guardarsi dentro....

Di ritorno dall'India


Buon anno a tutti……e così apro  le porte di questo duemilanove…per rendermi conto che nulla è cambiato….se non la consapevolezza di quello che sono, delle trasformazioni che per un motivo o per l’altro…mi fanno sempre più vicino alla teoria Darwiniana  sull’evoluzione della specie, non tanto da un punto di vista fisico, il che è innegabile, ma da qualcosa che viene da dentro, che c’è sempre stato e che ora prepotentemente bussa alla porta per farsi vedere, per uscire, per dire  “ci sono anch’io”  ed è ora che fai i conti anche con me.  Parlo dei miei pensieri più reconditi che sono tanto facili da occultare, da fare finta che non ci siano, quanto impellenti ed improrogabili per non guardarli dritto negli occhi.  Sono tornato in India,  ma questo per chi mi legge anche sporadicamente non è una novità….la novità è che il piccolo seme di cui mi sono sempre preso cura, dopo essere stato in ibernazione per un bel po’ si è recentemente svegliato e reclama la sua nutrizione sotto forma di pensieri sotto forma si di parole ma soprattutto di fatti.  E allora veniamo ad un breve resoconto di questo viaggio, che sta cominciando adesso che sono tornato a farsi sentire.  Arrivati a Delhi abbiamo preso subito un aereo per Benares, città sacra nella parte centro orientale del paese bagnata dal “sacro” Gange  . Qui la vera arte dell’India è ancora per strada. I primi giorni nonostante tutto, ero rapito e stupito, c’è una tale ricchezza di civiltà che ti permea ad ogni passo e ti fa sentire a casa.  Le donne indiane, anche le più povere, sono spesso figure stupefacenti, portatrici di una femminilità quasi divina, ho toccato ed incontrato una diversità che non c’è in nessun altro paese, sono rimasto traumatizzato dall’estrema povertà, ma anche toccato nel mio io più intimo dalla spiritualità e dalla sacralità del quotidiano. Case principesche costruite sul Gange, dove ogni raja anticamente aveva il suo palazzo per andarci a morire. Riti religiosi quotidiani che in tanti definirebbero pagani in ogni tratto del fiume, cestine votive piene di fiori incensi e candele che galleggiano abbandonate alla corrente che le culla fino alla fine, conchiglie sonore che annunciano l’inizio del rito e folle di credenti che si riuniscono con la speranza che l’aldilà sia meglio di quello che hanno….e intanto pregano….tutti  I vari “pezzi” della città che digradano sul fiume si chiamano Ghat, quindi da una parte ci sono i lavatoi sul fiume per la pulizia dei panni, più avanti qualcuno stende per terra, fino ad arrivare dove i morti vengono bruciati. Ci sono cataste di legna con i rispettivi venditori che appoggiati ad enormi bilance aspettano i familiari del defunto, i più poveri, quelli che non possono permettersi l’acquisto della legna affidano i loro cari ai forni elettrici poco distanti fatti costruire da Ghandi. Nuvole di fumo acre si alzano dalle pire e si disperdono al vento, ci sono i “barbieri” che rasano, tranne un piccolo ciuffetto posteriore, le teste dei parenti più stretti…….tutto è tranquillo ….nessuno è disperato, qui la morte viene accettata nella sacralità del silenzio e tutto si ripete giorno dopo giorno..da sempre.   L’India che trovi qui è inondata di moltitudine, pensi che la terra non ce la fa a sfamarla. L’acqua non basta, ci sono disastri ecologici enormi, il Gange trasporta tutto un gran disordine, ci sono una miriade di villaggi e quello che ti colpisce è l’uomo e il suo destinoHo visto donne bellissime, povere ma regali, capelli raccolti, denti bianchi come perle, occhi vivi che si guardano attorno sbalorditi, ed ho capito che c’era un segreto, che si doveva trovare una chiave per capire questo paese… e la chiave è che agli indiani non importa della vita quotidiana, del fango, della sporcizia, il paese di cui si sentono fieri è un paese che esiste nella loro immaginazione che si esprime nell’architettura dei templi, in quelle divinità impiastricciate di fiori di riso di dolciumi, l’India delle fiabe e che ancora vive lì con le scimmie i ganesh e gli elefanti ed in lontananza il ruggito della tigre…..ed in questa India ognuno si sente il benvenuto.....ed il tempo ha un'altra velocità rispetto al nostro  continua