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Centro Antiviolenza - Siracusa

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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da emilioprazio

SIGLATO IL PROTOCOLLO D’INTESA TRA L’AZIENDA OSPEDALIERA UMBERTO I DI SIRACUSA E L’ASSOCIAZIONE “LA NEREIDE,ONLUS 0931 61000 DI SIRACUSA

 

L’undici giugno  duemilaotto nella sede della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera Umberto I sita in Siracusa, Via S. Sebastiano,27

                                                                    TRA

l’Azienda Ospedaliera Umberto I, nella persona del Dott. Alfredo Gurrieri, Direttore Generale e Rappresentante Legale della struttura sanitaria

                                                                        E

 l’Associazione “La Nereide”, Onlus con sede in Siracusa Via Francesco Crispi,88, nella persona della Rappresentante Legale Sig.ra Adriana Prazio, è stato stipulato il protocollo d’intesa con deliberazione n.688 del 05.06.08, esecutiva ai sensi di legge.

                                                          PREMESSO  che la legge 11 Agosto n.266 riconosce il valore e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà pluralismo, promuovendo lo sviluppo e favorendo il suo apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuate dallo Stato e dalle Pubbliche Istituzioni; 

 CHE la Regione Sicilia con la Legge 7 giugno 1994 n.22 “riconosce  il valore e la funzione del volontariato come elemento di crescita della comunità e quale espressione di pluralismo, di solidarietà, di impegno civile e di partecipazione  alla vita ed allo sviluppo della società “promuovendone lo sviluppo, le finalità  e l’autonomia organizzativa e di iniziativa; CHE l’Associazione, regolarmente iscritta nel Registro del Volontariato n° 2285 del 27.06.06, ha chiesto la concessione in uso gratuito in uno specifico locale all’interno del Presidio  Ospedaliero “Umberto I” di Siracusa, nonché la sottoscrizione di un protocollo di intenti finalizzato al potenziamento della qualità delle prestazioni sanitarie e alla promozione di strategie di contrasto alla violenza contro le donne; 

                                                                    PRESO ATTO

* CHE  l’Associazione di volontariato “La Nereide” ONLUS, nell’ambito delle attività associative, ha, fra l’altro un Patto Federativo con il “Tribunale dei Diritti del Malato –Cittadinanzattiva - Sezione di Siracusa –cui in atto sono stati concessi da questa Azienda in uso gratuito i locali ubicati nell’androne del Presidio Ospedaliero Umberto I, per l’apertura di un proprio sportello;

*CHE  il Tribunale dei Diritti del Malato ha dichiarato la propria disponibilità a condividere con detta Associazione l’utilizzo di detti locali nelle ore e nei giorni in cui lo sportello dei Diritti del Malato non opera;

                                                           TUTTO CIO’ PREMESSO

                SI  CONVIENE E SI STABILISCE TRA LE PARTI QUANTO SEGUE:

                     UNICO CONTESTO CON LA SUPERIORE PREMESSA

L’Associazione di volontariato “La Nereide” e l’Azienda Ospedaliera “Umberto I” si impegnano a:

 

·        promuovere strategie comuni di contrasto alla violenza contro le donne potenziando la qualità globale delle prestazioni sanitarie e socio-relazionali in favore di donne e bambini vittime di violenza; 

·       

 

·        riconoscere la necessità di effettuare interventi integrati volti a favorire ogni opportuna sinergia tra i soggetti che nell’ambito delle proprie competenze si occupano di azioni di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne;

·       

 

·        promuovere iniziative di sensibilizzazione, educazione e formazione in favore degli operatori socio-sanitari sul fenomeno della violenza sulle donne;

·       

 

·        potenziare l’azione reciproca promuovendo l’intervento delle operatrici del Centro Antiviolenza “La Nereide”,Onlus – Telefonodonna 0931 61000, presso la struttura Ospedaliera sia per accogliere le donne vittime di violenza sia l’apertura di uno apposito sportello presso  il Presidio  Ospedaliero “Umberto I”, che consenta alla donna di completare il proprio percorso di fuoriuscita dalla violenza. L’Azienda Ospedaliera “Umberto I” autorizza a tal fine l’Associazione “La Nereide”,Onlus all’utilizzo dei locali in atto destinati al Movimento Federativo Democratico denominato “Tribunale Dei Diritti del Malato” .

·       

 

·        Dichiara il presente provvedimento immediatamente esecutivo ai sensi di legge al fine di consentire, in tempi brevi, l'inizio dell’attività di volontariato di che trattasi.

·       

 

·         Il presente protocollo ha la validità di tre anni dalla data di sottoscrizione e  se non disdetto tre mesi prima della scadenza s’intende rinnovato automaticamente per altri tre anni.

·       

 

Quanto sopra è stato letto e sottoscritto dal  Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera “Umberto I,  Dott. Alfredo Gurrieri e dalla Presidente dell’Associazione “La Nereide, Onlus Adriana Prazio.

 

L’associazione “La Nereide”, Onlus coglie l’occasione per ringraziare, sentitamente, il Direttore Generale Dr. Alfredo Gurrieri, il Direttore Sanitario Dott. Liborio Iannì, il Direttore Amministrativo Dott. Raffaele Aliffi, il Direttore del Settore A.A. GG Legale Contenzioso Dott. Sergio Tarascio ed il segretario Verbalizzante Sig. Giuseppa Terranova, dell’Azienda Ospedaliera “Umberto I .

 

Adriana Prazio – Centro Antiviolenza “La Nereide”, Onlus –  0931 61000-349 7586157 - Accoglienza Telefonica 24h su 24h. Per il periodo estivo, previo appuntamento, riceve nell’androne dell’Azienda Ospedaliera Umberto I, Via Testaferrata,1 – Siracusa - presso la sede condivisa  con il Tribunale Dei Diritti del Malato.

 

 

 

 
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La Nereide,Onlus 0931 61000 a Tunisi

Post n°3 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da emilioprazio

Il Centro Antiviolenza “La Nereide”Onlus 0931 61000  a Tunisi per un Seminario contro la violenza

Equità di genere e prevenzione della violenza nei confronti dellegiovani donne.


Con il coordinamento della Provincia Regionale di Siracusa – Ufficio Pari Opportunità nella persona della dott.ssa Antonella Fucile e della Direzione del Gal Eloro nella persone del Dr. Corrado Pagano e del Dr. Sergio Campanella, dal 29 al 30 Agosto si è svolto l’Incontro Internazionale sulla “Prevenzione della Violenza nei confronti delle Giovani Donne”. Il progetto, finanziato con fondi comunitari – Unità Euro-Med Gioventù Tunisia, ha visto tra i Partner, con la Provincia Regionale di Siracusa – Ufficio Pari Opportunità ed il Gal Eloro, la Francia, con la Provincia dell’Herault – con l’Associazionefemminile Gelsomino d’Oriente di Montepellier, il Marocco, con il Comune di Ouajda – con l’Osservatorio dei media dei giovani e la Tunisia, ente capolfila nonchè paese ospitante, con la Regione di Madenine – con l’Associazione per lo sviluppo durevole e la cooperazione internazionale di Zarzis.

L’Associazione Femminile La Nereide, Onlus 0931 61000, facente parte della delegazione Italiana, ha avuto l’alto privilegio di partecipare e relazionare con le docenti Avv. Patrizia La Vecchia e la dott.ssa Francesca La Spada a Zarzis in Tunisia, con l’ANDIT Lentini in rappresentanza dei Centri Antiviolenza della Provincia di Siracusa, insieme alla Consulta Comunale per le Politiche Giovanili – Avola, al Ce.s.i.s., all’Associazione La Società dell’Allegria – Avola, all’Associazione Acquanuvena - Avola e L’Associazione Mondo Giovane - Pachino. Tutti sappiamo che di fronte alla violenza il dovere di noi tutti è quello di agire. Ciascuno di noi deve promuovere un ambiente sociale e politico che escluda ogni forma di violenza nei confronti delle donne e delle ragazze. Le strategie di mobilitazione a livello comunitario possono contribuire alla prevenzione della violenza ed alla promozione dell’equità di genere. D’altra parte, l’azione (seminario) che si è realizzata con la partecipazione delle quattro istituzioni delle due rive del Mediterraneo ha mirato a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo fenomeno in vista di una migliore adesione. Questo seminario ha dato la possibilità ai giovani dei due sessi di entrambe le rive del Mediterraneo di arricchirsi reciprocamente, scoprendo ed esplorando le similitudini e le differenze tra le loro culture. Infatti, lo scambio e la partecipazione di giovani ha offerto loro l’occasione di discutere le differenti implicazioni sollevate a livello di questa tematica e di provocare in loro maggior coscienza sull’importanza di valorizzare e promuovere i principî fondamentali di ogni organizzazione sociale, quali il rispetto dell’altro, il dialogo e la tolleranza. I tre cantieri di lavoro hanno avuto come oggetto tre sottotemi, a seguire: Violenza nei confronti delle ragazze, cause e conseguenze; La legislazione auspicata; Gli strumenti e le azioni da intraprendere; Ciascun partner ha preparato una testimonianza ed ha prodotto uno spot che ha trattato uno dei tre sottotemi proposti. Questo Seminario ha favorito la realizzazione di un protocollo che è stato sottoposto alla firma dei politici delle due rive del Mediterraneo già invitati; Per questo progetto, sarà realizzato un Sito Web con una parte interattiva per offrire ai giovani della regione euromediterranea la possibilità di un dialogo interculturale ed una comprensione reciproca delle questioni legate all’equilibrio tra i sessi. Questo Sito ha favorito la realizzazione di una rete euromediterranea anti-violenza nei confronti delle donne. Sono stati affrontati tre temi: la definizione della violenza e concetto nazionale del fenomeno, la legislazione e Le azioni e le misure di prevenzione. “La violenza contro le donne - ha affermato “La Nereide” - è una violenza di genere riconosciuta nella comunità internazionale quale violazione fondamentale dei diritti umani. Alcune forme si trovano in molte culture (stupro, violenza domestica, incesto). Altre sono specifiche di alcuni contesti (mutilazione genitali femminili). La violenza contro le donne è un crimine ma continua ad essere considerata dagli individui, dalle istituzioni, dagli Stati, come una questione privata; non si tratta di un disagio individuale ma di una emergenza sociale”. Nella seconda parte dell’intervento l’Associazione La Nereide di Siracusa con le sue relatrici ha fatto un’analisi dell’attività legislativa Italiana in materia di lotta contro la violenza nei confronti delle donne, dal Fascismo ad oggi. L’aspetto riguardante la prevenzione all’interno del seminario durante la prima giornata, è stata trattata dall’Associazione Andit di Lentini la quale ha sottolineato che il deprecabile fenomeno della violenza fisica, sessuale e psichica, nei confronti delle donne rappresenta un tema di particolare delicatezza e gravità, caratterizzato nell’ultimo periodo da una preoccupante tendenza in aumento. Per prevenire e contrastare il fenomeno del maltrattamento sulle donne, che è un fenomeno culturale e sociale, occorre, preliminarmente, attuare una strategia preventiva che conduca ad un radicale cambiamento culturale, introducendo una programmazione di interventi continuativi . che abbiano come fine precipuo la promozione di una cultura di eguaglianza rispetto e valorizzazione delle reciproche differenze. Occorre, dunque, un impegno congiunto sul piano politico e culturale , attraverso mirati percorsi educativi ed informativi . Sotto tale profilo, risultano certamente utili, nonché indispensabili azioni di raccordo tra le istituzioni scolastiche, i consultori ed i centri di aggregazioni giovanili per promuovere iniziative di sensibilizzazione ed informazione nei confronti della popolazione giovanile, ed incentivare , soprattutto, una cultura basata sul rispetto della dignità della donna , della libertà e inviolabilità della persona.

Adriana Prazio – La Nereide,Onlus  0931 61000 mail : lanereide.sr@virgilio.it

 

 
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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da emilioprazio

Centro Antiviolenza La Nereide

Adriana Prazio

Seminario

In occasione della giornata mondiale, proclamata dall’ONU, contro la violenza sulle donne, si è svolto presso l’Azienda Ospedaliera Umberto I° il seminario formativo dal titolo:

"Fermiamo la Violenza"

- Gestione Dei conflitti, problematiche e risorse

Promosso dall’Associazione "La Nereide"ONLUS Centro Antiviolenza – Telefono Donna - Federata Tribunale Diritti del Malato-Cittadinanzattiva tel. 0931 – 61000 / 349 7586157 – presidente Ethel Puzzo.

La giornata è stata così articolata:

saluti e presentazione di Adriana Prazio in rappresentanza della presidente Ethel Puzzo.

Si sono susseguiti i seguenti interventi

INTERVENTO DEL DR. SALVO MIGLIORE

PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA

Il costo della violenza

Le persone nascono con la capacità di tendere verso la conservazione della vita e verso lo sviluppo e l’evoluzione. Per garantire l’attualizzazione di questa tendenza, subito i bisogni fondamentali di accudimento, sicurezza, accettazione premono per essere soddisfatti. Gli esseri umani però non sono subito capaci di procurarsi loro ciò che gli occorre, ma trascorrono parte della loro esistenza in cui sono dipendenti dagli adulti, senza i quali morirebbero. Nasce così un bisogno imprescindibile di garantirsi la protezione e l’accudimento. Il bambino farà di tutto per farsi accettare, quando sente il pericolo di essere rifiutato e quindi abbandonato. Questo significa che sarà sensibilissimo a tutti i segnali di rifiuto da parte di chi si occupa di lui e tenderà a rendersi più accettabile possibile, cercando di modificare quelle parti della propria personalità non accettate dall’adulto garantendosi in tal modo l’accudimento. Questo è il regno dell’amore condizionato, delle regole, delle costrizioni che soffocano del tutto, in casi estremi di violenza e minaccia, la tendenza innata alla propria autorealizzazione. A questa premessa di fondo è collegata l’idea, quindi, che più l’amore nei confronti della progenie si mostra incondizionato più il soggetto è capace di vivere autenticamente secondo le proprie attitudini, tendenze e potenzialità, permettendo la nascita e l’evoluzione della Struttura del Sé.

Occorre sottolineare, comunque, che quello di perdere o di modificare parti di sé pur di venire accettati è un processo inevitabile nella nostra cultura. Permette in un certo senso l’adattamento alla realtà. Ma la perdita e/o la modifica di alcune parti del Sé incontrano un ostacolo insormontabile quando il soggetto è esposto a rischi e minacce per la propria integrità psicofisica. In questi casi la possibilità di produrre un comportamento adeguato per se stesso ed i suoi simili si riduce notevolmente. Non c’è, infatti, amore da chiedere in cambio, ma solo la sensazione catastrofica della propria distruzione. La costruzione psicologica di un mondo malevolo ne è la tragica conseguenza. L’attenzione è catturata prevalentemente da tale situazione che, agendo come uno stressor traumatico, genera un costante stato di allarme e conseguentemente ansia, al quale il soggetto reagisce con varie modalità comportamentali molto spesso disfunzionali e maladattive. Non chiedere aiuto, fuggire di casa senza una meta, automutilazioni, non assunzione di responsabilità ne sono alcuni esempi, caratterizzati dall’esistenza di uno stato d’ansia cronica e dalla depressione, rappresentazioni queste dello stato emotivo del soggetto. Non ultimo, l’identificazione con l’aggressore, ultima spiaggia che permette dal suo punto di vista l’adattamento alla propria famiglia e comunità di appartenenza e salvare così il proprio Sé dall’annientamento. Il funzionamento psicologico diventa così arcaico e primitivo.

Tale meccanismo di adattamento funge in un certo senso da "imprinting", generando in età adulta modalità personali di valutazione, di relazione con l’altro e di reazione a fenomeni di violenza. Se "l’imprinting" generato dalle passate esperienze è in un certo senso positivo, è probabile che il soggetto trovi modalità di valutazione meno distorte e più oggettive rispetto alla esperienza di violenza, così come è probabile che possa reagire ad esse con modalità più funzionali. E’ altrettanto vero, però, che esistono in "natura" situazioni estreme di violenza in cui il senso di autoefficacia personale e di modifica rispetto all’evento minaccioso è pressoché azzerato. Mi riferisco in particolare ai fenomeni di mobbing in tutte le sue varie forme (domestico, nel lavoro, nella coppia). L’impotenza, i sentimenti di inutilità, di annientamento in questo caso sono le principali esperienze sul piano intrapsichico. E specialmente per chi ha sofferto in passato, perché già vittima di violenza ed ha conosciuto un fragile adattamento, si riaprono ferite che si pensava fossero cicatrizzate. Il gioco crudele al massacro continua ed il rischio di psicopatologia in questi casi è molto elevato. Per i più fortunati, quelli che hanno conosciuto in passato infanzie più felici, rimangono comunque difficoltà concrete di adattamento, e la condanna permanente all’ansia ed alla depressione. Il focus della loro attenzione, che precedentemente era proattivamente focalizzato sulla valorizzazione delle proprie capacità e sulla propria autorealizzazione si orienta in modo esclusivo alla salvaguardia del proprio Sé dalla disintegrazione e dall’annientamento.

In conclusione, il costo psicologico e conseguentemente sociale della violenza è mostruosamente abnorme se si prendono in considerazione non solo la compromissione del funzionamento psicologico, della vita scolastica, lavorativa e socio-relazionale, ma anche il costo sociale in termini di perdita di relazioni funzionali, sinergiche, di collaborazione di solidarietà e non per ultimo i costi economici per la collettività della riabilitazione psicologica e talvolta anche fisica delle vittime di violenza. L’involuzione verso una società primitiva ed arcaica nel suo funzionamento è elevato.

Ma il costo più caro della violenza, oltre quelli già elencati, ritengo consista nella alienazione dal proprio Sé, ovvero nella non conoscenza e/o nella perdita delle parti più autentiche (bisogni, potenzialità, attitudini, interessi ecc.) della propria persona, quindi della propria identità. In pratica il soggetto non sa più chi è. Pur sopravvivendo abitando un corpo, sul versante psicologico l’omicidio è compiuto.

Dott.ssa Maria Angela Valenti

"La Capacità genitoriale a sostegno della genitorialità nei casi di violenza familiare" a tal proposito ha precisato che per capacità genitoriale si intende la capacità del genitore di capire e soddisfare i bisogni materiali, affettivi ed emotivi che ogni bambino esprime in ogni fase della sua evoluzione.

Ci sono purtroppo casi di dis-agio minorile in cui i bambini non riescono ad accedere, pienamente, al loro stato di figlio; le loro esigenze vitali di amore, cura, protezione, ma anche di separazione e individuazione vengono infatti disattese

L'ordine naturale viene sovvertito: le figure deputate alla cura e alla protezione del minore arrivano a danneggiarlo. Le carenze genitoriali possono manifestarsi lungo un continuum di gravità crescente, fino alla violazione dei diritti e della dignità del Figlio (del bambino, della Persona).

Nei casi più gravi la patologia del prendersi cura si esprime in varie forme di violenza intrafamiliare : la trascuratezza grave, il maltrattamento fisico ed emotivo, l'abbandono, l'abuso sessuale.

Nei casi più gravi, i Servizi devono segnalare il caso alla Magistratura minorile e, ove necessario, a quella Penale.

La Magistratura minorile incarica la polizia giudiziaria ed i servizi locali preposti di effettuare una indagine sul caso, in tutti i suoi aspetti medici, sociali e psicologici.

La Magistratura prescrive ai servizi la valutazione diagnostica delle capacità genitoriali, formulando una prognosi motivata di recuperabilità.

E' questa una fase assai delicata: valutare significa individuare quali margini di recupero esistono per il ripristino di una capacità genitoriale sufficientemente adeguata, sia attraverso il sostegno sia attraverso il controllo.

Obiettivo di questo lavoro non è solo valutare, ma soprattutto promuovere e favorire un cambiamento.

Ogni tipo di intervento contiene, innumerevoli interventi. Tutti gli interventi, per essere efficaci, devono avere un comune denominatore.

Devono aiutare i genitori a diventare genitori competenti e per fare ciò è indispensabile che agiscano sulla storia personale, familiare e di coppia degli interessati.

Intervento Relatrice Avv. Remigia D’Agata

STALKING

Molteplici sono i modi in cui si esterna la violenza, da quella fisica a quella sessuale, da quella di genere, perpetrata su soggetti appartenenti ad un genere ben definito (donne), a quella sui minori, e tra queste tante forme di violenza che viene a collocarsi lo stalking, fenomeno che va sempre più accentuandosi grazie anche alle nuove tecnologie che permettono forme persecutorie anche a distanza e sempre più sofisticate e pervasive.

Il vocabolo Staklkig è di origine anglosassone, come molti altri vocaboli entrati nel nostro lessico corrente, nella lingua madre viene utilizzato dai cacciatori e letteralmente significa "fare la posta".

In italiano il termine è stato tradotto dagli studiosi, per lo più neuropsichiatri e psicologi come "sindrome del molestatore assillante", ciò in quanto sono stati tali studiosi ad osservarlo per primi ed a studiarlo, solo da recente anche il mondo del diritto ha preso in considerazione questo fenomeno nel tentativo di inquadrarlo giuridicamente.

Invero, ci si è ben presto resi conto che non sempre le norme esistenti negli Stati erano in grado di ricomprendere le molteplici modalità di disturbo poste in essere dal molestatore.

Ci si trova in presenza di stalking quando vengono posti in essere comportamenti da parte di un soggetto nei confronti di un altro ripetuti ed intrusivi della sfera privata della vittima o di sorveglianza alla ricerca di un contatto e/o di comunicazione nei confronti della vittima che da tali comportamenti risulta infastidita e/o preoccupata.

Per completezza va detto che le attenzioni possono riguardare direttamente la vittima come soggetti alla stessa legati da rapporti di parentela o nella sfera affettiva ( figli, marito, moglie, ecc) che possono essere sia persone, ma anche animali, se la vittima ne ha in casa.

Sono elementi distintivi dello stalking:

  1. la volontà di molestare;
  2. una serie di condotte ripetute;
  3. una minaccia credibile;
  4. che detta minaccia sia rivolta alla vittima direttamente o alla sua famiglia;

Elemento importante e caratterizzante del fenomeno è l’insistenza con cui vengono poste in essere le pressioni, non essendo sufficiente un unico episodio a configurare il reato.

Quindi lo stalker (il soggetto molestatore) pone in essere una serie di atti vandalici come vetri rotti, pedinamenti della vittima, invio di lettere, e mail, telefonate o squilli telefonici, SMS, scritte sui muri, ecc.

Non necessariamente lo stalker deve essere un soggetto malato, anzi spesso non lo è affatto, da una statistica effettuata si è visto che normalmente si tratta di ex partner della vittima che non accettando la separazione la perseguitano attirandone così l’attenzione, questi sono i casi più frequenti e le loro attenzioni vessazioni rivolte all’ex partner e/o ai suoi affetti più cari.

Nei casi di soggetti maniaco depressivi, o schizofrenici le molestie in genere vengono rivolte verso personaggi dello spettacolo, sono questi i persecutori di attrici o attori, cantanti, ecc.

Vi è anche lo stalker vendicativo cioè colui il quale perseguita un soggetto ritenendo che gli abbia fatto un torto e quindi si fa giustizia da se, sono questi i casi di persecutori di professionisti (medici, avvocati, giudici, personaggi della politica, ecc) o comunque di soggetti legati a loro da motivi di lavoro, anche negato.

La vittima dello stalker deve percepire questi comportamenti posti in essere dal molestatore come intrusivi ed avere una chiara sensazione di minaccia e paura, volendo il persecutore mettere la vittima in uno stato di stress psicologico.

Va comunque detto che non necessariamente i comportamenti dello stalker culminano in violenza vera e propria, anzi nella maggior parte dei casi ci si limita a detti comportamenti disturbanti ma non si giunge ad una vera violenza. Sono rari i casi in cui il molestatore giunge a comportamenti aggressivi e di violenza anche estrema nei confronti della vittima, che può arrivare all’omicidio dell’oggetto della persecuzione.

Le conseguenze di detti comportamenti sulla vittima sono notevoli e possono andare dalle crisi d’ansia a disturbi del sonno, ma anche a disturbi post traumatici da stress.

Va detto che, comunque, combattere e contrastare chi pone in essere questi comportamenti non è semplice, anche per l’assoluta indifferenza e superficialità con cui anche chi dovrebbe difendere i cittadini si pone davanti a simili fatti, sottovalutandoli e ritenendoli spesso irrilevanti.

Chi denuncia questi fatti viene spesso ritenuto un "fissato" e non si attenzionano sufficientemente, salvo quando poi si giunge all’irreparabile.

Questo fenomeno ha trovato tutela giuridica già in diversi Stati, il primo Stato a porre in essere una normativa contro lo stalking è stato la California nel 1991, in seguito agli omicidi di due famose dive del cinema le cui richieste d’aiuto, essendo perseguitate, non erano state tenute in considerazione, nel codice penale è stata inserita la norma che espressamente dice "Chiunque volontariamente o intenzionalmente e ripetutamente segue o volontariamente ed intenzionalmente molesta un’altra persona e pone in essere una minaccia credibile al fine di far ragionevolmente temere l’altra persona per la sua sicurezza o per la sicurezza della propria famiglia è colpevole del reato di stalking"

In ragione dell’espandersi del fenomeno nel 1992 il Congresso degli Stati Uniti d’America approvò l’inserimento di tale norma in tutti gli Stati membri.

In Europa il primo Stato ad introdurre una normativa in tal senso è stato la Gran Bretagna nel 1997, ma anche altri Stati quali la Norvegia, l’Olanda, il Belgio perseguono con pene severe chi infrange la sfera personale di altre persone al fine di costringerle a fare o non fare qualcosa. Da ultimo in Austria nel 2006 è stata emanata una legge che punisce lo stalking.

In Italia ad oggi la punizione dei soggetti che si rendono autori di stalking è in relazione alla possibilità che si configurino altri reati previsti dall’ordinamento non esistendo una precisa normazione in merito.

Pertanto, di volta in volta si potrà applicare l’art. 660 c.p. (molestia o disturbo alla persona, reato che prevede l’arresto fino a sei mesi e un’ammenda fino ad € 516) detta previsione non comporta l’applicazione di provvedimenti cautelari;

Se i comportamenti sono più marcati e pesanti si potrà applicare l’art. 610 c.p. (violenza privata, che prevede una pena detentiva fino a 4 anni) in tal caso si potrà applicare la sanzione cautelare;

Ma in ragione dei comportamenti dello stalker si potranno applicare anche gli arrtt. 612 c.p. ( minaccia semplice o aggravata), 581 c.p. (percosse), 594 c.p. (ingiuria), 595 c.p. (diffamazione), ma si potrebbe anche arrivare al danneggiamento o violazione di domicilio ed i reati configurabili potrebbero essere anche più d’uno.

Certamente la necessità di una normativa in proposito si fa sempre più pressante ed urgente, peraltro attualmente il nostro Parlamento sta discutendo la possibilità di introdurre una normativa in tal senso e tra le proposte in esame la più accreditata pare quella dell’On. Pisicchio, con previsione di misure cautelari ed una pena fino a quattro anni.

Ma attendendo che il Parlamento approvi la nuova normativa non è affatto vero, come alcuni pensano e dicono, che non si possa fare nulla, innanzitutto si potrebbero rendere le Forze dell’Ordine più consapevoli del problema, così come si fa per la violenza intrafamiliare, dove il lavoro di rete ha permesso una maggior presa di coscienza del problema da parte degli operatori più immediati.

Si potrebbe creare un vademecum, come in altre Nazioni è stato fatto in particolare in U.S.A., da far pubblicare e distribuire capillarmente anche attraverso i siti delle Forze dell’Ordine in cui si possono dare consigli alle persone vittime di stalking come:

Il manuale di classificazione criminale dell’F.B.I. definisce lo stalker come " il predatore che segue furtivamente ed ostinatamente una vittima in base ad un criterio specifico ed adotta una condotta tendente a provocare afflizione emotiva ed altresì il ragionevole timore di essere uccisa o di subire lesioni fisiche, o che adotta una condotta volontaria e premeditata consistente nel seguire e molestare un’altra persona"
Lo stalking è spesso un delitto invisibile, finchè non esplode, solo allora vi è l’intervento delle Forze dell’Ordine, ma è tropo tardi.

  1. porta sempre con te il cellulare;
  2. modifica spesso le tue abitudini;
  3. cerca di non uscire da sola, fatti accompagnare;
  4. evita di rimanere a lungo da sola;
  5. informa sempre qualcuno dei tuoi spostamenti;
  6. cerca di prendere più possibile nota del molestatore ( dati fisici, com’è vestito, macchina o moto, targa del veicolo, segni particolari, ecc) ;
  7. conserva i messaggi che invia (lettere, e mail, SMS, ecc);
  8. registra le conservazioni telefoniche;
  9. informa chi ti è vicino di ciò che ti accade ( amici, parenti, vicini, colleghi; ecc);
  10. se lo stalker ti chiama al telefono non perdere mai la calma e cerca di non fare notare la tua agitazione e la tua paura, in genere se pensa di non metterti paura smette.

, Neuropsichiatria infantile ASL.8

 
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Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 13 Gennaio 2008 da emilioprazio

Centro Antiviolenza "La Nereide",Onlus – Telefonodonna

* Il Centro Antiviolenza "La Nereide" onlus – Telefonodonna, federato con il Tribunale Per I Diritti del Malato-Cittadinanzattiva

Nel 2001 viene inaugurato il Centro Antiviolenza "La Nereide" – Telefonodonna, 0931- 61000 che si occupa di donne che vogliono uscire dalla violenza presso la sede Arci di Via Francesco Crispi, 88. E’ regolarmente iscritto al Registro Regionale delle Associazione di Volontariato Sez. A D.D.R. n° 2285 del 27.06.2006; nel corso degli anni di attività l’Associazione ha elaborato, anche in rete con altre Case delle donne e Centri antiviolenza, una specifica metodologia dell’accoglienza e dell’ospitalità. Inoltre l’associazione ha costruito negli anni una rete diffusa di relazioni con altri Centri Antiviolenza italiani, con il privato sociale, con i servizi sociali pubblici e con le istituzioni . La rete ha riguardato anche rapporti e collaborazioni mirate con le Forze dell’ordine, il Tribunale ordinario per i Minorenni e i servizi sanitari.L’associazione ha poi curato in modo puntuale la formazione delle operatrici e volontarie.

Il direttivo al completo ha partecipato ad un progetto "POR Sicilia"con fondo sociale Europeo per avvio dei Centri Antiviolenza

  • Il Centro Antiviolenza "La Nereide"Onlus"- Telefonodonna,

  • Nel 2006 "Il Centro Antiviolenza "La Nereide" Onlus,

L’operatrice ha anche le competenze necessarie per affrontare insieme alla donna tutto ciò che concerne la separazione, i percorsi di allontanamento dalla casa coniugale e di affidamento dei/delle minori. Spesso fornisce relazioni scritte per i servizi sociali, gli avvocati e i tribunali sulla situazione della donna seguita e dei minori ospitati o sulla relazione madre-figlio osservata. Le operatrici accompagnano le donne in tribunale o alla polizia a fare denuncia e spesso vengono convocate dai giudici o dalla polizia per testimonianze. Una competenza particolarmente curata è quella riguardante la denuncia querela: le operatrici, dopo aver preparato la donna ad affrontare il momento della denuncia, forniscono sia informazioni utili che accompagnamenti alle forze dell’ordine per la stesura. Per quanto attiene la tutela legale le operatrici sanno indirizzare le donne poco abbienti perché possano usufruire dello strumento del gratuito patrocinio.

La formazione delle operatrici e volontarie è continua.

Tutti i servizi offerti sono gratuiti: Ascolto, Consulenza Psicologica, Consulenza legale, Sostegno, Informazioni, Aiuto nella Ricerca del Lavoro.

*All’interno della nostra Associazione ci sono figure di MEDIAZIONE CULTURALE

    * La nostra Associazione in partenariato con la cooperativa DAERA ha preso parte al progetto URBAN (rete Antiviolenza) con le interviste in profondità alle donne vittime di violenza. Detto progetto è stato promosso dal Ministero Pari Opportunità .

  • Sin dal 2001, abbiamo siglato un protocollo d’intesa con la polizia

  • alla presenza della rappresentanza di tutte le forze dell’ordine, delle istituzioni e di rappresentanti del mondo socio-sanitario.

  • Nel febbraio 2006 abbiamo realizzato col sostegno del CSV etneo, presso la sala stampa "Archimede" del Comune di Siracusa, il Convegno seminario "Voci dal Silenzio" sul tema "Strumenti Scientifici e Strumenti Legislativi nel contrasto della violenza su Donne e bambini,

  • è stata invitata a relazionare nel Seminario "L’arte di Ascoltarsi" tenutosi presso la Sala Stampa "Archimede"-Siracusa, promosso dall’Associazione INDACO Onlus.al Palazzo del Governo di Via Roma – Siracusa ed a Pachino alla Pinacoteca Comunale, abbiamo presentato il libro "Un silenzio Assordante" (La violenza occultata su donne e minori di Patrizia Romito con Daniela Paci - Università Trieste.

  • La presidente Ethel Puzzo (febbraio 2006)

  • Nel febbraio 2006 con la Cooperativa Daera

  • ha già firmato, come partner il protocollo d’intesa con la Provincia regionale di Siracusa per il progetto APQ per l’apertura di una casa rifugio e all’interno della quale, volontariamente con le nostre operatrici, siamo attivamente impegnate. Numero verde 800 115 960.dedicata alla Donna, la nostra associazione con il Dipartimento alle pari Opportunità della Provincia Regionale di Siracusa e l’associazione Internazionale Amnesty International, (con quest’ultima abbiamo già un protocollo d’intenti), presso la sala Vittorini –della Provincia, abbiamo proiettato il film della regista Cristina Comencini il film " La bestia nel Cuore", è seguito un dibattito.

  • Il 29 luglio 2006 abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Dr. Sergio Claudio Presidente della S.I.M.G ( Società Italiana di Medicina Generale).

  • Il 19 settembre 2006 la Ministra Pollasrini del Dipartimento per i Diritti e Le Pari Opportunità, ha convocato a Roma tutti i Centri Antiviolenza d'Italia. Noi siamo stati presenti ed in rappresentanza dell’associazione è andata la nostra sociologa Laura Arcieri .

  • L’Associazione con la presidente Ethel Puzzo giorno 19 e 20 Ottobre 2006, ha partecipato al Seminario Regionale, a Roma, sulla "Lotta alla tratta di esseri umani "organizzato dal Dipartimento Per i Diritti e Le Pari Opportunità alla presenza della Ministra Pollastrini.

    • Il 21 e 22 ottobre 2006 la nostra associazione con la Presidente Ethel Puzzo si è recata a Mestre (VE) ed ha partecipato ai lavori della "Rete Nazionale Antiviolenza" alla presenza della Ministra Pollastrini e della sottosegretaria di Livia Turco.

      • Il 24 novembre 2006 in occasione della giornata internazionale della violenza contro le donne proclamata dall’ONU, Il Centro Antiviolenza Telefonodonna La Nereide Onlus col sostegno del Centro Servizio Volontariato (CSVetneo) ha realizzato un seminario-formativo presso l’Aula Magna Istituto Enrico Fermi, sul tema"Strumenti attuali nella prevenzione della violenza": Aspetti sociologici, psicologici, psichiatrici, legali, sanitari e con testimonianze del primario Pronto soccorso e del medico di famiglia.

      • 15 dicembre 2006 L’Associazione "La Nereide" onlus - Telefonodonna , ha ricevuto il Premio Nazionale "Aretusa III° Millennio" 2006 per la Sezione "Diritti Umani" - Diploma di Merito.

      • La nostra Associazione

      • Per la giornata
      • Il 21 Aprile 2007 presso la Sede Universitaria – Palazzo Impellizzeri - Siracusa, siamo state invitate a relazionare nell’incontro promosso dalla Lidap onlus (Lega Italiana contro i disturbi d’Ansia) sul tema – "Dipendenza Affettiva" (come è vissuta dalle donne vittime di violenza ).
      • 11 Maggio 2007– Conferenza ad Augusta "Uomini e donne contro la violenza alle donne"
        • Rompere il silenzio con il giornalista di Rai3 Dr. Angelo Di Natale, moderatore e organizzatore del forum con interviste ai relatori
      • * 18 Maggio 2007 – Rosolini -Per la Prima del Film " Nel cuore di una diva"della giovane regista Annarita Campo, (che affronta la violenza alle donne con Sandra Milo protagonista) siamo state state invitate ad intervenire – Per l’occasione abbiamo consegnato alla ad Annarita Campo una targa a ricordo ed è stata nominata socia onoraria della nostra associazione .
      • 24 Maggio 2007 - Conferenza organizzata dall’AVO presso sala conferenze Azienda Ospedaliera Presidio A.Rizza. Tema: "Oltre la Solidarietà: del prendersi cura . Relatori le Associazioni: Centro Antiviolenza Telefonodonna La Nereide onlus, CIRFS e Centro Aiuto alla famiglia.

      • * 13 Giugno 2007 – Seminario-formativo presso la Sede della Compagnia dei Carabinieri

      ad Augusta, dal Titolo: Strumenti attuali nella prevenzione della Violenza.

      con la partecipazione dei Comandi dei Reparti dipendenti (Melilli,

      Villasmundo, Lentini. Carlentini e Francofonte – Dal Titolo. "Strumenti

      Attuali nella Prevenzione della Violenza": Aspetti sociologici, aspetti

      Psicologici, aspetti legali." – Hanno relazionato: Ethel Puzzo - presidente

      Ass. Telefonodonna "La Nereide" onlus, Irene Noè – Medico formatore

      e tutor SIMG, Agata Balsamo – Psicologa – Psicoterapeuta, Patrizia

      La Vecchia – Avvocato – Diritto Famiglia e Minori.

      *23 Novembre 2007 in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne - seminario - formativo presso la sala conferenze dell'Azienda Ospedaliera Umberto I, dal titolo "Fermiamo la Violenza- Gestione dei Conflitti,Problematiche e Risorse", alla presenza: Autorità, personale medico-paramedico e socio-sanitario dell’Azienda Ospedaliera e Dell’ASL8, delle Forze dell'Ordine, delle socie ed aspiranti socie. Hanno relazionato: Dr. Salvatore Migliore, Dott.ssa Angela Valenti , Avv. Remigia D’Agata, Dr. Elino Attardi, D.ssa Antonella Fucile e la Dott.ssa Pina Fatuzzo.

 
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