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2 MAGGIO 2009


Dal ‘buon cibo’ al ‘buon vivere’: San Patrignano lancia l’agricoltura contro il narcotraffico
Il progetto internazionale “Good Food” cresce e cambia nome: “GoodGoods - Great Livelihoods”, che in italiano, significa ‘beni buoni’. A dare la notizia sono stati questa mattina a ‘Squisito!’- la fiera gastronomica promossa nel 2004 dalla comunità sanmarinese - Andrea Muccioli, responsabile della Comunità di San Patrignano e Jorge Rios, responsabile per le Nazioni Unite dei Progetti di Sviluppo Sostenibile (Unodc): erano presenti per l’occasione Letizia Moratti, sindaco di Milano e l’ambasciatore della Thailandia Pradap Pibulsonggram, che ha visitato San Patrignano. L’obiettivo del nuovo progetto è quello di rendere ancora più forte e incisivo l’impegno per un ‘good livelihood’ (sostentamento buono) libero dalla schiavitù del narcotraffico e della droga, che da sempre porta la comunità.“Ciò che vogliamo comunicare - ha spiegato Andrea Muccioli - è che non è solo il cibo ciò che le comunità coinvolte nel progetto producono. Sì quindi all’ agricoltura sostenibile, ma non solo”. Muccioli ha ricordato un suo recente viaggio in Colombia e Perù dove ha visto le comunità rurali utilizzare le preziose risorse di legname delle foreste pluviali, costruire strutture alberghiere (posadas) specializzate in eco-turismo, coltivare caffè e cacao, miele, nocciole e tanti altri prodotti che già da tempo costituiscono una alternativa concreta e sostenibile alla produzione di droga.Dal canto suo la realtà tailandese Doi Thung - ha detto ancora Muccioli - produce ceramiche meravigliose oltre a tanti altri beni alimentari e no: due esempi per dire che occorre puntare sino in fondo sullo sviluppo sostenibile. “Solo in Tailandia - ha detto ancora Muccioli - la lotta al narcotraffico ha saputo dare risultati in tempi brevissimi, 12 anni. Grazie all’aiuto della famiglia reale sono state completamente distrutte le coltivazioni di oppio per la produzione di eroina nella zona del Triangolo d’oro, e i contadini fino ad allora sfruttati dai narcotrafficanti, sono tornati a vivere. La parola rassegnazione non fa parte del loro, e neanche del nostro vocabolario”.Anche Jorge Rios a nome dell’Onu ha parlato dell’importanza del progetto GoodGoods. “Il cambio di nome - ha spiegato Rios - è la naturale evoluzione di ciò che questa iniziativa rappresenta soprattutto perchè dona visibilità a tante altre potenzialità che vanno ben oltre il cibo. Quando si parla di sviluppo alternativo infatti, è importante ascoltare le comunità coinvolte nei singoli progetti e guardare alla loro vocazione naturale, perchè sviluppo e integrazione nascono sempre dal rispetto delle singole peculiarità”.