sul serio!"

Post n°163 pubblicato il 18 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
Foto di lorenzo_na

Ministro della Giustizia per il centrosinistra, poi euro parlamentare della destra. Qualche mese fa le voci di una sua partecipazione all'Isola dei Famosi, ora l'annuncio "Quando vengo a Napoli soffro nel vederla così. Mi candido".

E’ più cazzuto che mai Mastella. Nemmeno quando si difese in aula da Ministro della Giustizia dalle accuse di concussione ( e tanto altro ) rivolte a lui e alla moglie era così risoluto:” Mi candido a sindaco di Napoli. E faccio sul serio!”. Fa sul serio l’attuale neoparlamentare del Pdl (ex ministro per il governo di centro sinistra), perché soffre nel vedere la città dai finestrini della sua auto blu:” Quando vengo a Napoli soffro nel vederla così, mi creda. Ma secondo lei dal finestrino della macchina o quando camminiamo per strada non restiamo sconcertati di fronte allo stato delle cose?”. Nel centro destra da tempo si dibatte tra i possibili candidati alla poltrona di Palazzo San Giacomo: c’è Lepore, presidente degli Industriali; c’è Marinella famoso imprenditore delle cravatte etc. Ma il buon Clemente non sente ragioni:” Io mi candido e basta. Se la coalizione vuole seguirmi, benissimo, anzi è auspicabile, altrimenti io proseguo la mia strada.” Siamo sicuri che queste sue dichiarazioni getteranno scompiglio nel Pdl campano.. o forse no?

Povero Mastella è proprio in cerca di una sistemazione degna del suo status di statista. Tant’è vero che a maggio preso dallo sconforto aveva annunciato la sua presenza all’isola dei famosi. “Perché no?” disse, gettando nel panico milioni di italiani. Il solo pensiero di vederlo in mutande in cerca di una noce di cocco ha terrorizzato anche i telespettatori più incalliti. “La cosa è divertente. Sull'isola potrei dimagrire. Vista l’età che avanza non sarebbe male. E di sicuro acquisterei un aspetto più piacente per mia moglie Sandra.” Meno divertente sarebbe per i napoletani averlo come sindaco.

 

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http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/regione/mastella_annuncia__mi_candido_a_sindaco_di_napoli_e_faccio_sul_serio!_/mastella_annuncia__mi_candido_a_sindaco_di_napoli_e_faccio_sul_serio!_.asp

 
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I 150 anni dall'invasione padana al sud

Post n°162 pubblicato il 09 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
Foto di lorenzo_na

Il 7 settembre del 1860 Garibaldi entrava a Napoli. Cominciava il declino per il sud Italia derubato dai Savoia e lasciato in mano alla criminalità. Il Laboratorio Insurgencia ha rinominato le strade e le piazze della città dedicate agli eroi dell'Unità d'Italia con i nomi dei partigiani e delle vittime di mafia.

“L´ingresso nella grande capitale ha più del portentoso, che della realtà. Accompagnato da pochi aiutanti, io passai frammezzo alle truppe borboniche ancora padrone, le quali mi presentavano l´armi con più ossequio certamente, che non lo facevano in quei tempi ai loro generali. Il 7 settembre I860! E chi dei figli di Partenope non ricorderà il gloriosissimo giorno? Il 7 settembre cadeva l´aborrita dinastia che un grande statista inglese aveva chiamato "Maledizione di Dio"! e sorgeva sulle sue ruine la sovranità del popolo, che una sventurata fatalità fa sempre poco duratura....”. Così descriveva Garibaldi nelle sue Memorie l’arrivo a Napoli. Sono passati 150 anni esatti da allora e, siamo sicuri, se Garibaldi avesse saputo come sarebbe poi andata a finire per il sud del paese avrebbe girato il suo cavallo e se ne sarebbe tornato indietro. Chi lo accolse festante per le strade di Napoli credette in una liberazione e invece si trattava dell’inizio del declino del mezzogiorno d’Italia. Ma Garibaldi non c’entra, anche lui fu usato e raggirato. Nelle stesse Memorie dava sfogo all´amara constatazione dell´avversione irriducibile di Cavour e del partito dei moderati cavouriani, fautori dell´indirizzo che si sarebbe nei fatti affermato e che avrebbe orientato la storia del Sud e della Italia tutta sui binari del centralismo monarchico sabaudo e della "piemontesizzazione". Napoli ed tutto il Regno delle due Sicilie furono letteralmente saccheggiate dai Savoia, e poi lasciate in mano ai briganti dei quali si servirono per organizzare le sommosse contro i borboni. La criminalità organizzata (camorra, mafia, ndrangheta) ed il divario tra nord e sud del paese nasce allora. E “l’aborrita dinastia” non era in realtà quella che per oltre un secolo i libri di storia ci hanno raccontato. L’idea che il Regno delle due Sicilie fosse arretrato e povero è un falso storico messo su ad arte per legittimare un Risorgimento che di risorgimento non ha proprio nulla.. almeno per il sud. I Borboni erano la dinastia più ricca e potente d’Europa e Francischiello quando andò via da Napoli lasciò tutto il tesoro dello stato e le ricchezze personali alla città perché riteneva che quei tesori appartenessero al suo popolo. Il sud Italia era all’avanguardia nella scienza, nell’industria, primeggiava nella cultura. La prima ferrovia d’Italia fu la tratta Portici-Napoli, altro che regno arretrato! I libri di storia non raccontano nemmeno che dopo un anno dalla “liberazione” dai Borboni i meridionali iniziarono a ribellarsi contro i Piemontesi e alle loro false promesse. Iniziò così  una vera e propria pulizia etnica: solo nel 1862 si contano 20.000 fucilati, 2000 imprigionati, 1500 uccisi durante le sommosse, 20.000 meridionali emigrati  (l’emigrazione verso il nord o all’estero nasce allora) per sfuggire alle repressioni Sabaudiche e alla fame (i dati sono presi da una relazione alla Camera di Torino sulla situazione del ex regno delle Due Sicilie, quindi dati ufficiali). Il 1863, se possibile, fu anche peggio: 6.000 condannati a morte, 60 paesi rasi al suolo con un milione di morti, circa 100.000 persone costrette a lasciare la loro terra e rilocate forzatamente in altre regioni d'Italia. E per ultimo, la strage piu' efferata:  circa 30.000 soldati ed ufficiali della Guardia Regia borbonica, che si rifiutarono di prestare giuramento al nuovo re Sabaudo e che furono deportati nelle zone montagnose del Nord Italia e lasciati a morire di freddo e di fame nei lager.

Questo è stato il Risorgimento italiano per noi del sud e per ricordarlo degnamente qualcuno stanotte ha cambiato il nome ad alcune strade ed ad alcune piazze in città: piazza Garibaldi è diventata per un giorno piazza Michela De Cesare “partigiana del Sud”, la Galleria Umberto è diventata Galleria del Mediterraneo, Piazza Plebiscito Piazza Magna Grecia. Onore anche alle vittime di mafia come Peppino Impastato e Pio La Torre che hanno pagato con la vita dopo oltre un secolo gli errori e gli orrori di allora e che ancora tutti continuiamo a pagare. Inoltre sono state messe delle bandire della padania tra le mani delle statue di Vittorio Emanuele a Piazza Plebiscito, di Garibaldi e del gruppo dei Mille nell’omonima piazza. Chi l’ha fatto conosce bene la storia d’Italia e del suo sfortunato e derubato meridione.

 

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http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/dall_italia/i_150_anni_dall_invasione_padana_al_sud/i_150_anni_dall_invasione_padana_al_sud.asp

 
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Giandomenico Lepore ne "I Promessi Sposi"

Post n°161 pubblicato il 02 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
Foto di lorenzo_na

Il Procuratore capo di Napoli denuncia:"Situazione catastrofica, servono risorse non il processo breve" ed invita i suoi colleghi a risparmiare sulla benzina. In pericolo è anche la sicurezza dei magistrati, mancano le auto blindate.

“Questo processo non s'ha da fare, né domani, né mai.” Don Rodrigo è stato categorico con i suoi bravi, ci tiene a rimanere un Cavaliere senza macchia. Dopo anni in cui l’ha fatta franca sarebbe davvero increscioso dover subire l’onta di un processo per i suoi (loschi?) affari. Così Don Abbondio/ Fini è stato avvisato, sennò qualcuno potrebbe farsi male. Ma il nostro curato stavolta non ci sta e si adopra affinché giustizia sia fatta.. quella vera! Don Rodrigo, si sa, è un po’ prepotente ed arrogantello ed ha una idea della giustizia tutta sua. Va dicendo in giro che la Legge sul Processo Breve è una priorità del Paese, che i paesani non ne possono più di questi processi lunghi lunghi, quindi meglio non farli iniziare proprio. Ma in paese la gente ha fame e dubitiamo che questa volta i polli ci ricascano di nuovo. E i dottor Azzeccagarbugli stavolta sono sul piede di guerra: la Giustizia con la A maiuscola ha seri problemi, mancano i fondi e le strutture. A dirlo è il Procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore:” Ho letto che saranno previsti finanziamenti per far partire la riforma. Ma forse bisognerebbe pensare innanzitutto alle risorse indispensabili per il processo attualmente in vigore. Gli uffici sono senza soldi, senza auto blindate, senza personale e senza benzina. Non siamo abituati a lamentarci, continueremo a svolgere il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto prestando massima attenzione alle spese. Però sarebbe meglio mettere la barca nelle condizioni di navigare tranquillamente, prima di pensare a modifiche sulle quali, peraltro, come magistratura abbiamo già avuto modo di esprimere qualche perplessità.” Poi il Procuratore invia una circolare di poche righe agli uffici competenti:” Invito i colleghi a utilizzare le auto di servizio so lo per esigenze eccezionali ed evitando sprechi in quanto  la situazione del carburante è catastrofica.” A Napoli, secondo le stime consegnate nel novembre scorso al Csm da Lepore e dal presidente del Tribunale Carlo Alemi, la riforma così come attualmente all'esame del Parlamento provocherebbe l'estinzione di circa 50 mila processi. Francesco Cananzi, presidente della giunta distrettuale dell’Associazione magistrati è lapidario:”Gli effetti delle norme fortemente volute dal governo sono di fatti un'eutanasia della giustizia,” Speriamo che Don Abbondio questa volta tenga duro e che passi presto questa peste che affligge il paese.

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La mesta Piedigrotta

Post n°160 pubblicato il 31 Agosto 2010 da lorenzo_na
 
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A sette giorni dall'evento non c'è un programma. Fondi dimezzati, quindi niente carri, niente star. Schifone:" Si salverà l’aspetto religioso e qualche altro evento a corredo". Scalabrini:"Per me resta una mortificazione".
 

Let’it be, Hey Jude, magari Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band in una piazza Plebiscito stracolma. Era una idea, si poteva fare Sir Paul  McCartney a Napoli. Ma le buone idee a Napoli hanno vita breve. La nuova giunta Regionale ha tagliato i fondi alla Festa di Piedigrotta  considerandolo un altro spreco di Bassolino e ad una settimana dall'evento ancora non c'è un programma. Forse quella di far rinascere la più antica festa popolare della città è stata l’unica idea realmente buona dell’epoca bassoliniana, ma costa due milioni di euro, ed ancora non si sa cosa si farà, quando, e dove. Il  vicepresidente con delega al Turismo, Giuseppe De Mita assicura che “Si farà”, ma il commissario dell’Ente per il turismo (la cui nomina è scaduta il 15 agosto) aveva parlato chiaro:"Con i fondi dimezzati niente carri e niente star". Infatti il consigliere regionale con delega allo Spettacolo Luciano Schifone ha detto apertamente:”Si salverà l’aspetto religioso e qualche altro evento a corredo. Per esempio i fuochi a mare, le luminarie, qualche spettacolo canoro.”
Una miseria insomma, ma misera è la città. Qualche giorno fa, approfittando di una giornata di sole, sono stato a Marechiaro. Sporchissima, un mare schiumoso, sporcizia, scritte oscene sui muri. E che tristezza quella finestrella senza nemmeno un’anta ed un fiore rattrappito in un vaso di plastica. Retorica? No, la verità.
Due milioni di euro costa la Piedigrotta e forse, in questo periodo di bilancio in rosso alla Regione, era davvero uno scandalo spendere quei soldi. Ma quello che è lecito chiedersi è se è possibile che in tutta Napoli coloro che vivono di turismo non riescano a racimolare due milioni di euro per fare Piedigrotta. Sarà stata una idea di Bassolino, ma io mi ricordo la folla per strada. Salendo Posillipo che gioia vedere tutta quella gente accalcata per vedere i fuochi a mare, e che spettacolo quei fuochi! La verità è che non siamo più romantici, a Napoli non si sogna più e Napoli ha smesso di far sognare. I ristoratori e gli albergatori puliscono l’entrata del loro locale e a due metri lasciano che la città sprofondi nel degrado. Ma anche noi siamo così, cosa accade fuori l’uscio di casa nostra non è di nostra competenza, è colpa degli altri. Mancano sette giorni a Piedigrotta ed ancora non è stata fatta una conferenza stampa, non c’è un solo manifesto in città.  Con quel milione, tramontata l’ambiziosa e costosa ipotesi Paul Mccartney, Scalabrini aveva programmato una mostra su Salvatore Di Giacomo nel teatro Trianon; una sfilata storica il 7 settembre, giorno dell’arrivo di Giuseppe Garibaldi a Napoli; i fuochi a mare e un maxiconcerto in villa comunale con artisti nazionali e internazionali che avrebbero dovuto cantare Di Giacomo. Ma i soldi non sono mai arrivati e Scalabrini era uno degli uomini di punta dell’aministrazione Bassolino. Scaduto il suo mandato si era parlato di Valeria Casizzone (che ha addirittura lasciato l’incarico nella giunta Cesaro), poi il giro di nomine regionali è saltato ad inizio estate per le fibrillazioni interne alla maggioranza. Dal 15 di agosto insomma l’Ente per il turismo è senza guida e ci resterà per molto tempo, ma con Marechiaro in quelle condizioni è meglio non farli venire i turisti a Napoli.

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http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/arte_e_letteratura/la_mesta_piedigrotta_/la_mesta_piedigrotta_.asp

 
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Immobilizzato nel letto non va ad una visita di controllo. L'Inps gli nega la pensione

Post n°159 pubblicato il 28 Agosto 2010 da lorenzo_na
 
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Un ragazzo idrocefalo che lotta per la vita da 28 anni non si è potuto presentare ad una visita e gli è stata tolta l'indennità "È giusto fare controlli e colpire i falsi invalidi, ma non deve andarci di mezzo la gente che soffre" dice il padre.

“Gentile signore a seguito del ricalcolo della prestazione in oggetto è stato accertato che lei ha riscosso un importo superiore a quanto spettante. Potrà rivolgersi agli uffici dell´Inps per ogni ulteriore chiarimento.” Il “gentile signore” in questione si chiama Pasquale, è un ragazzo che vive con i suoi genitori in una strada senza uscita del quartiere Ponticelli. Ma vivere non è il verbo esatto. Da ventotto anni Pasquale è immobilizzato nel letto perché idrocefalo e questa sua deformazione gli ha provocato una ipertensione endocranica. Il liquido continua ad accumularsi nella sua testa divorando il tessuto cerebrale. Il padre, disoccupato da 14 anni legge la diagnosi imparata ormai a memoria: tetraparesi spastica grave in soggetto portatore di Shunt ventricolare peritoneale, non deambulante con afasia totale. Insufficienza respiratoria.

Secondo l’Inps Pasquale avrebbe dovuto presentarsi ad una visita di controllo a marzo scorso, ma non ci è andato, e allora gli ha tolto la pensione di invalidità. Sono 740 euro che non bastano nemmeno a pagare le medicine dice la madre:”Ma l´Inps non ci ha mai comunicato la necessità di sottoporre Pasquale a un´altra visita. Fra l´altro, il tipo di patologia esonera mio figlio da ulteriori accertamenti.” L’ente previdenziale conferma, ma solo. dopo le proteste dei genitori del ragazzo e una denuncia sporta ai carabinieri di Ponticelli contro il ministro dell´Interno, contro il direttore generale dell´Inps e quello della sede di Napoli, i medici hanno accertato l´esenzione dalla visita per Pasquale.

E' una lotta contro la burocrazia e la malasanità che i suoi genitori combattono da ventotto anni. Ma Pasquale non lo sa. “Vive in un mondo tutto suo”, racconta Anna, la madre “Non ha mai parlato”. Ha alle spalle una decina di interventi al cervello e allo stomaco superati nell´incredulità dei medici, che più volte lo hanno dato per spacciato ed ha già ricevuto due estreme unzioni. Ha una gran voglia di vivere Pasquale, sorride quando vanno a trovarlo i nipotini, i figli della sorella minore. “Chi difende "gli ultimi" dalle ingiustizie?  Sono 28 anni che i diritti di mio figlio vengono calpestati. Ho denunciato l´Inps: se non gli ridanno la pensione d´invalidità questa volta vado fino in fondo, sono disposto a cospargermi di benzina nella loro sede”.
L’Inps con quella lettera a luglio aveva chiesto la restituzione di 2990 euro che non gli spettavano secondo un loro “ricalcolo”, poi la sospensione della pensione per una visita non fatta. Ora la direzione assicura che al più presto saranno rimesse in pagamento indennità e pensione, ma l´ultima parola spetta poi alla Commissione medica superiore di Roma che potrebbe sconfessare quella napoletana, rilasciato in base alla documentazione presentata dal padre del ragazzo. La caccia a Pasquale non è finita.

 

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