La Quarta "T"

I termini della questione


Parliamoci chiaro: Cremona è una città per molti aspetti bella, gradevole, te la giri a piedi e in bicicletta senza soffocare (eccessivamente) nello smog del traffico, ha un centro storico da mozzare il fiato. Legambiente l’ha premiata per due volte di fila, negli scorsi anni, come città più vivibile nel rapporto “Ecosistema urbano”. Ma è anche un luogo dove si vive pericolosamente vicini a industrie pesanti, come se mai fosse stato espresso il concetto di “delocalizzazione”. Ovvero lo spostamento delle attività nocive per la salute a distanze di sicurezza: lo si è fatto persino a Milano.
Fotografia di Cremona scattata dal satellite:Nel cerchio rosso l’area della raffineriaNel cerchio blu l’ubicazione dei centri sportivi e delle piscineNel cerchio giallo il quartiere PoNel cerchio rosa il resto della città. La linea azzurra segue il corso del PoNon sono uno di quelli che dice di “no” a tutto: finché saremo costretti a servirci in dosi massicce del petrolio le raffinerie saranno necessarie. Quello che non è necessario, e anzi è criminale, è mantenerle così vicine ai centri abitati. Perché, nonostante venga garantito l’impegno a monitorare costantemente l’impatto ambientale e a ridurre le emissioni, i danni ci sono. E sono danni gravi, come verrà illustrato. E sono danni, ahimé, che chi ha interessi in gioco fa di tutto per nascondere. (Segue)