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Un verso al giorno
Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio? 1Giovanni 5:4,5
« Una rosa | IL PERDONO DI DIO » |
SI! al Maestro unico Ma voi non vi fate chiamar "Maestro", perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli". (Matteo 23:8). L'opinione pubblica italiana in questi ultimi mesi si è divisa in due per una questione davvero importante: l'istruzione dei nostri ragazzi. Alcuni sostengono che la volontà del governo di reintrodurre il maestro unico nella scuola elementare è sconsiderata: ormai -affermano- sono vent'anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutti i corsi della scuola elementare l'esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata nel tempo pieno. La pluralità di docenti ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza di una specifica disciplina e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola elementare una comunità di conoscenze. Dall'altro lato abbiamo, invece, coloro che affermano che il ritorno del maestro unico significhi "riguardare al passato per crescere nel futuro". Il maestro unico -affermano coloro che sostengono il governo- torna in aula per ripristinare un'unità pedagogica fondamentale nelle scuole primarie, essenziale affinché l'apprendimento dei più piccoli possa essere unitario e frutto di un progetto studiato, costante e continuativo. È inoltre importante -secondo il governo- che la scuola primaria torni a dare ai bimbi quello che più gli occorre: le basi e il metodo per studiare e non una pioggia di insegnamenti svariati e slegati l'uno dall'altro; è essenziale che la scuola torni a concedere ai piccoli scolari la possibilità di avere una signora maestra o un signor maestro, guida autorevole e al tempo stesso compagno nelle sfide di ogni giorno, che segue ogni fase dell'apprendimento e della crescita della classe da vicino e con costanza, che studia metodi di insegnamento ad hoc per i suoi alunni e li integra nel modo più coerente possibile. Senza voler entrare ulteriormente nel merito, vogliamo prendere spunto da tutto ciò per riflettere con l'aiuto del Signore su un argomento di vitale importanza: Cristo nostro unico Insegnante. La Scrittura afferma che negli ultimi tempi "alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, sviati dall'ipocrisia di uomini bugiardi, segnati da un marchio nella propria coscienza. Essi vieteranno il matrimonio e ordineranno di astenersi da cibi che Dio ha creati perché quelli che credono e hanno ben conosciuto la verità ne usino con rendimento di grazie..." (I Tim. 4:1- 4). Questi maestri "dicon male di tutte le cose che non sanno; e in quelle che sanno per natura, come le bestie senza ragione, si corrompono. Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si son gettati nei traviamenti di Balaam, e son periti per la ribellione di Core. Costoro son delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senz'acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; furiose onde del mare, schiumanti la lor bruttura; stelle erranti, a cui è riserbata la caligine delle tenebre in eterno" (Giuda 10-13). Ecco perchè l'apostolo Giacomo esorta tutti noi a non atteggiarci da maestri "sapendo che ne riceveremo un più severo giudicio" (Giac.3:1). Al tempo di Cristo, degli apostoli e anche nel nostro tempo vi sono persone che amano ergersi da maestri su gli altri. Gesù rivolgendosi agli undici disse: "...Gli scribi e i Farisei seggono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque ed osservate tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le opere loro; perché dicono e non fanno. Difatti, legano de' pesi gravi e li mettono sulle spalle della gente; ma loro non li voglion muovere neppure col dito. Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini; difatti allargano le lor filatterie ed allungano le frange de' mantelli; ed amano i primi posti ne' conviti e i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze e d'esser chiamati dalla gente: "Maestro!" Ma voi non vi fate chiamar "Maestro", perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli". (Matteo 23:5-8). Al tempo di Gesù non mancavano certamente gli insegnanti, sia quelli secolari che religiosi, eppure l'insegnamento del Cristo toccava particolarmente i cuori degli ascoltatori: infatti, leggiamo nella Scrittura che "la gente stupiva della sua dottrina, perch'egli li ammaestrava come avente autorità e non come gli scribi... E tutti sbigottirono talché si domandavano fra loro: Che cos'è mai questo? È una dottrina nuova! Egli comanda con autorità perfino agli spiriti immondi, ed essi gli ubbidiscono!". Possiamo affermare per esperienza personale che Egli è un Insegnante di qualità, "da chi andremo noi?" solo Lui ha parole "di vita eterna" (Giov.6:68). Abbiamo imparato ad andare a Lui per qualsiasi bisogno sia esso spirituale, morale che materiale. Egli ha sempre qualcosa di buono da insegnarci. Durante il Suo ministerio terreno con maggiore frequenza Gli è stato rivolto l'appellativo di "Rabbì", ossia Maestro. Egli è, infatti, il Maestro Perfetto, tutti coloro che Lo ascoltano e apprendono le Sue parole giungono alla vera libertà, infatti Egli stesso ebbe ha dire: "...Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi." (Giov.8:31,32). Leggiamo nel testo Sacro che Gesù era profeta potente in opere e in parole dinanzi a Dio e a tutto il popolo (Luca 24:19). Il Suo non era un insegnamento fragile, sterile pieno di imperfezioni, ma era forte e dinamico. Il Suo parlare tendeva ad arricchire i Suoi interlocutori, mirava ad un cambiamento del cuore e della mente. Il Suo insegnamento compungeva le anime che si ravvedevano e per grazia realizzavano il dono della salvezza. Insieme possiamo affermare "Si! al Maestro unico". Gioacchino Caltagirone
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Parole che nascono, parole che muoiono: tante parole, dalla vita breve, subito bruciate dentro gl... (continua)
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Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento, all'insegnamento; chi l'esortazione, all'esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
La parola è lo strumento piu potente per plasmare e anche contaminare l'uomo... ma la mia scoperta piu grande in questi anni è stata quella di comprendere come la parola il linguaggio porti con se tutta una serie di attributi che non sempre chi la pronuncia o la ascolta, è consapevole. La stesso termine va non solo contestualizzato per epoca storica, ma anche visto alla luce della cultura che lo pronuncia... è bizzarro scoprire come per alcuni termini ad esempio non esistano i corrispettivi in altre lingue o come invece lo stesso termine dica ad una cultura molto piu di quello che ne dice ad un altra.. affascinante la riflessione sul linguaggio, affascinante ma per nulla dilettantistica... ne tanto meno semplice.. in questo senso trovo l'accostamento del tutto scontato e fuori luogo.. io stessa mi sono chiesta (per dovere professionale) se realmente fosse conveniente tornare all'unica figura di riferimento... mi sono presa il mio tempo per pensarci, al di la di tutte le raccolte-firme contro i maestri unici... e sono giunta alla conclusione che per la complessità dei saperi oggi in circolazione e per la drammaticità del ruolo educativo che siamo chiamati a svolgere (insegnanti ma anche genitori) non sia piu plausibile addossare tutta la responsabilità educativa ad un solo insegnante.. Altra questione del tutto diversa è quella relativa al Maestro di vita (Cristo Gesù) che ciascuno di noi è chiamato a testimoniare in ogni contesto della nostra vita personale.... chi nell'insegnamento chi nel propria fabbrica, chi nella propria famiglia ecc.. su questo mi soffermerei, nel tentativo di comprendere come si può trasporre la pedagogia evangelica in ciascuno dei nostri contesti di vita... come vedi usare uno stesso termine "MAESTRO" non significa affatto parlare della stessa cosa... è come voler mettere a confronto la Salvezza Cristiana con la salvezza del superstite di un naufraggio... salvezza certo in entrambe i casi ma il senso il significato profondamente diverso, in quanto sopravvivere al disastro non significa essere "salvati".. potrei farti altri mille esempi ma credo o spero che tu abbia gia capito cosa voglio dire... mi pare che questa riflessione abbia voluto cavalcare un pò troppo spudoratamente l'onda delle tensione "pubblicitarie" che sono in voga in questi mesi... e non abbia reso come credo invece fosse intenzione di chi lo ha scritto, una reale riflessione intorno alla nostra responsabilità di portare Cristo, (attraverso la nostra bocca ma soprattutto attraverso le nostre mani) all'interno, soprattutto di quei contesti dove i nostri figli trascorrono la maggior parte della loro infanzia!