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La Pietraia Alghero

Storia del quartiere La Pietraia di Alghero

 

« La Colonia Penale di CuguttuDelibera dell'8 marzo 1864 »

La Colonia Penale di Cuguttu

Post n°10 pubblicato il 09 Gennaio 2011 da lapietraia_07
 

L'antica muraglia che faceva parte della vecchia caserma dei Carabinieri.

LA COLONIA PENALE DI CUGUTTU

 Prima di parlare della costruzione del nuovo carcere sarà utile conoscere qual era la situazione delle carceri di Alghero nel periodo precedente. Il canonico Angius ci fornisce alcune informazioni sulla precedente struttura. Nel libro "Città e villaggi della Sardegna" (1833-56) egli riporta le seguenti affermazioni:

"Il numero dei detenuti non eccede le 30 persone. La reclusione di questi nelle prigioni regie, e nelle baronali non può tenersi come semplice possedimento del corpo degli accusati, ma come vera pena, che riconoscesi ingiusta con chi assolvesi per ragion d'innocenza dopo l'esame.

Le regie carceri d'Alghero sono una sepoltura di viventi, e la veduta delle baronali fa gemere l'umanità. Queste per lo più sono formate di una o due stanze sotterranee, piene sempre della più esiziale mefite, soggiorno quasi sempre di lunga durata per gli infelici."

Da alcuni passaggi della delibera riportata più avanti apprendiamo che nel 1861 i detenuti presenti ad Alghero venivano alloggiati nel locale di Sant'Agostino che  aveva necessità di urgenti lavori in quanto era malsano e umido.

Non sono in grado di dire se il citato locale di Sant'Agostino sia da attribuire alla chiesa della Pietraia o alla chiesa e convento di Sant'Agostino sulla strada di Valverde. In "Chiesa e società nella Sardegna Centro Settentrionale" di T. Cabizzosu si dice che il convento di Sant'Agostino (Nuovo) lasciato libero dagli agostiniani in seguito alle leggi Rattazzi del 1855  fu adibito a carcere.

Parliamo adesso della costruzione del carcere di Alghero che riguardò anche la cessione del territorio municipale di Cuguttu dove si realizzò una colonia penale per far lavorare i detenuti.  

Il consiglio comunale di Alghero iniziò discuterne a partire dal 2 marzo 1861 per concludere con le delibere del 1864.

L'iter del provedimento fu lungo e toccò molte realtà locali. Coinvolse i militari che occupavano la caserma, gli studenti del ginnasio, i religiosi di un convento cittadino. Tanti furono infatti gli spostamenti necessari prima che il nuovo carcere fosse ultimato per dare alloggio ai detenuti allora presenti in città.

Vediamo dunque i vari passaggi .

La giunta comunale pensò che fosse meglio costruire un nuovo carcere anziché spendere dei soldi per risanare quello vecchio.
Il terreno dove costruire la nuova struttura penitenziaria venne individuato nel Colle San Giovanni, che è il luogo dove attualmente si trova.
Il nome deriva dal fatto che quella era l'area sulla quale sorgeva la chiesa di San Giovanni Battista con il convento dei Cappuccini prima che le truppe di Filippo V la demolissero nel 1718 per impedire che divenisse rifugio per i nemici.
Oltre al carcere era necessario un terreno dove i detenuti potessero lavorare, definito "terreno cui applicare come mezzo moralizzatore i forzati".
Il Ministero richiese a questo scopo il terreno di Cavana dato che era molto vicino al futuro penitenziario. Ma il Comune obiettò che Cavana era di proprietà privata e sarebbe stato necessario acquisirlo. Propose dunque il terreno di Cuguttu precisando che " il Municipio che ne è il proprietario l'offriva tutto intiero senza canone coll'obbligo solo di pagarne le imposte, di lasciar libere le cave dei materiali da costruzione, e le strade necessarie per comodo dei poderi..."

Il Municipio intanto con la delibera del 2 marzo 1861 cedette gratuitamente il terreno comunale detto Colle di S. Giovanni per la costruzione di un carcere "... capace di contenere meglio di quattrocento condannati che voglionsi mandare in questa città."
Ma le fatiche del Consiglio Comunale non finirono qui, perché c'era ancora un problema da risolvere: i detenuti dovevano essere temporaneamente trasferiti, viste le pessime condizioni dei locali di Sant'Agostino.
Ma dove trasferirli?
Molti locali furono esaminati; infine si decise che il luogo più adatto era una porzione della vasta caserma militare. Oggi l'insieme delle costruzioni è denominato Lo Quarter (leggi: Lu Qualtè), e si trova alle spalle di San Michele, con ingresso in Largo San Francesco.
"Questo locale composto di quattro grandi cameroni ed a cui potrebbe aggiungersi l'altro del Municipio ove è stabilito il Ginnasio sarebbe sufficiente siccome lo asserisce il Signor Ispettore collocarsi circa quattrocento individui. Però i militari paiono poco disposti a cederlo".
Il Sindaco allora propone di offrire il locale di proprietà comunale al quale potrebbe aggiungere due camere dei fabbricati vicini per alloggiare dei guardiani "...dove... potrebbero collocarsi numero centocinquanta condannati."                                          
Il Consiglio approva la proposta.
Il Ginnasio verrà dunque trasferito in uno dei Conventi della città.


Leggendo il verbale si nota che la seduta nel complesso è stata molto impegnativa in quanto il Consiglio, con le sue delibere, non vuole scontentare nessuno. Deve trasferire i condannati nei locali del Ginnasio e deve dare una nuova sede agli studenti, ma non vuole "... recare disturbo ai pochi religiosi che tuttora abitano i predetti conventi..." che dovranno ospitare i ginnasiali.
Vorrebbe dare al Governo il terreno di Cuguttu, ma per il momento gli dà quello di Cavana con la speranza che " ... il regio Ministro si persuaderà che il Municipio di Alghero nulla ha trascurato né trascurerà in appresso ... e che apprezzerà i sacrifici che va facendo all'unico scopo di rendersi grato al Governo".
Poi in realtà il Consiglio riuscirà a fare ciò che desidera in quanto non cederà i terreni di Cavana, ma quelli di Cuguttu, come ben sappiamo.

 

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