Le Labrene

Per voi che non mi leggerete


Cara nonna e caro nonno,è curioso sapere che queste impreviste righe che vi scrivo, voi non le leggerete mai.E’ curioso o forse dovrei dire triste, perché se uno scrive una lettera anche con modeste intenzioni come questa qua, si aspetta che forse il destinatario la riceva e la legga, sia pure travisandola, come è normale che possa accadere, dato che le parole hanno sempre ingannato, da che mondo è mondo, ma, cari nonni, non possiamo farci niente, questo forse lo sapete meglio di me che comunque vi scrivo.Io invece sono sicuro che per ovvi motivi questa lettera non la leggerete mai e tutto ciò oltre che triste adesso mi sembra anche beffardo, perché io che con la voce ed i gesti sono tante volte incapace di comunicare la pur minima emozione, sovente cerco di fare  affidamento ad uno strumento, -la parola scritta- che adesso invece non mi servirà allo scopo.Tra i tanti ricordi che ho di voi è curioso-ancora questa parola- che i più nitidi siano adesso quelli che credevo di detestare di più e cioè quelli di me bambino in vostra compagnia, quando invece di restare con voi, che già mi sembravate vecchissimi, morivo dal desiderio di giocare con i miei genitori quasi adolescenti che invece erano altrove. Ma si potrebbe fare un elenco lunghissimo di ricordi che invece non farò perché tramite questa lettera nata morta voglio semplicemente dirvi  un’unica cosa, la più importante per me, anche se mi si spezza qualcosa dentro mentre ve la dico perché vi immagino seduti con le vostre rughe profonde e i profili addolciti dal Tempo e i vostri acciacchi e la vostra solitudine e la vostra consapevolezza di essere sbarcati sulla vostra isola deserta da cui sentite i rumori sempre più ovattati del Mare della Vita: nonna e nonno,  anche se non mi leggerete mai, volevo dirvi che  non vi ho mai dimenticato.