Paolo, citando una sua esperienza, ha confermato che per timore che si insuperbisse a motivo delle eccellenti rivelazioni ricevute, gli era stata messa una "spina nella carne", un angelo di Satana per "schiaffeggiarlo". La "spina" era, senza dubbio, una infermità fisica, e Paolo la definisce un "angelo di Satana". Lo scopo del diavolo era ed è di portare alla morte, ma anche se il Signore gli permise di agire sul corpo di Paolo, tutto questo non ha contribuito per la morte di Paolo, ma per la sua vita. Infatti la vita dell'apostolo Paolo è stata un continuo trionfo sulla morte e su Satana. Che la potenza della morte voglia assalire i credenti e che Dio non sempre lo impedisca è evidente, ma questo non significa che Lui voglia vederci morire. Anche nel caso di Paolo è evidente questo fatto: l'opera del nemico fu espressamente usata per tenere Paolo spiritualmente vivo, perché se non avrebbe avuto quella "spina", la sua vita spirituale sarebbe stata intaccata, a rischio anche della morte. Infatti dice: "...affinché non avessi ad ad insuperbire..." (2 Corinzi 12:7). Un uomo umiliato in questo modo è un gigante della fede. Si, il nemico attacca il corpo, cerca di paralizzare i credenti, ma la Parola di Dio dichiara in modo glorioso che anche in presenza di un handicap fisico, o qualcosa messo dal diavolo col permesso di Dio, c'è una potenza di vita che ci può abilitare ad adempiere un grandioso piano divino, non limitato da situazioni naturali. Questo è ciò che l'apostolo Paolo dichiara: "La vita che vivo ora nella carne (fisicamente), la vivo nella fede nel Figlio di Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me." (Galati 2:20). Veramente la sua fu una vita di trionfo sulla morte, ma fu sempre una guerra. Portava i segni delle battaglie contro la morte, ma portava la vita di Dio a coloro che lo ricevevano e lo ascoltavano.
LA SPINA NELLA CARNE
Paolo, citando una sua esperienza, ha confermato che per timore che si insuperbisse a motivo delle eccellenti rivelazioni ricevute, gli era stata messa una "spina nella carne", un angelo di Satana per "schiaffeggiarlo". La "spina" era, senza dubbio, una infermità fisica, e Paolo la definisce un "angelo di Satana". Lo scopo del diavolo era ed è di portare alla morte, ma anche se il Signore gli permise di agire sul corpo di Paolo, tutto questo non ha contribuito per la morte di Paolo, ma per la sua vita. Infatti la vita dell'apostolo Paolo è stata un continuo trionfo sulla morte e su Satana. Che la potenza della morte voglia assalire i credenti e che Dio non sempre lo impedisca è evidente, ma questo non significa che Lui voglia vederci morire. Anche nel caso di Paolo è evidente questo fatto: l'opera del nemico fu espressamente usata per tenere Paolo spiritualmente vivo, perché se non avrebbe avuto quella "spina", la sua vita spirituale sarebbe stata intaccata, a rischio anche della morte. Infatti dice: "...affinché non avessi ad ad insuperbire..." (2 Corinzi 12:7). Un uomo umiliato in questo modo è un gigante della fede. Si, il nemico attacca il corpo, cerca di paralizzare i credenti, ma la Parola di Dio dichiara in modo glorioso che anche in presenza di un handicap fisico, o qualcosa messo dal diavolo col permesso di Dio, c'è una potenza di vita che ci può abilitare ad adempiere un grandioso piano divino, non limitato da situazioni naturali. Questo è ciò che l'apostolo Paolo dichiara: "La vita che vivo ora nella carne (fisicamente), la vivo nella fede nel Figlio di Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me." (Galati 2:20). Veramente la sua fu una vita di trionfo sulla morte, ma fu sempre una guerra. Portava i segni delle battaglie contro la morte, ma portava la vita di Dio a coloro che lo ricevevano e lo ascoltavano.