Le Labrene

Sotto il cielo tenebroso


Nel mio solito tunnel vedo un bagliore lontano o forse m’illudo di vederlo: non so cosa mi fa più male, l’oscurità in cui mi trascino o questa speranza che potrebbe trasformarsi in illusione.Eppure tertium non datur (Oh quanto mi piaceva il latino al liceo, ma questa è un’altra storia lo so) e quindi eccomi qui a camminare toccando le pareti umide della galleria e cercando di scorgere il bagliore che per un po’ mi fa sentire vivo ma poi scompare e io ricado ancora nel buio a dubitare.Vorrei che i pensieri si fermassero, vorrei che questo percorso finisse, non so, forse non sono destinato alla luce ma in tal caso vorrei che tutto finisse presto.Ho capito che tutte le cose che ho imparato non mi servono a nulla, ho capito anzi d’essere lontano da tutti, e di aver vissuto come ho sognato cioè solo (Conrad, grazie, come vedevi giusto tu, dalla tolda di una nave o seduto alla scrivania, come vedevi giusto, tu).Continuo a camminare nel mio tunnel e dentro di me ho la segreta speranza di rivedere quel bagliore, questa notte ho addirittura sognato un angelo che mi aspettava alla fine e adesso quando scorgo ogni tanto la luce lontana ho la segreta speranza di incontrarlo, sì ho la segreta speranza di incontrarlo eppure temo che mi ingannerà, perché nel mio mondo anche gli angeli ingannano o forse credono che in realtà meriti d’essere salvato qualcun altro, non so.Ecco, in questo momento non vedo proprio nulla, solo le pareti infami della mia galleria e forse è meglio così, forse è meglio così perché arrivare allo sbocco e assistere al volo solitario dell’angelo che mi lascia disperato a terra sarebbe troppo per me, meglio allora quando comparirà ancora quel bagliore ingannevole e quella speranza, meglio allora distogliere lo sguardo: chissà forse esiste un condotto secondario  che mi porterà fuori: non ci sarà nessuna luce e nessun angelo e sarò ancora solo ma finalmente, sotto il cielo tenebroso,  camminerò come un uomo libero.