Le Labrene

Renato Rascel


Da qualche settimana ho un nuovo capo e questo capo somiglia  a Renato Rascel, cioé mi ricorda incredibilmente quel famoso piccoletto dei passati tempi televisivi, quella figura buffa della  televisione  in bianco e nero  che certe volte ritornava nel Blob di Ghezzi&Giusti degli anni novanta, quando Blob aveva ancora senso.Così quando l'ho visto la prima volta al colloquio, ho pensato che era davvero incredibile, che quel tizio che mi parlava di Radar ad Apertura Sintetica, di Teoria Geometrica della Diffrazione oppure di trasformate doppie di Fourier doveva aver cantato almeno qualche volta "Arrivederci Roma" o "E' arrivata la bufera" o fatto ridere qualcuno su qualche improvvisato palcoscenico.Non è solo una questione di statura o di banale rassomiglianza fisica, non basta infatti tutto questo a convincermi, sono invece il modo di gestire, le facce buffe che fa in modo più o meno consapevole, forse la voce. I miei nuovi colleghi dicono che il mio nuovo capo è un individuo perverso e che mi farà impazzire, che la sua sanità mentale è molto dubbia e che utilizzerebbe il Metodo Montecarlo per stimare qualsiasi cosa, circola persino la voce (sicuramente un'esagerazione) che abbia passato qualche mese in una segreta casa di cura.Non mi faccio certo spaventare da queste che forse sono solo calunnie interessate,  il gruppo di colleghi è probabilmente un simpatico nido di vipere, eppure quando Rascel scivola all'improvviso nella mia stanza per darmi qualche lavoro da fare, sono percorso da un brivido pensando di essere finito nelle mani di un pazzo e che la bufera stia davvero per arrivare.