La Scienza

Philae è arrivato sulla superficie della cometa


 Dopo una discesa di sette ore, il lander Philae, rilasciato dalla sonda Rosetta, è arrivato sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e ha stabilito le comunicazioni con il centro di controllo sulla Terra. Ora Philae inizierà un'intensa raccolta di dati che potrebbero fornire utili indicazioni sulla formazione del sistema solare e sulla possibile presenza di amminoacidi, i costituenti fondamentali della vita.Ottenere nuovi dati che possano chiarire importanti particolari sulla formazione del sistema solare, sull'origine dell'acqua sulla Terra e forse anche della vita: è questo l'ambizioso programma della missione Rosetta dell'Agenzia spaziale europea (ESA), che in 10 anni di viaggio ha percorso 6 miliardi e mezzo di chilometri alla rincorsa della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.Il 12 novembre era il giorno cruciale per la missione: a 22,5 chilometri dal centro della cometa, Rosetta ha rilasciato il lander Philae che, poco dopo le 10.00 ora italiana, ha iniziato la discesa verso la superficie del nucleo cometario.Dopo un viaggio di sette ore, è arrivato il tanto atteso segnale: poco dopo le 17.00, Philae è arrivato sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e ha stabilito le comunicazioni con il centro di controllo di Darmstadt, in Germania.L'atterraggio di Philae non è stato privo d'incertezze né di rischi: la cometa ha una forma molto irregolare, con due grossi lobi, e si muove a una velocità di 18 chilometri al secondo, compiendo una rotazione completa su se stessa ogni 12,6 ore. Un particolare importante è che il lander non ha una propulsione propria, e quindi, dopo la separazione dall'orbiter, la sua traiettoria non poteva essere modificata dal centro di controllo. Ciò implicava che una piccola imprecisione nelle condizioni di rilascio avrebbe potuto compromettere completamente la missione di Philae, le cui probabilità di successo erano state stimate del 70/75 per cento.Inoltre, la superficie appare molto corrugata, con pendenze e crepacci, ciascuno dei quali avrebbe potuto minacciare il corretto ancoraggio di Philae al suolo e l'assetto previsto per le attività scientifiche. Per questo motivo, i ricercatori e gli ingegneri che seguono la missione hanno scelto con cura il punto esatto in cui è avvenuto il contatto, individuato nel settembre scorso, quando Rosetta è arrivata in prossimità della cometa e ha iniziato a orbitare intorno a essa.Il punto, identificato inizialmente come Sito J e successivamente battezzato Agilkia - come l'isola del Nilo su cui fu trasferito il complesso di templi di Philae, inondata per l'allargamento della diga di Assuan - si trova sul lobo più piccolo, in una posizione in cui le condizioni di illuminazione sono ottimali quando il lato in cui si trova è rivolto verso il Sole: questo permette a Philae di ricaricare le batterie a pannelli solari nelle ore di luce e di raffreddare i sistemi nelle ore di buio."Ci vorrà un po' di fortuna per arrivare effettivamente in un buon punto", aveva spiegato Paolo Ferri, a capo delle operazioni della missione.Dopo che si è posato sulla superficie della 67P/Churyumov-Gerasimenko, Philae ha iniziato un intenso programma di esperimenti scientifici che potranno fornire una serie d'indicazioni importanti sull'epoca primordiale del sistema solare: le comete sono, infatti, aggregati della materia che formava il disco protoplanetario del Sole, da cui si sono successivamente formati i pianeti.Appena dopo l'atterraggio, il compito del lander è stato quello di catturare foto panoramiche di ciò che aveva intorno utilizzando le micro-camere di bordo. Un'ora dopo, ha iniziato invece la prima serie di esperimenti scientifici previsti, che hanno avuto la durata di circa 60 ore. Una serie di perforatori, sensori e camere hanno raccolto dati sulla composizione e la temperatura della superficie, verificando in particolare la possibile presenza di amminoacidi, i "mattoni elementari" delle proteine e quindi della vita.Infine, quando si è trovato sulla faccia opposta della cometa, Philae ha inviato onde radio verso Rosetta: il segnale ricevuto ha potuto fornire informazioni sulla costituzione della 67P/Churyumov-Gerasimenko.