Mi guardo indietro e so che è un errore. sono ancora arrabbiata. sono ancora piena di ricordi che nessuno ricorderebbe. sono piena di rancore, odio, invidia per chi ce l'ha fatta, per chi ha saputo come giocare le sue carte, per quanto poche fossero. so di valere, tanto, tantissimo. so che ho dei doni, buttati lì. ed è forse questo il vero concetto di Dio, non sprecare. qualsiasi cosa sia, hai il dovere di seguire te stesso, la tua anima. io non ci riesco. quando penso a quello che potrei fare, sono invasa da profonda paura. paura che tutto possa essere più grande di me, meglio di quel che sono, non me lo merito, ecco cosa penso. sto scrivendo come non ho mai fatto, senza pensare. so cosa fare, so come si fa, ma non posso farlo. non posso. sono inchiodata letteralmente. ho paura di volare. ora, domani, forse per sempre. e mentre gli altri vivono mi costringo a guardarli e basta. chiudendomi nella mia gravidanza. aspettando di partorire questa creatura geniale che mi sveglierà, mi abbraccerà, mi ridarà quello che mi hanno tolto. metà di me è convinta di essere quella descritta dagli altri. nessuno mi ascolta davvero. tutti pensano che io sia un po' eccentrica, tutti pensano che il mio modo d'essere non è realistico, che io sia sbagliata. se penso a me stessa, vedo una linea spessa, rossa, una sbarra enorme sul mio viso. non respiro e aspetto di morire. mille volte al giorno penso che se dovessi morire adesso andrebbe bene. sono stanca di pensare solo a come dovrebbe essere la mia vita. sono stanca. odio la gente che mi circonda. odio mia madre. odio le mie sorelle, non tutte. ma più d'una. odio queste strade, questa ansia, la paura che ho quando esco di casa. odio le scale, la paura di cadere. precipitare. odio il mio letto, la polvere della mia stanza, la mia tosse, la mia pancia. odio quello che rapprensento in questo mondo. odio quello che credono che io sia. odio me stessa perchè glielo permetto, perchè non rispondo, non dimostro che non va bene. odio pagare tasse che non mi garantiscono servizi efficienti. odio la camorra e la mafia e tutte le loro manifestazioni legalizzate. ed io qui senza un lavoro, senza libertà. odio chi ha preceduto la mia generazione e l'ha ridotta così, mi ha ridotto così, ci ha ridotto così. pagheranno? e se lo facessero ci servirebbe?
13.39
Mi guardo indietro e so che è un errore. sono ancora arrabbiata. sono ancora piena di ricordi che nessuno ricorderebbe. sono piena di rancore, odio, invidia per chi ce l'ha fatta, per chi ha saputo come giocare le sue carte, per quanto poche fossero. so di valere, tanto, tantissimo. so che ho dei doni, buttati lì. ed è forse questo il vero concetto di Dio, non sprecare. qualsiasi cosa sia, hai il dovere di seguire te stesso, la tua anima. io non ci riesco. quando penso a quello che potrei fare, sono invasa da profonda paura. paura che tutto possa essere più grande di me, meglio di quel che sono, non me lo merito, ecco cosa penso. sto scrivendo come non ho mai fatto, senza pensare. so cosa fare, so come si fa, ma non posso farlo. non posso. sono inchiodata letteralmente. ho paura di volare. ora, domani, forse per sempre. e mentre gli altri vivono mi costringo a guardarli e basta. chiudendomi nella mia gravidanza. aspettando di partorire questa creatura geniale che mi sveglierà, mi abbraccerà, mi ridarà quello che mi hanno tolto. metà di me è convinta di essere quella descritta dagli altri. nessuno mi ascolta davvero. tutti pensano che io sia un po' eccentrica, tutti pensano che il mio modo d'essere non è realistico, che io sia sbagliata. se penso a me stessa, vedo una linea spessa, rossa, una sbarra enorme sul mio viso. non respiro e aspetto di morire. mille volte al giorno penso che se dovessi morire adesso andrebbe bene. sono stanca di pensare solo a come dovrebbe essere la mia vita. sono stanca. odio la gente che mi circonda. odio mia madre. odio le mie sorelle, non tutte. ma più d'una. odio queste strade, questa ansia, la paura che ho quando esco di casa. odio le scale, la paura di cadere. precipitare. odio il mio letto, la polvere della mia stanza, la mia tosse, la mia pancia. odio quello che rapprensento in questo mondo. odio quello che credono che io sia. odio me stessa perchè glielo permetto, perchè non rispondo, non dimostro che non va bene. odio pagare tasse che non mi garantiscono servizi efficienti. odio la camorra e la mafia e tutte le loro manifestazioni legalizzate. ed io qui senza un lavoro, senza libertà. odio chi ha preceduto la mia generazione e l'ha ridotta così, mi ha ridotto così, ci ha ridotto così. pagheranno? e se lo facessero ci servirebbe?