la mia seconda vita

..un caffè?


Ed allora?.. dove eravamo rimasti?.. a si… fermi in macchina, in quella piazzola di sosta, con lo sguardo puntato, come punta un cane la sua preda, all’incrocio distante circa un chilometro.. intento a scandagliare tutte le macchine che provenivano verso di me, analizzando il colore ma, soprattutto, il modello che non ero riuscito a capire bene quale potesse essere di preciso.. ed era un sabato mattina.. ma non mi ero assolutamente accorto di due fattori fondamentali.. anzi tre.. Tre fattori che mi portarono in quel posto a quell’ora.. quel giorno..Il primo è che nella mia vita tutto si nasconde assumendo sempre un altro significato.. significato al quale è giusto che io ponga dovuta attenzione.. Detto questo, devo ora riconoscere che quell’incrocio, dentro di me, era ben altro.. il fissare quelle dannate macchine, di colpo divenne un cercare un qualcuno di specifico.. Ed infine, la ristrutturazione di casa mia non era altro che una voglia incontrollabile di cambiare la mia vita.. di voltare pagina.. di chiudere un passato.. dentro di me avevo detto “ora basta!”Si.. perché nella vita capita sempre un qualcosa che ci porta a dire “ora basta!”, ci troviamo davanti a situazioni dalle quali si esce solo chiudendo una porta.. e poi aprendone altre.. nel mio caso il tutto, non era così evidente.. il tutto covava come carboni ardenti sotto la cenere.. nel mio caso, forse, non lo sapevo nemmeno io in che condizioni ero.. ma di sicuro dentro c’era una rivoluzione.. una seria rivoluzione..Il problema sta nel fatto che io non sapevo nulla di quel moto rivoluzionario in atto.. nessuno me ne aveva parlato.. a nessuno era paventata l’idea di darmi qualche avviso.. qualche informazione.. anche sottovoce.. o in un messaggio criptato.. e non c’erano nemmeno campanelli d’allarme.. o avvisaglie di qualsiasi genere.. insomma, per me tutto era perfettamente normale.. tranne il fatto che non riuscivo a stare fermo..Di sicuro c’era la sensazione che stavo cercando un qualcosa.. un qualcuno.. ma non avevo idea di chi..Ma fermiamoci un attimo.. anzi.. ripercorriamo la strada che porta a quella piazzola all’inverso.. torniamo indietro di qualche settimana..La prima cosa che salta agli occhi e.. e che non c’è una strada.. un percorso.. una via.. bensì ce ne sono due!.. Due strade apparentemente simili.. due strade dai caratteri somatici identici.. due che possono portare ad una sola destinazione.. due strade destinate a non incrociarsi mai.. o quasi.. Tutt’e due entrarono nella mia vita attraverso la stessa porta.. ed in tutt’e due i contorni che delineano il tragitto, si camuffarono con gli stessi abiti.. ebbero la stessa sigla iniziale.. Queste due storie hanno molto in comune.. ma niente di simile.. è come fare un viaggio con la stessa macchina ma con paesaggi diversi..In entrambi i casi la “porta” d’entrata si materializza con un invito a prendere un caffè.. a casa di amici.. uno come tanti.. un caffè che avrà tempo e luogo per assumere sfumature dai colori vivaci in un caso e dai profumi delicati nell’altro.. Anche qui è un sabato mattina.. ed io sono in preda alla lista delle imprecazioni perché è quasi mezz’ora che sono in macchina imbottigliato ed ancora non ho fatto niente di tutto quello che mi ero prefisso.. e come se non bastasse ecco che in lontananza vedo arrivare un mio amico.. per l’esattezza il mio amico.. che, senza tanti complimenti, sale in macchina dicendomi: “Scusami… se non mi sbrigo mia moglie mi ammazza.. mi accompagni verso lo stadio?.. ti prego.. è questione di vita o di morte..” ..come si dice: “le disgrazie non vengono mai da sole..”Già sono in ritardo di una vita.. il traffico è paralizzato.. e poi devo allungare il giro per accompagnare anche lui.. Non so perché… ma mi sento dentro un videogioco dove, dopo ogni mossa, aumentano le difficoltà… Comunque rimanere calmo, in questi casi, è indice di non so che cosa ma ci provo ugualmente.. sicuramente sarà indice di gastrite.. Il tragitto lo trascorro imprecando alternativamente con parte dei Santi e con il restante degli automobilisti che hanno conseguito l’esame pratico per la patente di guida nel deserto.. ma finalmente siamo arrivati.. almeno il mio amico, che scendendo dalla macchina dice: “Non so come ringraziarti.. mi hai salvato la vita.. quando muori ti farò una statua.. giuro!.. anzi.. ti aspetto oggi, dopo pranzo, per un caffè... nooo, oggi c’è il mio collega con sua moglie.. fa niente, ti aspetto lo stesso..”Bene!.. se questo fosse un film, avremo appena visto la scena chiave.. il particolare che fa la differenza.. la scena che da senso a tutto.. Ora possiamo alzarci per prendere un bicchiere d’acqua…