Creato da Martydolce il 09/11/2008
 

La Rosa Di Sangue

Qui pubblicherò i capitoli del mio romanzo!!!

 

 

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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 09 Novembre 2008 da Martydolce

Capitolo Secondo
Fonte

Sìnea
Quella sera mi appostai al mio salito posto a guardare le stelle, però quella sera c’erano le nuvole e non si vedeva quasi niente.
Intanto pensavo a quello che avevo detto ad Asio sperando di non averlo offeso involontariamente, certo avrei dovuto essere arrabbiata con lui, ma non ci riuscivo.
Qualcuno si sedette accanto a me.
- Ciao, scusa per oggi pomeriggio –
Asio.
Mi girai sorpresa e contenta e sorrisi.
- Ciao. Ok scuse accettate! –
-… ti fanno male? –
capivo che si riferiva ai polsi.
- be’… diciamo che non sei il massimo della delicatezza! – risposi ridendo.
- Comunque sono venuto qui per dirti una cosa. 
- Dimmi.
- in questi giorni non sto molto bene… diciamo che ho tipo una doppia personalità e a volte non agisco razionalmente… come oggi pomeriggio… quindi ecco… ti chiedo solo di starmi lontana per un po’. –

A quelle parole mi venne una morsa allo stomaco: perché gli devo stare lontana? Altre volte me lo aveva già detto ma poi se ne era pentito… perché sapeva che potevo aiutarlo.
Come faccio a convincerlo? Voglio stare con lui!
Senza pensarci… quasi i muscoli si muovessero da soli lo abbracciai.
- No…. Cioè… non prendermi come una bambina egoista, ma io voglio aiutarti! Ti prego! Chiedimi quello che vuoi ma non di lasciarti perdere! Ti ho già aiutato altre volte e posso farlo anche ora!... no anzi… VOGLIO farlo anche ora! –
Mi accorsi che senza volerlo stavo per piangere… ma perché piango sempre? Non voglio piangere!
Mentre parlavo lo sentii irrigidirsi poi… mi abbracciò anche lui. Però… a dire il vero… mi stava stritolando. La sua presa era troppo ferrea, ma non fu questo quello che mi fece venire i brividi: spostò il viso in basso e… cominciò ad annusarmi. Inspirava profondamente e con il naso cominciò a percorrermi il collo. Ero impietrita. Andò da sotto l’orecchio fino alla spalla, lentamente.
Non riuscivo ad aprire bocca perché fui colta da una serie di brividi, il cuore battè imbizzarrito, sentii le guance arrossarsi e scaldarsi sempre di più e il respiro divenne affanno.
Poi ad un tratto si allontanò di scatto con l’espressione di chi si è appena svegliato dopo un incubo.
Subito abbassando il capo disse velocemente:
- oddio! no no scusa! Ecco di che parlavo… mi dispiace credo che questa volta non potrai aiutarmi.. ti prego stammi lontana! È per il tuo bene! –
E detto questo corse via.
Sentivo la traccia gelida che mi aveva lasciato sul collo e nn riuscivo a capacitarmi di quel gesto. Non poteva essere uno scherzo, no assolutamente no.
Forse mi ero inventata tutto, no; avevo sentito chiaramente il suo respiro gelido sfiorare il mio collo, la stretta soffocante del suo abbraccio.
Che fosse un… no, non volevo crederci. I vampiri m’interessavano ma… non avevo mai sognato d’incontrarne uno… no.
Eppure, stranamente, inconcepibilmente… quel gesto mi era quasi… piaciuto.
Asio
Corsi in camera e mi buttai sul letto coprendomi il viso con le mani.
Maledetta sete! Perché avevo fatto l’errore di parlarle? Perché non mi sono scansato non appena mi aveva abbracciato?
Perché mi piaceva quell’abbraccio. Era caloroso e tentava di consolarmi.
Appena sentii il suo corpo attaccato al mio il suo profumo mi travolse. Non riuscii più a pensare… ero avvolto dal denso e fortissimo profumo del suo sangue. Di nuovo ebbi la sensazione di sentirlo scorrere nella mia bocca, nella gola… caldo, denso, delizioso….
Il mio naso si spostò sul suo collo e… stavo per cedere. Sentivo la sete bruciante e il sangue. Potevo sentire il suo scorrere lungo quel delicatissimo collo… i miei denti stavano per affondare in quell’unico sottile strato di pelle che m’impediva di saziare la mia sete… “solo un po’” mi dicevo. NO!
Mi accorsi di un brivido che le percorse il collo e sentii il suo cuore che pareva volesse uscire da quel corpo. E fu la sua salvezza.
Riuscii a separarmi dalla fonte deliziosa e proibita.
Uscii e corsi come un codardo nel mio nascondiglio, lontano da tutti in un angolo della foresta. Lì non mi aveva mai trovato nessuno. Quello era il palcoscenico dei miei momenti peggiori, quelli dove la sete è più forte.
Vi passai qualche ora prima di tornare in camera, guardai l’orologio: le tre e mezzo. A quest’ora Sìnea starà dormendo… beata lei… così pura e fragile.
Quando la sete era più forte la gola bruciava sempre di più, i muscoli si contraevano, tanto che non riuscivo a stare in piedi. Mi contorcevo tra i cespugli e la terra umida e per fortuna riuscivo a trattenere le urla. No, ero troppo pericoloso per quei ragazzi e ragazze ignari della mia natura, se qualcuno si fosse avvicinato in un momento come quelli… non avrei resistito… e l’avrei ucciso. L’avrei ucciso nel peggiore dei modi: rubando tutto il sangue che aveva in corpo.
Sangue, sangue e ancora sangue. Solo peccaminoso, delizioso, orribile sangue.

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