Creato da gualtiero123 il 08/10/2006

Le tre caravelle

La filosofia del nodo

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Post n°67 pubblicato il 10 Agosto 2007 da gualtiero123
 
Tag: Pesca

Visto che ho praticamente terminato l'elenco dei nodi da raccontare, quei nodi da chiaccherata, e visto che sto studiando come si possa trarre beneficio da tutta questa materia, vi chiedo di volere partecipare ad ampliare il tutto con ogni tipo di settore in cui si usano i nodi, dal tessile, al nodo dei bottoni, ai nodi da pesca, ai nodi da imballaggio, ai nodi usati nella cucina, nella salumeria, ai nodi usati in pasticceria.

Io sto imparando delle versioni articolate di nodi marini, che sono quelli che tengono ma sono facili da smontare, e devo dire che, pur con diverse articolazioni appunto, grazie alla base di quanto ho scritto e descritto in questo blog, mi sento  capace di valutare e realizzare anche i nodi più complessi. Ed apprezzarne la creatività e l'uso.

Per esempio in pesca si usano poco i nodi a gassa, ma si fa' un grande uso del capuccino, del francescano, dell'inglese, addirittura del nodo semplice e raddoppiandolo, non usati come nodi di arresto, ma bensì realizzandoli sulla cima a doppino, cioè creando uno scorsoio sul dormiente.

In questo caso il loro nome diventa nodo UNI; un modo di incappellare con corda doppiata, lo si ritrova su certi nodi per ami ad occhiello; alcune legature, di cui per altro non ho mai parlato, servono a fissare degli ami per pesca grossa, per tonni ecc.

Sulle lenze, settore in cui non ho trovato grandi novità in termini di ductus o intreccio, anche perchè la lenza troppo intrecciata si spezza, invece ho apprezzato il perfezionamento del momento di assucatura, cioè di stringere il nodo, che si divide in almeno tre fasi che voglio illustrarvi qui.

Prima si fa il nodo, poi lo si inizia a stringere per dargli forma, poi lo si deve lubrificare con la saliva, e quindi si può infine assucarlo bene, usualmente prima dal corrente e poi dal corpo di lenza. Altrimenti, saltando uno di questi passi, si rischia di avere le spire sovrapposte, che si taglieranno le une con le altre, oppure di slabbrare e sfibrare il monofilo, senza ottenere una stretta valida, e quindi lenza rovinata e perdita di attrezzo.

Ciao. Sono al mare con le chiappe chiare.

Commenti al Post:
francilina
francilina il 22/08/07 alle 17:24 via WEB
Ciao Gualti, mi dispiace, ma l'unico nodo che conosco è quello in gola. Si genera spontaneamente, difficilmente controllabile, ha origini che contemplano le più svariate motivazioni. Per scioglierlo non c'è verso, a meno che non ci si armi di santa pazienza e di una forte dose di autocontrollo. Ti sono stata utile?? ;-) Ciao, Francy
 
 
gualtiero123
gualtiero123 il 13/08/08 alle 13:21 via WEB
Certo il nodo è inteso come quella parte della corda che inciampa, che non scorre bene, ecco perchè si fanno i nodi a otto, o di arresto, oppure il nodo a cappuccino; anche le corde possono imbligliarsi, perciò non bisogna mai annodare le scotte, che sono le cime con cui si manovrano le vele principali. Come vedi il nodo in gola è un'espressione che viene dalla marinara come molte altre espressioni, e ti dirò di più, come tanti procedimenti e approcci, che ormai non si sa più da dove vengano; invece prova a cercare nel mondo delle navi, là vi ritroverai tutta la storia e l'esperienza dell'Italia.
 
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