Creato da Prigionieradime il 18/02/2009

CAMMINO NELL'ANIMA..

Camminando fra sentieri di vita,lasciando tracce del mio passaggio...

 

continuo del racconto sulla follia.....

Post n°41 pubblicato il 10 Settembre 2009 da Prigionieradime

Laura ricorda ancora quel giorno, aveva quattordici anni tornava da una partita di basket, con la borsa sportiva sulle spalle e il passo deciso verso casa, era particolarmente contenta perché il gioco si era conclusa in loro favore, li avevano stracciati e lei era acclamata dal pubblico per la sua bravura. Il suo cuore era al settimo cielo e mentre si dirigeva verso casa, il cuore le batteva forte per l'emozione e pensava a come raccontare a tavola la loro vittoria...Era quasi arrivata nel suo viale, quando vide un'autoambulanza fuori dal portone, ora il cuore gli era salito in gola lasciò cadere la borsa e corse verso casa come una forsennata, sapeva già perché l'ambulanza era lì, e senza accorgersene dal suo delicato viso, cadevano giù lacrime di sconforto. Arrivata, vi era molta gente non volevano farla passare, ma lei si svincolò scivolando via tra la folla curiosa e corse verso le scale vide due infermieri che trascinavano con veemenza Carlo nella sua camicia da forza tramortito dalle manganellate che aveva preso, si gettò ai suoi piedi e implorava pietà, e gridava: Lasciatelo stare maledettiiiii. Carlo la guardò ma senza riconoscerla e lei conosceva bene quel suo sguardo senza identità, senza nome né corpo. Conosceva quegli occhi che si trasformavano in mostri di terrori, d'inquietudine, la lasciarono li trasportando Carlo e legandolo sul lettino sotto gli occhi dei curiosi...Laura si girò per seguirlo con lo sguardo e gridò alla folla di andare via di lasciarli in pace......Lei sapeva che gli occhi di Carlo quando si tramutavano, era il momento del suo ricovero nel manicomio, dove vi rimaneva per diversi mesi in condizione davvero pietose per un essere umano...

 Un giorno, Marta, la madre di Laura, arrivò a casa stravolta da una visita fatta al figlio in manicomio. Era un pomeriggio e laura stava riordinando la cucina, quando sentì la porta aprirsi, erano i passi stanchi della madre che arrivata in cucina si sedette sulla poltroncina fatta con tessuto verde chiaro con piccoli fiorellini, e come un sacco di patate sprofondò su di essa. Il suo viso era cupo e si notavano segni di sofferenza, rimase sulla poltrona in silenzio con lo sguardo fisso nel vuoto.

Laura si avvicinò e le disse con voce flebile: mamma cosa è successo?  La madre rispose meccanicamente come se il tempo si fosse fermato nei suoi occhi...e rivolgendosi a Laura disse: non è successo nulla non preoccuparti, sono solo molto stanca e affaticata. Ma Laura sapeva che non era cosi, e incoraggiò la madre a parlare con lei...lo so che pensi che io sia troppo giovane per certe cose, ma io capisco più di quanto tu possa immaginare, so che la tua risposta è solo per proteggermi, ma non voglio essere protetta desidero la verità e apprezzerei sapere di mio fratello, come sta?  Marta rimase sorpresa dalle sue parole e notando lo sguardo di supplica di Laura scoppiò a piangere, e raccontò alla figlia che aveva trovato Carlo legato su un letto, imbottito di psicofarmaci e che giaceva completamente sporco e nei suoi escrementi.

Non credeva alle sue orecchie e incredula disse con voce sprezzante nei confronti di chi si comportava da animale, è una cosa allucinante come possono essere cosi impietosi. Ma....Tu gli hai parlato? Ti ha riconosciuta? Dimmi ti prego gli è tornata la lucidità mentale? La madre scuotendo la testa come se i pensieri pesassero più del dovuto, disse: non lo so, era sotto gli effetti dei sedativi e non mi rispondeva. Marta notò che gli occhi di Laura erano lucidi, e che aveva il volto pallido...... si alzò dalla poltrona con inerzia si avvicinò alla figlia e con voce speranzosa e decisa le disse: andrò a riprenderlo, non possono tenerlo in quello stato disumano, non fa onore neppure a una bestia. Lo sai bene che anche altre volte l'ho fatto, metterò io la firma per lui, e lo porterò a casa e si curerà qui! E tu sai che non è la prima volta che tua madre fa questo per lui. Tu gli vuoi molto bene Laura e sono fiera di te....ma io sono la madre e lui è parte di me, la sua sofferenza e anche la mia. Quando avrai dei figli, capirai appieno queste mie parole, ti chiedo solo di non smettere mai di nutrire questo sentimento (l'amore) perché anche nel dolore ci esalta e ci da la forza di sopportare qualsiasi cosa, rendendoci migliori.

 

 
 
 

CONTINUO DEL RACCONTO PRECEDENTE......

Post n°40 pubblicato il 03 Settembre 2009 da Prigionieradime

La camera di Laura aveva una piccola finestra con un solo scudo, che lei lasciava sempre aperto anche di notte, perché dal letto poteva guardare fuori e far volare la sua mente in un cielo trapuntato di stelle o nella profonda oscurità....

Le pareti quasi tutte spoglie ad eccezione di quella sopra la testata del letto, qui c'era un quadro che lei stessa aveva dipinto.

Nel dipinto era raffigurata una fonte di acqua sorgiva, cristallina, che rifluiva in un piccolo torrente e sopra di esso, vi era chino, il volto di un uomo che si dissetava dalle sue stesse mani.

Guardando quel quadro, Laura cadde come di sasso seduta sul suo letto e come in un sogno, vide un uomo seduto al suo posto, assorto nel suo mondo.

Un mondo immaginario fatto d'illusioni, di fantasia, d'irrealtà, un mondo... tutto suo e senza via di uscita.

Le mani tra i capelli neri corvini lucenti, la testa piegata in avanti e appena s'intravvedevano le sue labbra carnose, che si muovevano senza suono con sguardo vuoto a fissare il pavimento.

Laura adolescente nascosta in un angolo della casa, lo guardavo cercando di capirlo, di entrare nel suo mondo nei suoi pensieri......si perdeva in quel mondo senza vie d'uscite ritrovandosi sola con le sue idee e senza capirci nulla, a malincuore si giustificava dicendosi che ero troppo giovane perché comprenda la follia.

Laura aveva un fratello pazzo (la diagnosi dello psichiatrico (schizofrenia) e rivolgendosi a sua madre disse: mia cara signora suo figlio purtroppo non potrà mai guarire) ma lei (Laura), lo amava sconsideratamente perché Carlo (questo era il suo nome), quando la follia lo abbandonava, era un uomo meraviglioso, sensibile e generoso verso, tutti, pieno di vita, di sentimenti autentici, e Laura amava il suo ridere da bambino felice, restava ad ammirarlo per ore e lo adorava come un Dio.

Ciò che rimpiangeva era che tutto questo sentimento rimase imprigionato nel suo cuore, perché non l'ha mai rivelato, nemmeno a lui...ma lo custodiva, come un diadema sulla sua fronte, a rammentarle questo sentimento per lui.

Laura era una ragazza sensibile, altruista amava dividere ogni cosa con gli altri, ma a causa della sua timidezza teneva chiuse nelle sue viscere i suoi sentimenti.

Era un male per lei, perché si trovava a lottare contro il suo stesso carattere che avrebbe voluto cambiare, per gridare l’amore che nutriva per il fratello...

CONTINUA....

 

 
 
 

breve racconto....cos'č la follia?

Post n°38 pubblicato il 28 Agosto 2009 da Prigionieradime

La follia

La follia non ha memoria né volto, vive rinchiusa,

imprigionata da gesti incomprensibili, irrazionali.

Non conosce né silenzio, né pace, vive come un demone

beffardo e crudele che si prende gioco

di tutti, inclusa la vita di chi ne è posseduto.

Ti annulla e nasconde ciò che sei,

ti plasma rendendoti schiavo.

Non sai più chi sei, ridi e piangi allo stesso tempo,

discorsi senza senso, risate a crepapelle senza motivo,

pupille dilatate, mani serrate pronte per l'uso...

tutti vogliono capirla, ma nessuno riesce

minimamente a penetrare, nemmeno con lo

sguardo, il misterioso buco nero che risucchia

la ragione e la coscienza.

Nessuno riesce a dominarla,

nemmeno l'amore.

Non conosce sentimenti,

la mente domina il cuore spingendoti in un

baratro senza fine.

Quando si manifesta è un vulcano in esplosione,

non ha limiti, né margini, si ferma solo all'atto compiuto,

vagando come anima dispersa in un deserto, in cerca di

un'oasi di pace, ma non la trova.

No! non la follia.

Poi quando torna, la ragione, è ancora più crudele

della follia stessa perché ti regala, con arroganza,

altra sofferenza, con i ricordi dei gesti compiuti nella pazzia.

Allora pensi che non vale la pena vivere

e ti ritrovi disteso sul pavimento della cucina, morente

a causa del gesto mirato al proprio suicidio,

come raggiungimento della pace, del silenzio e del perdono

di coloro che sono state vittime della sofferenza inflitta dalla follia

 

 

 

Laura rimase in silenzio con un taglio sanguinante nel cuore,

impotente di fronte al peggior nemico della vita la morte.

E in un istante i ricordi scorrono davanti a lei

come l'acqua di un fiume impetuoso

raccontandole la sua vita.

 

 

Laura era lì a fissarlo sbigottita, lei, appena adolescente entrò in un mondo non suo, anomalo, ma di cui purtroppo faceva parte. Era singolare per una ragazzina spingersi oltre la normalità, voler a tutti i costi entrare a far parte di un mondo inesplicabile da capire, ma lei era diversa non si sentiva uguale alle sue coetanee, i suoi interessi erano ben altri andavano oltre i soliti sogni di tutte le fanciulle della sua età ...lei aspirava a ben altro, ma un sogno nel cassetto lo custodiva con grande gelosia e ogni tanto dava un'occhiata per vedere se era ancora li, che qualcuno non lo avesse rubato.

Laura amava fare collezione dei suoi sogni e al cassetto che li custodiva, poteva accedere solo lei, poiché era il suo cuore ...ad alcuni dava la priorità come quello di vedere la sua famiglia unita felice, un desiderio naturale e legittimo ma dietro questo desiderio si celava una sofferenza che si nascondeva nel riflesso degli occhi. Laura era una ragazza fragile delicata, mani piccole curate poche, ma piacevole nel suo insieme, abbigliamento nella norma sportivo, sobrio, nessun accessorio né orecchini o collane, nulla, di tutto quello che piace a chi è vanitosa, semplice acqua e sapone.

 

La vediamo! Eccola lì ad aprire la porta della sua piccola camera, pochi mobili, un letto d'ottone con un copriletto di organza rosa, un armadio basso di legno un comodino con una lampada fatta di tessuto con lo sfondo rosa che richiamava la tinta del copriletto, sotto la lampada, una pila di libri già letti, una sedia a dondolo come quelle della nonna e uno scaffale per i suoi libri e oggetti vari.

 CONTINUA.....

 
 
 

A VOI L'INTERPETRAZIONE

Post n°35 pubblicato il 13 Agosto 2009 da Prigionieradime

CHIODO E MARTELLO...

CHIODO FISSO.

MARTELLO

PIU' VOLTE.

APPESO UN

QUADRO

ASTRATTO.

 

 
 
 

ECCOLA!.......

Post n°34 pubblicato il 10 Agosto 2009 da Prigionieradime

La gelosia

Scruta di nascosto i pensieri,

tutti i movimenti,

ogni passo,

offendendo l’amore.

Naufraga in terre

arse da fuochi che

inceneriscono

la propria anima.

La spada tira fuori

dal ventre,

a proteggere una

mente in agonia, 

obbrobri inesistenti,

tesa a ferire l’aria

e nella memoria

marcisce l’amore.

 

 
 
 

DIRITTO

I racconti e le poesie pubblicate fanno parte della mia produzione letteraria e intellettuale e, ai sensi e per gli effetti dell'art.2575 e legge n. 633/1941 c.c., sono di PROPRIETA' RISERVATA –VIETATO L'UTILIZZO SENZA IL CONSENSO, L’USURPAZIONE DELLA PATERNITA’ DEI TESTI E' PERSEGUIBILE A NORMA DI LEGGE.
 

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