Le Labrene

Perdersi sul GRA


Ho temuto per tanto tempo di perdermi sul GRA, soprattutto imboccarlo a tarda sera magari e poi perdermi sbagliando uscita o non riuscire a trovare quella giusta e magari uscire in un altro punto e tentare di riprenderlo di nuovo il GRA e poi sbagliare ancora con la notte che avanza e continuare così all’infinito, un giro impazzito e disperato intorno a Roma, maledetto mostruoso GRA.E poi tante altre volte con la pioggia e col sole, spiare impaurito il viadotto del GRA e le sue rampe, guardare le macchine sfrecciare in un’ebbrezza di velocità o al contrario intrappolate nell’ingorgo inestricabile di lamiere che luccicano ed autotreni come rettili giganteschi del Cretaceo catapultati nel delirio d’asfalto, maledetto mostruoso GRA.E quella volta poi che andai verso Nord invece che verso Sud, o forse fu verso Est invece che verso Ovest e il mio incredibile giro completo del GRA, quella mattina piovosa, il mio giro orgoglioso del GRA perché al punto di partenza ero ritornato incolume ma forse carico d’una esperienza in più, come i capitani di Conrad.E le risate ubriache coi miei amici mentre il più sobrio tra noi guidava e la massa oscura di Roma sembrava quasi un’impossibile promessa di felicità per il mattino successivo, forse per qualcuno di noi era una promessa di felicità ed io guardavo le luci, i cartelloni che si perdevano nell’oscurità della notte o i cespugli che lo spostamento d’aria faceva muovere ed ero quasi incapace di pensare, quasi riuscivo a sospendere il maledetto pensiero mentre andavamo via sul GRA.E qualche sera fa, l’ultimo brivido sul GRA: l’uscita all’ultimo secondo by-passata , la mia disperazione subitanea nel tentativo di rimediare e svincoli e rampe e cartelli complicati baluginanti nel buio come ancore per un’improbabile salvezza nel mare oscuro della mancanza di senso e poi alla fine salvo per un nuovo miracolo, di nuovo salvo sul GRA. E non ho più paura adesso di perdermi sul GRA, non ho più paura di non ritornare a casa, di girare all’infinito nel loop, in orbita chiusa e disperata intorno a Roma, certo, sì, potrebbe accadermi ancora una volta di smarrirmi e allora potrebbe essere la volta giusta, lo smarrimento definitivo voglio dire: finalmente e perfettamente estraniato dal mondo ma concentrato al volante senza pensieri mentre vado alla deriva verso Est oppure verso Ovest e tutto continua così fino alla fine dei tempi in un’impossibile orbita periodica intorno a Roma, mostruoso gigante  indifferente.