La Rosa Di Sangue

Post N° 3


SìneaAncora confusa da quel gesto scesi dal pullman e naturalmente lo vidi già incamminarsi per l’escursione… cavolo! come era veloce anche quando camminava! Sospirando, decisi di parlargli una volta tornati all’agriturismo, quando tutti si facevano la doccia e non c’era nessuno in giro.Come al solito ero la prima ad aver finito di lavarmi dopo l’escursione, come Asio. Lo vidi andare nel retro dell’agriturismo: perfetto! Là non ci passava mai nessuno! Potevamo parlare.Contai fino a dieci e prendendo coraggio mi avvicinai.- Ciao, guarda che è inutile che continui ad ignorarmi. Tanto non ti mollo finchè non mi dai una buona ragione per farlo. -Lo vidi irrigidirsi, mi aspettavo un “lasciami solo” e “vattene” invece stranamente mi rispose sorridendo.- Non ti arrendi mai vero? –Quel sorriso mi abbagliò. Dopo avermi risposto però sembrava pentito, tornò serio e corrucciato.- No mai, ormai mi conosci. Però dimmi perché ti comporti così! –Dovevo essere convincente.- Non credo potresti capire –Cosa? Io non capire? Ma se era stato sempre lui quello che diceva che io ero l’unica che lo capiva?Irritata risposi:- Ti conosco abbastanza da poterti capire! Allora? –Mi fulminò, perfetto ora era arrabbiato anche lui. Perché non ne combinavo una giusta?- Non fare la presuntuosa, lasciami perdere. –- Presuntuosa io? E tu? –- ti ho detto di lasciarmi solo! – disse alzando la voce.- No. Non mi muoverò da qui neanche di un centimetro! –Fece per andarsene ma lo afferrai per le spalle.- Fermo! –Non vidi neanche come fece, era troppo veloce. Mi prese i polsi e mi schiacciò al muro.- Non mi hai sentito? Lasciami in pace! –In quel momento mi fece paura. Lo guardai con gli occhi sbarrati mentre non mollava la stretta ferrea, non aveva mai avuto un sguardo più spaventoso, sembrava volesse uccidermi e gli sarebbe bastato solo guardarmi con quegli occhi.Mi lasciò i polsi violentemente, tanto che sarei potuta cadere per terra, e si allontanò correndo.Mentre mi massaggiavo i polsi sentii la strana presenza di sentirmi osservata, mi guardai intorno e vidi una figura nera all’ombra del bosco che subito scappò.Confusa tornai in camera, vedevo ancora quegli occhi infuocati dalla rabbia.Sara si stava facendo la doccia e Carla stava leggendo un libro seduta sul letto, quando mi sdraiai sul mio Carla mi disse:- Hei, ma cosa aveva oggi Asio? Faceva paura solo a guardarlo… per caso avete litigato? –- Non lo so nemmeno io perché si comporta così. –- Strano, parla solo con te. –- Forse sta passando un brutto momento. –- Be’, allora deve essere una cosa seria, visto che anche nei momenti peggiori con te è sempre stato gentile. Ora invece… scusa se te lo dico… non ti offendere… -- Che cosa? –- Boh… ti guarda come se ti volesse uccidere… -aggiunse subito:- Ma forse è solo una mia sensazione… in fondo guarda tutti così… soprattutto quando è arrabbiato…-Detto questo si nascose dietro il libro.Accidenti… certo Carla era un’ottima osservatrice… notava tutto, forse se fossi stata brava come lei avrei già capito il problema di Asio.Stranamente però mi sentivo ancora osservata. Stavo diventando matta per caso?AsioOddio cosa avevo fatto? Le avevo fatto del male! Mi facevo schifo da solo. Quando avevo sentito il sangue scorrere nelle sue vene ero quasi sul punto di morderla. Il suo profumo mi tormentava, lo sentivo chiaro e intenso come quella mattina sul pullman. La mia gola lo desiderava, rovente e viziata voleva proprio quel sangue. No. Non avrei ceduto. Avrei resistito. Al solo pensiero di affondare i denti in quella carne così soffice e raggiungere quel liquido tanto desiderato, caldo, squisito… lo sentivo scorrere lungo la gola…No! Resisti!