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Grazie a Simone e Francesco


Grazie Mille a Simone e Francesco...parole che accarezzano l'anima...e spero possano volare a chi di dovere. Simone spero che oggi tu non voglia più cantare come Antonacci...per fare quello che fai occorre amore, coraggio e costanza...trova la forza ...Ti regalerò una rosaUna rosa rossa per dipingere ogni cosaUna rosa per ogni tua lacrima da consolareE una rosa per poterti amareTi regalerò una rosaUna rosa bianca come fossi la mia sposaUna rosa bianca che ti serva per dimenticareOgni piccolo doloreMi chiamo Antonio e sono mattoSono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambinoCredevo di parlare col demonioCosì mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomioTi scrivo questa lettera perché non so parlarePerdona la calligrafia da prima elementareE mi stupisco se provo ancora un’emozioneMa la colpa è della mano che non smette di tremareIo sono come un pianoforte con un tasto rottoL’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachiE giorno e notte si assomiglianoNella poca luce che trafigge i vetri opachiMe la faccio ancora sotto perché ho pauraPer la società dei sani siamo sempre stati spazzaturaPuzza di piscio e segaturaQuesta è malattia mentale e non esiste curaTi regalerò una rosaUna rosa rossa per dipingere ogni cosaUna rosa per ogni tua lacrima da consolareE una rosa per poterti amareTi regalerò una rosaUna rosa bianca come fossi la mia sposaUna rosa bianca che ti serva per dimenticareOgni piccolo doloreI matti sono punti di domanda senza fraseMigliaia di astronavi che non tornano alla baseSono dei pupazzi stesi ad asciugare al soleI matti sono apostoli di un Dio che non li vuoleMi fabbrico la neve col polistiroloLa mia patologia è che son rimasto soloOra prendete un telescopio… misurate le distanzeE guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascostoRitagliando un angolo che fosse solo il nostroRicordo i pochi istanti in cui ci sentivamo viviNon come le cartelle cliniche stipate negli archiviDei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumareEri come un angelo legato ad un termosifoneNonostante tutto io ti aspetto ancoraE se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfioraTi regalerò una rosaUna rosa rossa per dipingere ogni cosaUna rosa per ogni tua lacrima da consolareE una rosa per poterti amareTi regalerò una rosaUna rosa bianca come fossi la mia sposaUna rosa bianca che ti serva per dimenticareOgni piccolo doloreMi chiamo Antonio e sto sul tettoCara Margherita son vent’anni che ti aspettoI matti siamo noi quando nessuno ci capisceQuando pure il tuo migliore amico ti tradisceTi lascio questa lettera, adesso devo andarePerdona la calligrafia da prima elementareE ti stupisci che io provi ancora un’emozione?Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare