Le Labrene

Flight Blues


Può capitare di pensare, dopo una trasferta di lavoro particolarmente pesante in  cui alle sette del mattino eri a Fiumicino infreddolito e pronto all’andata ed alle sette di sera eri Linate ancora più infreddolito e pronto al ritorno, può capitare di pensare, dicevo, adesso che sei in volo e il tuo aereo attraversa una turbolenza del cazzo che lo fa oscillare come non mai e il tuo occhio sgomento ogni tanto guarda le vibrazioni dell’ala nell’alto dei cieli, che forse sarebbe stato meglio non cambiare il tuo biglietto e anticipare il volo, sì, forse sarebbe stato proprio meglio aspettare ancora due ore a Linate perché adesso che l’aereo trema e tu tremi assieme a lui, stai pensando che se proprio l’aereo deve cadere, non vorresti finire i tuoi giorni insieme a quel tizio seduto un paio di file davanti a te con quel ridicolo cappello a larga tesa e la pancia colossale  e la voce insopportabile: non ti ha fatto nulla, è chiaro, eppure un’antipatia epidermica vi divide e tu sei sicuro che con la tua solita fortuna, nella possibile catastrofe non finiresti abbracciato alla bellissima hostess mora dalle pelle vellutata e dalle lunghe gambe ma saresti sopraffatto fino agli ultimi istanti dalla  trippa debordante di quell’uomo.