La Scienza

L'influenza della temperatura sulle strisce delle zebre


E' la temperatura ambientale a determinare lo "stile" delle strisce del mantello delle zebre. A scoprirlo è un gruppo di ricercatori dell'Università della California a Los Angeles.Il singolare disegno del mantello delle zebre ha sempre suscitato la curiosità dei biologi evoluzionisti che hanno proposto svariate ipotesi per spiegarle. Fra le più recenti e accreditate vi è quella che l'alternarsi di righe bianche e nere (che polarizzano la luce in modo diverso) crei un effetto ottico che le rende meno identificabili da mosche cavalline e tafani, che possono portare pericolose parassitosi. Non tutti gli scienziati però sono convinti che questa sia la spiegazione definitiva, soprattutto perché non dà conto delle notevoli variazioni nell'intensità e nella distribuzione delle strisce che si riscontra nelle popolazioni di zebre delle diverse regioni.In alcune zone, infatti, le zebre - il cui areale si estende dall'Etiopia meridionale fino al Sud Africa - hanno strisce fortemente marcate e spesse su tutto il corpo, mentre altrove sono più deboli e sottili e quasi o del tutto assenti sulle zampe.Brenda Larison e colleghi, che propendono per un'origine multifattoriale delle strisce, hanno quindi preso in esame 29 possibili fattori ambientali - fra cui il tipo e la densità della copertura vegetale, la densità di predatori e parassiti, le temperature medie e le variazioni stagionali, la piovosità, e così via - per vedere se vi fosse una correlazione con le differenze nei disegni del mantello delle zebre.Dall'analisi dei dati è apparsa significativa l'associazione fra la temperatura e l'intensità ed estensione delle strisce: quanto più basse sono le temperature tanto più deboli, sottili e meno estese sul corpo sono le strisce.I ricercatori avanzano anche un'ipotesi che può spiegare questa correlazione: grazie alla differente riflessione della luce, le aree bianche e quelle nere del mantello scaldano l'aria soprastante in modo diverso. Questo provoca piccoli vortici d'aria che permettono un raffreddamento dell'animale più o meno efficiente a seconda dell'intensità del contrasto e dell'estensione delle bande.