Le Labrene

Il tomo dimenticato


L’altra sera mi sono accorto di uno strano librone riposto sullo scaffale più alto (e polveroso) della mia libreria: un inquietante mattone dalla copertina verdastra che mi è sembrata una strana sgradevole novità. “ Cosa cazzo è quell’affare lì?”, ho pensato e mi sono alzato con sommo fastidio dalla poltrona spelacchiata per avvicinarmi allo scaffale in cui sfolgorava impunemente  il tomo intruso.Ho guardato la copertina e ho letto un titolo incomprensibile ( fosse stato scritto in qualche dialetto mediorientale sarebbe stata la stessa cosa), “Cosa cazzo è quest’affare?” mi son chiesto di nuovo.Ho sfogliato, compulsato le numerose pagine (dalla carta piacevolmente odorosa devo dire) e non sono riuscito a ricordare da dove provenisse tutto il guazzabuglio di equazioni che scorreva come un lontanissimo incubo del passato tra le mie mani e sotto i miei occhi.Ho cercato di ricordare, ma non ci sono riuscito.Così, non disponendo della stele di Rosetta, ho dovuto chiudere il libro e rimetterlo al suo posto e destinarlo ad un futuro tavolo traballante.Però, più tardi, mi giravo e rigiravo dentro il letto: pensavo e ripensavo in modo ossessivo a quel libro fino a quando non ho realizzato: “la mia tesi di laurea , cazzo…” ho finalmente sussurrato, con una specie di gemito esalato tra il guanciale e la coperta, nel vuoto della notte.