IO E TE...NAPOLI

CHI BEN (RI)COMINCIA E' ALLA META' DELL'OPERA...


A vacanze finite il primo pensiero che mi viene in mente è la storia di un certo Raffaele Itlodeo, un marinaio che in uno dei suoi tanti viaggi finì con l'approdare su un'isola sperduta chiamata Utopia. Una volta sceso su quell'isola lontana, vi rimase per cinque anni, e, a chi diceva che in un paese come quello avrebbe corso il rischio di non avere nemmeno una tomba, lui rispondeva : "E che me ne importa! Uguale è la strada per arrivare al cielo, da qualunque punto si parta!". Utopia era lunga 200 miglia, tutti i cittadini erano uguali persino nel vestire, e lavoravano solo sei ore la giorno. Oggetti lussuosi non avevano valore e per loro vincere era una vergogna, infatti scedevano sempre a compromessi con i nemici. Dovendo descrivere un'isola ideale, come la immaginerei? Ebbene, innanzi tutto vorrei che non ci fossero le automobili. Farei le strade strette, ma così strette che nessun veicolo, per quanto piccolo le potrebbe percorrere. E non basta: per evitare le biciclette vorrei anche che le strade fossere tutte il salita e in discesa. Ovviamente i motorini sarebbero severamente vietati, il solo rumore mi darebbe fastidio. Mi piacerebbe inoltre che avesse un'unica piazzetta, non molto grande, situata giusto al centro per dar modo agli abitanti d'incontrarsi, di sedersi a un bar e di chiacchierare del più e del meno, magari bevendo un caffè. Poi vorrei che avesse tre terrazze panoramiche: una rivolta a sud, con vista sugli scogli, una rivolta a ovest, molto alta sul livello del mare, in modo da impedire ai turisti di sporcare le rive, e infine una rivolta a est che mi consentisse di vedere le albe. L'isola, comunque la si potrebbe anche circumnavigare con delle barche. E dovrebbe infine essere impreziosita da una grotta misteriosa di colore azzurro con un'entrata così bassa da costringere i visitatori ad abbassare la testa per entare. Oddio: ma questa è Capri!