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Un blog creato da tomthumb il 20/08/2007

Le Labrene

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« Sotto il cielo tenebrosoPerdersi sul GRA »

Post n°152 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da tomthumb

Il Cubo

Piccolo Mimmo, povero Mimmo chissà poi che fine avrai fatto pure tu, adesso improvvisamente riapparso nel mio ricordo di ex-studente della Facoltà di Ingegneria quando molte facce degli altri sono scomparse, noi che  ti chiamavamo il Cubo perché quando guardavamo quelle tue spalle larghe e la testa incassata, quel tuo corpo un po’ squadrato che si reggeva sulle piccole gambe e poi notavamo la tua bassa statura davvero ci ricordavi quel solido geometrico con la tua figura buffa.

Piccolo Mimmo, povero Mimmo, famiglia benestante e povertà di cuore, adesso quasi mi ricordi il giudice-nano di De Andrè, adesso quasi me lo ricordi, forse per quel tuo intimo rancore forse per la tua legittima sofferenza, forse per  i nostri sfottò che ti umiliavano e forse se avessi potuto allora ci avresti condannati tutti, uomini e donne che ti passavamo accanto, piccolo Mimmo che studiavi su quegli appunti gelosamente custoditi che non ci avresti prestato per nessuna cosa al mondo, no, non ce li avresti mai dati.

Eppure il ricordo più forte che ho di te è di quel pomeriggio al bar dell’Università, quando tu eri perdutamente innamorato( e questa cosa ci stupiva tutti) e aspettavi da tre ore quella ragazza che non sarebbe venuta mai e forse sapevi anche tu mentre mi leggevi quella buffissima lettera indirizzata alla tua principessa lontana e sognavi il suo bacio di geranio, forse sapevi anche tu che lei non ti avrebbe mai baciato povero Mimmo, cazzo, non l’avrebbe fatto mai e proprio lei poi, quella principessa dei miei stivali povero Mimmo, lei non sarebbe venuta mai perché già aspirava al suo principe,già principiava ad invulvarsi  nel pensiero (Oh Gadda!) il suo principe, di fronte al quale,povero Mimmo, tu parevi uno scherzo della natura anche se lui era stupido come te, ugualmente stupido come te.

Così caro Mimmo non so se ricorderai che quella volta fu io  alla fine a convincerti ad andare via quando oramai il pomeriggio si era trasformato in sera ed eravamo rimasti tu ed io soltanto, tu con il tuo cuore infranto e le lacrime amare che avresti voluto trattenere ed io sospeso tra la noia e la rabbia per te,piccolo Mimmo, la mia rabbia incontenibile per  te, cazzo, mentre il barista ci guardava con quella sua faccia incredibile, ricordi Mimmo, il barista ci guardava e probabilmente se lo avessimo interrogato ci avrebbe regalato in cambio di niente la sua perla di saggezza a proposito delle donne, eppure non l’abbiamo fatto piccolo Mimmo, cazzo, non l’abbiamo fatto ed io ho continuato a sorbirmi te che mi leggevi la  lettera inutile che avevi preparato per lei, la tua ridicola lettera inutile che parlava di fiori profumati e destini incrociati e predestinazione, sì tu e lei la principessa del piffero secondo te legati da sempre nel pensiero di Dio e “cazzo, Mimmo”, avrei voluto dirti ma anche io ero forse un po’ ubriaco, “cazzo non ti ha detto mai nessuno che Dio non esiste e che nessuna donna leggerebbe simili lettere e le probabilità che lei si innamori di te sono le stesse di quelle che la Luna all’improvviso susciti un’onda di marea che sommerga la terra per sempre, cazzo, Mimmo, per sempre?”

E così dopo che la luce del tramonto era andata via noi guardavamo i nostri bicchieri vuoti e forse non c’era niente di più triste di questo caro Mimmo, cioè di quel guardare il vetro sporco dei nostri bicchieri senza alcuna speranza, voglio dire, mentre tu ancora guardavi col tuo sorriso la porta del bar nell’illusione che la principessa sarebbe entrata ed allora il povero rospo sarebbe stato trasformato dal suo bacio, esattamente così, piccolo Mimmo, l’avevo capito benissimo mentre ti guardavo e la mia desolazione da rhum si accompagnava al tuo sconforto, cazzo, Mimmo, avrei voluto anche io che lei entrasse da quella maledetta porta che il vento faceva sbattere e non perché ti volevo bene ma solo perché per una volta soltanto avrei voluto che questo mondo del cazzo girasse nel verso opposto al solito o forse che la Luna suscitasse la sua onda di marea, la sua altissima onda di marea per sommergere, caro piccolo Mimmo, tutta la terra.

 

 

 

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Commenti al Post:
ragtime_fly
ragtime_fly il 16/12/08 alle 17:16 via WEB
E tu...e tu Tom, che a suo tempo hai avuto pazienza e delicatezza nel comprendere e attendere con Mimmo la principessa dei tuoi stivali, quale onda di marea auspichi per te?
 
 
tomthumb
tomthumb il 18/12/08 alle 09:18 via WEB
Rag, sì aspetto la marea, sì l'aspetto :)
 
odisseando
odisseando il 16/12/08 alle 23:21 via WEB
quanta disperazione in questo non ancora sommerso dall'onda totale. tanta di quella disperazione che chiedi pure addddio di far volgere verso di te il cuore dell'amata. o che vorresti tale.
deh... quale rimembrar di quei tempi di afflizione sentimentale e pretese preghiere. altro che la non corrispondenza della derivata sinistra e destra nei punti angolosi... ;-)
 
 
tomthumb
tomthumb il 18/12/08 alle 09:17 via WEB
sì, quella volta per Mimmo avrei voluto che il mondo girasse al contrario...non è successo, non succederà mai... Altro che punti angolosi, già...:)
 
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