Le Labrene

Piccola cronaca d'un viaggio su rotaia


Piccola cronaca d'un viaggio su rotaia. Verso sera arriva il treno e il treno è in ritardo. Il viaggiatore cerca di salire sulla carrozza che gli hanno assegnato ma tutte le portiere sono bloccate.Il viaggiatore sale allora su un'altra carrozza onde raggiungere la sua: ci riesce alla fine facendosi largo tra la folla scamiciata e sudata di una domenica d'inizio estate.Appena trova il suo posto numero 43 (lato corridoio) si illude il tapino di potersi rilassare: in realtà non può perchè l'aria condizionata non funziona. Sbuffa così come gli altri suoi compagni di sventura, qualche signora tira fuori un ventaglio, il controllore passa ed alcuni viaggiatori si incazzano, il controllore si incazza pure lui, volano parole grosse, un altro controllore interviene, gli animi si placano, volemose bene, in Italia semo. Il viaggiatore tira fuori un libro ma scopre ben presto che quando il treno entra in una galleria non  può leggere perchè nella carrozza, oltre al condizionatore, anche le luci interne non funzionano. Il viaggiatore si arrabbia tantissimo, già vorrebbe esplodere ma invece poi si controlla con britannica compostezza.Quando il treno non è in galleria tutto sommato si può leggere, anche se questa operazione diventa via via più faticosa perchè la luce del giorno sta calando sempre di più.Così, con gli occhi stanchi e la camicia intrisa di sudore e le orecchie lacerate dal pianto implacabile dell'ennesimo bambino, il viaggiatore vorrebbe guardare fuori dal finestrino rimirando magari colline bucoliche sul far della sera o lo skyline al tramonto di qualche piccola città o forse addirittura il mare.In realtà non può fare neanche questo perchè il vetro sporco del finestrino ha cancellato il mondo esterno, non si vede assolutamente nulla,  si può solo restare da soli con i propri disturbati pensieri, mentre l'oscurità invade lentamente il vagone e le facce dei sudati compagni di sventura perdono i loro contorni e il bambino implacabile continua a piangere e una donna, seduta qualche sedile più in là, agita un ventaglio bianco che risplende curiosamente nell'avanzata funerea del buio, una donna il cui viso non si distingue e che potrebbe essere una ragazza oppure una vecchia, un corpo giovane ed allettante o una nonnina rinsecchita dalle molte primavere, non si sa, chi potrebbe e avrebbe voglia d'indagare, pensa il viaggiatore,  quel che è certo è che stasera arriverà a casa anche lei molto tardi.