Le LabreneFather was teaching us that all men are just accumulations dolls stuffed with sawdust swept up from the trash heaps where all previous dolls had been thrown away the sawdust flowing from what wound in what side that not for me died not |
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Post n°165 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da tomthumb
Crediamo d’essere lontanissimi dalla vita animale ed ecco che quella proditoriamente prende il sopravvento, minaccia imprevista che si realizza e ci fa scoprire con angoscia che nella giungla della vita siamo anche noi bestie braccate o nascoste tra i cespugli dell’agguato, ma tant’è.
E poi ancora la visione del Tacchino che legge in bagno i documenti aziendali e si guarda nello specchio e curiosamente rivela attraverso la maschera d’uccello da cortile la sua incredibile somiglianza col cantante Morgan, stessa chioma brizzolata e fluente, stesse occhiaie.
E quella lentezza, quel corpaccione buffo del consulente Tartaruga? Una persona simpatica che mi ha fatto anche del bene ma, come dire?, affetta dalla sindrome del tuttologo: non puoi tirar fuori un argomento che lui subito comincia ad andare a ruota libera, sciorinando il suo sapere in stile conferenza e poi quella sua voce buffa in falsetto forse denotante una virilità molto latente, ma suvvia, non facciamo pettegolezzi. E poi vogliamo parlare del Topo? Di quell’inguardabile meschino piccolo signore affetto da manie di grandezza, ma dotato di pazienza certosina che usa nel mettere a posto continuamente la sua stanza d’ufficio, come se vivesse in una specie di trasloco perenne, quella sua stanza d'ufficio che è tutta la sua vita, il maligno topolino che distribuisce a chiunque il suo biglietto da visita in cui millanta inverosimili competenze di ingegneria aerospaziale? E poi guardo la mia compagna di stanza che mi pare uno scricciolo mentre il suo capo la assale con l’arrogante alterigia del cinghiale, oh, persino quei denti sporgenti le mostra come zanne, (dove crede di trovarsi, forse in una landa della Maremma?) mentre lei trema e lo guarda stupefatta muovendo le braccia come piccole fragili ali che vorrebbero sostenersi nell’aria e portarla una volta per tutte lontano da qui, attraverso quella finestra spalancata sulla tristezza tiburtina, via nel cielo e lontano, lontano da qui. Ma dentro l’ufficio e anche fuori, d’altronde, siamo un po’ tutti farfalle anche brutte con ali polverose trafitte da uno spillo o peggio mosche nella pania che si agitano in un ronzio poco significativo: è questo che penso ogni volta che torno a casa e guardo i gatti che giocano saltando sulle auto parcheggiate, i gatti a strisce e quelli a tinta unita, che saltano di qua e di là, e che continueranno a saltare magari nei miei incubi notturni, qualcuno li faccia smettere per favore oppure no, che facciano pure quello che sentono di fare quei dannati animali, forse va bene anche così.
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rospia
punto secondo: cara reg, quando avrai imparato a conoscerlo bene, il soggetto che qui scrive, mi verrai a dire: almeno il doppio avresti dovuto metterglielo, se non il triplo. Fidati. Ho un cuore grande, io. Mica come certa gente che se fa regge pure per aiutare le signorine che sul treno non ce la fanno a mettere la valigia in alto.
Animali.... che fanno giustappunto post... sugli animali.
[io ti ho avvisata, vedi tu]:D