Le Labrene

Brunetta e l'antimafia


Alla fine forse la migliore definizione del ministro Brunetta resta quella fornita dall’onorevole D’Alema e cioè “energumeno tascabile”.Un’altra potrebbe essere quella di “rancoroso nano chiomato”  che fa pendant con quella di “ghignante nano calvo” da affibbiare a sapete bene chi.Questo è un post scorretto e ingiusto lo ammetto perché qua non si vuole discutere l’opera ma l’uomo anzi l’ometto.Però la sicumera sfoggiata da questo solerte piccolo aborto sempre pronto a scattare su come un serpentello a cui abbiano appena schiacciato la coda mi spinge a parlarne avendo in mente il giudice-nano cantato da De Andrè quello delle "notti insonni vegliate al lume del rancore”.Vi propongo una recente esternazione di Centimetro Velenoso sull’Antimafia: “Io addirittura scioglierei l’antimafia, nel senso che mi piacerebbe che non ci fosse nemmeno lo specifico della mafia. Mi spiego. C’è l’antimafia perché c’è la mafia. La mafia è una tipologia di criminalità come dire, specifica, deviante e che avrebbe bisogno, che ha bisogno, di regole speciali. A me non piacciono le regole speciali. Chi fa un crimine deve essere colpito. Non amo gli anti, preferisco le regole e il far rispettare le regole. Se in Italia si rispettassero le regole, non ci sarebbe bisogno dell’anti-mafia, perché la mafia è una forma di criminalità e dovrebbe essere perseguita come tutte le altre”Nella citata canzone di De Andrè si parlava del pregiudizio di chi pensa che i nani hanno “ il cuore troppo vicino al buco del culo”. Ebbene, io che sono uomo di pregiudizi, non mi faccio mancare neanche quello.Anzi dopo la sortita intelligentissima sull’antimafia  di Puffo Nobel aggiungo che non solo il cuore dell’omuncolo  è troppo vicino a quel fatidico posto dove il sole latita ma anche il suo cervello.