Tutta la giornata di ieri a lavorare in laboratorio, ovviamente non da solo per fortuna, ma l’oscilloscopio era in rivolta e l’analizzatore di spettro pure e poi ad un certo punto niente sembrava funzionare e qualcuno di noi urlava ed io mentre cercavo di attaccare un cavo o girare una manopola ho cominciato sinceramente a chiedermi perché mi sia cacciato ormai da anni in un pasticcio simile, aver scelto di fare l’ingegnere elettronico, voglio dire.Il laboratorio era quasi al buio e nessuno aveva ancora acceso la luce ed io potevo guardare le facce dei miei compagni tra cui spiccava quella paffuta dell’ingegnere capo, il grassone dalla mole spropositata che si nutre esclusivamente di minestre che condisce con tutto quello che può usare, almeno da quello che vedo a mensa.In quei minuti drammatici in cui nessuno capiva perché tutti gli strumenti elettronici, evidentemente coalizzati in una congiura micidiale, ce l’avessero tanto con noi, in quei minuti la mia mente ha cominciato a divagare.Guardavo l’ingegnere capo, la sua giovane pappagorgia, la sua altrettanto giovane panza: chissà quante minestre avrà ingollato- pensavo- per diventare così; eppure questo gioviale grassone, questo simpaticone che rende meno agevole muoversi nel laboratorio perché ostacola i movimenti degli altri con la sua mole spropositata, quest’uomo che ha il coraggio barbaro di guidare una Fiat Regata e di portare scarpe col rialzo nonostante sia alto un metro e ottanta, quest’uomo forse ha un legame, chiamiamolo così, con la Bellucci.Il legame consiste probabilmente proprio nell’inguardabile Fiat Regata, continuavo a pensare: quel grassone, specializzato nell’ingurgitare minestre, è originario infatti di Città di Castello e dice d’aver comprato anni fa la sua macchina da un ex-fidanzato dell’attrice: forse è per questo, mi chiedevo, forse è per questo che quando sale in macchina, anziché vergognarsi, mostra un sorriso compiaciuto?Lo ringalluzzisce forse l’intima consapevolezza di guidare una macchina in cui è transitata più volte una bonazza? Pensavo a queste cose mentre ad un certo punto qualcuno mi ha dato una pacca abbastanza forte su una spalla come per dirmi “Ehi, tu, svegliati!” ; gli strumenti avevano ripreso a funzionare ed una meravigliosa forma d’onda gialla si disegnava sullo schermo dall’analizzatore di spettro: il grassone mangiatore di minestre, l’ingegnere-capo guidatore di Regata, il concittadino della Bellucci sembrava contento.
Prove di laboratorio
Tutta la giornata di ieri a lavorare in laboratorio, ovviamente non da solo per fortuna, ma l’oscilloscopio era in rivolta e l’analizzatore di spettro pure e poi ad un certo punto niente sembrava funzionare e qualcuno di noi urlava ed io mentre cercavo di attaccare un cavo o girare una manopola ho cominciato sinceramente a chiedermi perché mi sia cacciato ormai da anni in un pasticcio simile, aver scelto di fare l’ingegnere elettronico, voglio dire.Il laboratorio era quasi al buio e nessuno aveva ancora acceso la luce ed io potevo guardare le facce dei miei compagni tra cui spiccava quella paffuta dell’ingegnere capo, il grassone dalla mole spropositata che si nutre esclusivamente di minestre che condisce con tutto quello che può usare, almeno da quello che vedo a mensa.In quei minuti drammatici in cui nessuno capiva perché tutti gli strumenti elettronici, evidentemente coalizzati in una congiura micidiale, ce l’avessero tanto con noi, in quei minuti la mia mente ha cominciato a divagare.Guardavo l’ingegnere capo, la sua giovane pappagorgia, la sua altrettanto giovane panza: chissà quante minestre avrà ingollato- pensavo- per diventare così; eppure questo gioviale grassone, questo simpaticone che rende meno agevole muoversi nel laboratorio perché ostacola i movimenti degli altri con la sua mole spropositata, quest’uomo che ha il coraggio barbaro di guidare una Fiat Regata e di portare scarpe col rialzo nonostante sia alto un metro e ottanta, quest’uomo forse ha un legame, chiamiamolo così, con la Bellucci.Il legame consiste probabilmente proprio nell’inguardabile Fiat Regata, continuavo a pensare: quel grassone, specializzato nell’ingurgitare minestre, è originario infatti di Città di Castello e dice d’aver comprato anni fa la sua macchina da un ex-fidanzato dell’attrice: forse è per questo, mi chiedevo, forse è per questo che quando sale in macchina, anziché vergognarsi, mostra un sorriso compiaciuto?Lo ringalluzzisce forse l’intima consapevolezza di guidare una macchina in cui è transitata più volte una bonazza? Pensavo a queste cose mentre ad un certo punto qualcuno mi ha dato una pacca abbastanza forte su una spalla come per dirmi “Ehi, tu, svegliati!” ; gli strumenti avevano ripreso a funzionare ed una meravigliosa forma d’onda gialla si disegnava sullo schermo dall’analizzatore di spettro: il grassone mangiatore di minestre, l’ingegnere-capo guidatore di Regata, il concittadino della Bellucci sembrava contento.