La Rosa Di Sangue

Post N° 5


Capitolo TerzoOmbraSìnea- Hei Sìnea! Sei pallida come un cadavere! Che ti è successo? –Sara mi corse incontro non appena varcai la soglia della camera.- Oddio è vero! –Presi fiato e risposi confusa:- No no, non ho niente! Siete sicure? Sono pallida? Strano.. mi sento benissimo… come al solito…-Ero pallida? Forse si…- Sicura di star bene? Vieni siediti. –Insieme mi fecero sedere sul letto più vicino.- non vi preoccupate, sto bene! –- oh che strano… adesso sei arrossita invece… vero Sara? –- è vero! Proprio non è successo niente? –- no no! Non vi preoccupate… però adesso sono stanca…vado a letto. –Detto questo mi alzai e andai in bagno e prepararmi, Carla e Sara avevano la medesima espressione confusa.Non riuscivo a dormire, mi rigiravo decine di volte nel letto nel tentativo invano di prender sonno.Mi girai verso la finestra e vidi la serranda aperta; che ci faceva la serranda aperta? Non l’avevano chiusa? Stavo per alzarmi e chiuderla, ma vidi qualcosa. Di nuovo quell’ombra. Era di sicuro il volto di una persona, ma non riuscivo a vederlo buio com’era; vidi però che sorrideva, avrei potuto giurarlo perché vidi il riflesso della luna sui suoi denti e sembrava… un sorriso cattivo. Mi fece rabbrividire perché a quanto pare stava guardando proprio me. Come una bambina che ha paura dei mostri sotto al letto mi rannicchiai ancora di più sotto le coperte con gli occhi spalancati. Ma chi era? Che voleva da me? All’improviso volò via. Mi rigirai di nuovo cercando di prendere sonno quando qualcosa mi scosse; pietrificata pensai che fosse quell’ombra, ma riconobbi la voce di Carla:- Hei sìne! Sei sveglia? –Sospirai di sollievo.- Si sono sveglia, ma tu perché non dormi? –- Non ci riesco e comunque non è importante. Senti, proprio non vuoi dirmi cos’è successo oggi? –- Ma non è successo proprio niente! – risposi urlando sottovoce.- Guarda che vi ho visti! Ho visto che vi abbracciavate, ma poi Asio è scappato…che è successo?-Per fortuna non aveva visto cos’era successo durante l’abbraccio…- non so… diceva che questa volta non poteva aiutarlo…- farfugliai… odiavo mentire e Carla, non lo meritava. Però volevo andare in fondo a questa storia.- Te l’ho detto… anche per me si comporta in modo molto strano in questi giorni… e non riesco a capirlo…-- Va bene. Per ora mi basta, però se c’è qualche problema puoi contare su di me, d’accordo? –- D’accordo… grazie Carla. –- Buonanotte. –- ‘Notte. -La presi come una solenne promessa.Il mattino dopo guardai subito verso la finestra: la persiana era chiusa. Che mi fossi sognata tutto? No, avevo visto chiaramente quell’ombra fissarmi, non poteva essere un sogno…però non aveva senso! Come ero confusa… ma ciò che mi preoccupava maggiormente era Asio. Come si sarebbe comportato oggi? Distaccato e freddo oppure voleva aprirsi e confidarsi? Ero impaziente di dare una risposta alle mie domande, così mi vestii in fretta e scesi a fare colazione.Quando mi sedetti accanto a Carla e Sara notai che tutte le ragazze mi fassavano e si scambiavano piccoli risolini, come per prendermi in giro. Oddio ma perché almeno loro non mi lasciavano in pace? E poi perché da un giorno all’altro ero al centro dell’attenzione? Chiesi spiegazioni e Sara, che era sempre informata su tutti i pettegolezzi femminili.- Sbaglio o c’è qualche novità… -- In effetti si… si dice che tu e Asio stiate insieme. – rispose sicura.Mi andò di traverso il latte che stavo bevendo.- Cosa?... ma come cavolo gli è venuto in mente? –Perfetto, ci mancavano solo i pettegolezzi.- Be’, alcune ragazze hanno visto che vi eravate abbracciati ieri sera… ma tu non me lo avevi detto… ti pare che devo sapere certe cose da quelle galline bionde ossigenate? – rispose offesa.- Ah… senti scusami è vero dovevo dirtelo… solo che non lo consideravo importante… scusami ancora! –- scuse accettate, però dovrai scontare una pena. –- quale pena? – risposi fingendo di essere disperata.- la prossima volta che accade una cosa del genere devo essere la prima a saperlo. –- per poi raccontarlo al mondo intero giusto? –- certo –- Ma non hai proprio nient’altro da fare? –- No! – rispose ridendo.Be’ non era il caso di litigare anche con Sara… avevo cose ben pià importanti a cui pensare.Cercai Asio nella sala: lo vidi al suo solito angolo, ma non mangiava né beveva niente. Aveva la testa appoggiata alle mani, i gomiti al loro volta appoggiati sul tavolo e aveva lo sguardo mesto rivolto sulla sua tazza.Sentivo il forte bisogno di parlargli, se si aspettava che avessi deciso di allontanarmi da lui si sbagliava di grosso. Mentre facevo colazione e chiacchieravo però, non mi accorsi che si era alzato e che se n’era andato. Allora mi alzai e andai a carcarlo. Dopo mezz’ora ero andata in tutti i posti che conoscevo ma non era da nessuna parte, allora decisi di riposarmi un po’ sedendomi su una roccia ai piedi del bosco dietro all’agriturismo: quello era il mio posto dove pensare.La mia mente tornò a quello strano incontro della notte precedente. Ma chi era quell’ombra? Che voleva da me? Domande fatte e rifatte che non trovavano risposta. Non mi ero accorta che stessi pensando ad alta voce quando sentii qualcuno che mi diceva:- Chi è chi? –Riconobbi la voce di Asio, accidenti ma quando era arrivato? Da quanto tempo mi stava spiando?- eh? Hei Asio! Ma quando sei arrivo? Non ti ho sentito… -- Sono qui da qualche minuto e ho sentito le tue riflessioni… -da qualche minuto?- scusa se te lo chiedo ma… chi è quest’ombra? - Chiese avvicinandosi e sedendosi sulla roccia.- no niente…-- ormai ho sentito, dimmi cos’è quest’ombra. –Strano che fosse così amichevole oggi… che strano… ma d’altronde era la giornata delle stranezze.- ok.. però non prendermi per stupida… stanotte ho visto che qualcuno mi spiava dalla finestra… non l’ho visto in faccia però l’avevo visto in precedenza aggirarsi nel bosco… credo sia un uomo…-Al mio imbarazzato racconto s’irriggidì, ma poi rispose:- Non ti preoccupare, se c’è qualcuno che ti dà fastidio dimmelo e basta, farò in modo che non si ripeta più. –Cercai di bloccare l’attacco di panico che stava per arrivare: cosa voleva dire “farò in modo che non si ripeta più?”- be’ comunque credo che fosse solo un curioso… oh che sbadata! Non ti ho chiesto come stai! –Esclamai per cambiare discorso.- oggi meglio… scusa ancora… per ieri. –- dai! Smettila di scusarti! Non hai fatto niente di male! –-Niente di…? –Ora era incredulo. Mi fissava sbalordito.- Che c’è? – chiesi.Mi prese la mano e la strinse.- Dopo quello che ti ho fatto…per te è niente? –- No, niente. –- Proprio non ti capisco. –- Cosa non capisci? Mi hai solo… abbracciato… - mi interruppe.- Solo abbracciato? Ti ho quasi strozzato! E ti ho annusato come se fossi stata la mia cena! -La… sua… cena? Che finalmente mi stesse rivelando qualcosa?Mi lasciò la mano e corse via. No, uffa stava di nuovo scappando! Mi lanciai all’inseguimento, ma era difficile: Asio era davvero veloce nella corsa mentre io ero una vera schiappa. Lo seguii finchè lo vidi, ma poi lo persi. Non mi ero accorta di essermi addentrata nel bosco e che ora non vedevo più l’agriturismo, vedevo solo alberi e cespugli, alberi, alberi e alberi. Mi guardai attorno, non c’era nessuno e il silenzio era straziante; sentivo che stava per arrivare un’altro attacco di panico, cercai di controllare il respiro poi sentii un rumore di passi: qualcuno stava camminando lì vicino. Seguii i rumori, forse era Asio. Invece vidi davanti a me un uomo che i fissava. Avevi i capelli neri lunghi fino alle spalle, lisci e lucenti come quelli di Asio, gli occhi erano neri come i capelli, la pelle diafana e sembrava l’esatta copia di Asio, solo con un viso molto più cattivo e spigoloso. Aveva lo sguardo compiaciuto e cattivo, fi fece venire i birividi. Lo avvicinò lentamente a me, che fosse lui l’ombra che mi seguiva? Mi sembrava l’unica risposta ovvia. Mentre siavicinava sentivo crescere la tensione, non avevo idea del perché cercasse me nè di cosa aveva intenzione di farmi. Ancora un passo e si fermò a pochi centimetri da me, rimasi immobile: non riuscivo a muovermi, ero troppo preoccupata a dosare il respiro e a restare calma… se mi fossi lasciata prendere dal panico… non avevo idea di cosa sarebbe potuto accadere, se voleva farmi del male… avrei solo fatto il suo gioco.Rimase a fissarmi qualche secondo poi inspirò l’aria e disse con tono calmo ma terrificante:- Ciao Sìnea. Come sta Asio? –Spalancai gli occhi: come conosceva il mio nome? Come conosceva Asio? Che ne sapeva?Altre nuove domande inondarono la mia testa. Avrebbe potuto scoppiare da un momento all’altro.Restò a fissarmi ancora più compiaciuto, allora presi coraggio e lo guardai in faccia:- Chi è lei? – chiesi con un filo di voce.Scoppiò in una terrificante e fragorosa risata, evidentemente vedermi terrorizzata lo divertiva parecchio. Indietreggiai di scatto, quella risata faceva proprio paura, era orribile. Mi girai indietro e scappai via. Anche se le gambe tremavano e il cuore batteva impazzito trovai comunque la forza per correre, anche se non sapevo dove e per quanto tempo, correvo, poi mi fermai e vidi Asio. Stava correndo verso di me, così mi fermai e mi venne incontro. Sembrava scioccato, mi prese per mano e disse:- Seguimi! Ti riporterò all’agriturismo! –Gli presi la mano e corsi via con lui. Mentre correvo notai che aveva la pelle molto più fredda del solito.